Il Nasdaq ha già provveduto ad avanzare richiesta per tokenizzare le azioni del proprio listino. NYSE invece si è incontrato con SEC proprio ieri, probabilmente con lo stesso obiettivo. È stato infatti pubblicato il verbale abbreviato dell’incontro tra la seconda borsa più importante del mondo e l’agenzia che regola i mercati USA.
I temi affrontati sono stati, in larga parte, proprio relativi alla tokenizzazione delle azioni, con riferimenti alla possibile regolamentazione, e anche ai processi di approvazione che SEC intende mettere in piedi. Tutto questo mentre, come dovrebbe essere noto, NYSE ha accumulato un relativo ritardo rispetto al concorrente diretto. Un segnale comunque inequivocabile, questo, di attenzione per quello che sembrerebbe essere, almeno oltreoceano, una sorta di destino ineluttabile per i mercati finanziari classici.
Tutti vogliono tokenizzare tutto
Ormai è difficile parlare di moda. Prima Nasdaq ha inviato una richiesta formale a SEC di approvazione per la tokenizzazione delle azioni presenti sui propri listini. Ci sono buone possibilità di vedere un ok in tempi relativamente brevi (motivo per il quale continuano gli incontri a ritmo serrato) e la principale borsa del mondo sarebbe pronta a lanciare tale servizio – che sarebbe parallelo al trading classico – già a partire da metà 2026.

NYSE, la seconda borsa oggi per rilevanza, sembrerebbe non voler perdere il treno. E si è incontrata di recente proprio con il regolatore per parlare di diversi aspetti che riguarderanno la tokenizzazione. Si parte infatti con le regole che dovranno essere seguite alle procedure per arrivare ad approvazione, in un incontro che ha riguardato tra le altre cose anche i derivati crypto di nuova generazione – e che in diversi tra gli intermediari stanno già offrendo.
Momento caldo per il mondo crypto
Il momento per il mondo crypto è caldo. Soltanto ieri SEC ha chiesto di ritirare le vecchie domande per gli ETF affinché si arrivi ad approvazione tramite le nuove regole, quelle del GLS, il generic listing standard, che prevede appunto un’approvazione quasi automatica degli ETF sulle crypto che rispettano determinati criteri. Tra questi, la presenza di futures per almeno sei mesi sulle piazze regolamentate.
Gli ETF oggetto della richiesta di SEC di ritiro sono quelli su Ripple, su Solana, sul meme coin Dogecoin e anche su Litecoin. Si dovrebbe arrivare rapidamente a approvazione già potenzialmente da questa settimana e più probabilmente dalla prossima.
Cosa sceglierà NYSE?
Si è ancora alle battute iniziali per quanto riguarda questo tipo di attività. Non è chiaro quali chain saranno utilizzate né se ci saranno dei fornitori di servizi esterni.
Rimane dunque assolutamente speculativo cercare di individuare eventuali blockchain pubbliche che faranno da infrastruttura tecnica per questo tipo di operazioni.
Rimangono però dei punti fermi:
- Sarà difficile vederle liberamente in DeFi
Questo perché rimane l’obbligo di identificare, direttamente o indirettamente, i titolari delle azioni. Più probabilmente, se dovesse esserci un’integrazione con la DeFi, questa passerà da istanze controllate e tramite whitelist.
- Per tanti intermediari questione solo di backend
Ovvero cambierà poco a chi utilizza certe piattaforme per il trading di azioni. Così come oggi non si sa quasi nulla di ciò che avviene dietro le quinte, anche domani l’investitore ordinario non avrà idea di ciò che c’è dietro ogni acquisto e ogni vendita.
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