Ormai se ne sono accorti tutti, anche se su queste pagine lo abbiamo detto dal primo minuto. Dietro il trend del momento – fatte rarissime eccezioni, c’è chi sta portando le sue bag, le sue dotazioni crypto in borsa, approfittando di aziende decotte e avendo come unico scopo l’arricchimento personale.
Le chiamano DATs – Digital Asset Treasuries – con la passione americana per questo tipo di abbreviazioni che non ci ha risparmiato neanche questa volta. E dietro c’è qualcosa di limpido, chiaro, cristallino, immortalato nei documenti inviati a SEC, che nessuno però si preoccupa di leggere. È un problema? No, almeno per chi saprà tenere la barra dritta con il proprio portafoglio. Ne parleremo anche stasera in live alle 21:30 sul nostro canale YouTube.
Visibilità, clamore, e poco altro
Cos’ha da guadagnarci l’ecosistema crypto dalla grande corsa di tante società quotate all’acquisto di asset digitali? Poco, forse nulla, se non con l’eccezione di quanto sta facendo Strategy e di quanto stanno facendo alcune aziende principalmente su Ethereum.
Una premessa: non si può fare di tutt’erba un fascio e non si può accusare tutti di partecipare allo stesso gioco. Va però ricordato che tanti meccanismi sono oscuri perché così visibili che nessuno… si preoccupa di andarci a guardare.
- Partecipazione di personaggi già dentro
Oggi a New York ha fatto il suo esordio in borsa Alt5. È legata alla famiglia Trump, emetterà debito per comprare $WLFI, token di uno dei progetti… legati alla famiglia Trump.
Un paio di settimane fa è stato il momento dello sbarco in borsa di Tron Inc. È una manovra di Justin Sun, fondatore e comandante in capo di Tron per acquistare… Tron $TRX. Ethena farà lo stesso. Chainlink ha annunciato una riserva, tante altre seguiranno.
Non c’è nulla di male, non c’è nulla di illegale, ma vuol dire semplicemente sfruttare, nel grosso dei casi di cui sopra, il clamore che suscita la frase società quotata compra [crypto a caso].
- NAV vs quotazione di borsa
È tutto qui il trucco. Finché le società in questione riusciranno ad avere una capitalizzazione di borsa che vale più degli asset che hanno in portafoglio (il NAV, appunto), il giochino sembrerà quello di grandi geni della finanza.
Quando ci si avvicinerà alla parità o si andrà addirittura sotto (è già successo per un paio di società), vedremo quanto questo piano potrà essere considerato come geniale.
- Commissioni nascoste
Protos ha pubblicato un eccellente approfondimento qui sul fatto che alcune di queste società pagano commissioni molto interessanti a intermediari e consulenti che spesso coincidono con gli stessi promotori.
1% annuo, 2% annuo, in alcuni casi anche il 5%. Un meccanismo pro domo sua, a favore dei promotori che spendono la loro credibilità con i mercati che, per un po’, gli andranno dietro.
Dobbiamo preoccuparci?
Dipende. In realtà se ha ragione Matthew Sigel di VanEck, che ai nostri microfoni ha detto di aspettarsi un gioco di acquisizioni che farà sparire dalla circolazione le aziende meno efficienti in questo gioco, no.
Non dovremo inoltre preoccuparci se eviteremo avventure con queste azioni. Chi vuole investire sull’azionario a base crypto ha già oggi tante alternative solide.
- Tutto il comparto Mining – che sta guardando anche all’AI e dunque è forse ancora di maggiore interesse.
- Coinbase – il primo exchange a quotarsi in borsa, che ha un outlook altrettanto interessante.
- Bullish, che si è quotata ieri. Un altro crypto exchange con un piede nei mercati che contano.
- Circle – che pur essendo per tanti sopravvalutata, è comunque una delle aziende più solide del settore e leader del comparto stablecoin regolamentati.
Per chi ama comunque le DATs, ci sono scelte più solide in MSTR, in XXI Capital e anche in The Ether Machine. Sul fatto che sia una buona idea investire per interposta società quotata e non direttamente negli asset crypto che hanno acquistato… continuiamo ad avere le nostre riserve.
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