Gli stablecoin sono token crypto legati ad una valuta fiat in rapporto 1:1. Tipicamente questa valuta è il dollaro, ma in realtà ne esistano diversi, anche legati all’Euro o ad altra valuta classica, o anche alle materie prime. Sono fondamentali per il funzionamento del mercato delle criptovalute, perché permettono di vendere i propri token e coin senza uscire mai dall’ecosistema cripto.
Ce ne sono di diversi tipi, alcuni dei quali con riserva concreta, altri algoritmici, ed è bene imparare come funzionano, anche per evitare eventuali pericoli. Quali sono i migliori? Su cosa si basa il loro meccanismo? Esistono rischi da dover considerare? Domande che avremo modo di rispondere nel corso delle righe successive, anche grazie all’esperienza del nostro team di esperti in materia.
Cosa sono gli stablecoin?
La parola ci dice già molto sulla questione stablecoin. Sono token crypto stabili, nel senso che replicano 1:1 il valore di una determinata valuta fiat, ovvero quelle del mondo, se vogliamo, reale. La maggioranza degli stablecoin è ancorata al dollaro USA, valuta che rimane il riferimento per i mercati finanziari e anche per quello delle cripto.
- Ancorati ad un’altra valuta
Forse l’unica caratteristica che gli stablecoin hanno in comune è il fatto di essere ancorati ad una valuta terza. Tramite diversi meccanismi possiamo convertire i nostri token in dollari reali o in qualcosa di equivalente che abbia il valore di una singola unità della valuta scelta.
Ad esempio gli stablecoin legati al dollaro hanno sempre (o quasi) il valore di 1 dollaro, così come quelli legati all’euro hanno sempre (o quasi) il valore di 1 euro. Ricalcano il realtà il funzionamento di tante valute storiche che erano ancorate al dollaro USA, o anche al franco francese, o alla sterlina britannica.

- Esistono per rendere più comodo il trading
La prima funzione specifica degli stablecoin è quella di favorire gli scambi, in particolare su quei protocolli decentralizzati che possono trattare soltanto token crypto. In aggiunta sono utili anche per gli exchange crypto tradizionali, diversi dei quali sono nati senza la possibilità di operare in euro, o dollari reali.
Utilizzando gli stablecoin possiamo scambiare sempre cripto contro cripto, nonostante una delle due sia poi di fatto collegata ad una valuta fiat. Sono nate poi altre funzionalità che hanno sfruttato la comodità degli stablecoin anche per i pagamenti o anche per servizi di prestito e credito. Tutti o quasi i servizi di DeFi fanno ampio affidamento su Tether, USDC e anche su altri sistemi simili.
- Ne esistono di diverse categorie
I più comuni (e affidabili) sono quelli che offrono una riserva stabile del controvalore, ovvero gli stablecoin classici. Ci sono poi, e lo vedremo più avanti, anche gli stablecoin algoritmici, che presentano molti più rischi e che al tempo stesso attirano con meccanismi di rendita molto elevata nuovi investitori. Le scelte, a meno di non voler tentare strategie ad alto rischio, devono sempre ricadere su quegli strumenti che ci permettono di essere maggiormente sicuri.
- Convertibili
Anche se alle condizioni che poi vengono imposte da ciascun progetto, gli stablecoin possono essere convertiti. È ben però sapere che questa convertibilità non riguarda sempre la valuta sottostante. I progetti con riserva cash, o quasi, permettono la convertibilità in fiat. Quelli algoritmici in genere offrono convertibilità in un’altra criptovaluta (e questo si è rivelato essere più volte un problema, come nel caso di Terra Luna).
- Il peg
È un concetto con il quale cercare di avere un po’ di familiarità. Il peg altro non è che l’ancoraggio al valore del sottostante. Ad esempio Tether (USDT) è ancorato al dollaro, o in altre parole ha un peg con il dollaro. Al contrario si parla di depeg quando il valore dello stablecoin si discosta dal valore che dovrebbe replicare, ad esempio nel momento in cui sui mercati viene a scambiata a 0,95 dollari contro il valore che dovrebbe essere di 1 dollaro.
- Che tipo di riserve
Anche la questione delle riserve va sicuramente approfondita. Gli stablecoin replicano l’andamento di una valuta fiat, ovvero un altro asset. Come mantengono questo peg, ovvero questo ancoraggio? Quelle di “vecchia” (e più affidabile) generazione lo fanno inserendo riserve della suddetta valuta come collaterale, in genere in istituzioni finanziarie.
Una quantità di denaro di questo tipo fa gola però – anche investendola a basso rischio potremmo guadagnare somme importanti, se fossimo i gestori di un progetto stablecoin.
E il grosso dei progetti investe queste somme, in genere in titoli molto solidi. Possono essere però un problema in due casi: se i titoli dovessero rivelarsi meno solidi di quel che sembravano. Oppure in caso di bank run, ovvero se una grande quantità di persone decidesse di richiedere la conversione di quanto depositato all’unisono. Studiare le riserve è di enorme importanza.
- Non solo sulle valute
Ci sono anche, seppur minoritari, stablecoin che replicano il prezzo ad esempio delle materie prime. Quelli sull’oro sono relativamente comuni (e ne esistono diverse versioni), così come ci sono quelli che replicano le azioni, che tecnicamente potrebbero essere considerati anch’essi stablecoin.
Spesso sono backed dai titoli stessi o da materia prima e possono essere uno strumento interessante per fare trading su determinati network DeFi (Finanza Decentralizzata) o anche su alcuni exchange. Comodi, relativamente sicuri ed economici nelle transazioni. Tutto lascia pensare che nel futuro prossimo saremo davanti ad altre operazioni di questo tipo, che andrebbero almeno in parte a controbilanciare la scarsa efficienza dei mercati tradizionali.
- Una speranza per i paesi più poveri
Dove la popolazione non è falcidiata soltanto dalla povertà, ma anche dalla svalutazione della valuta locale. In questi frangenti gli stablecoin ancorati a valute forti come il dollaro diventano facile strumento di risparmio per i cittadini. Possono acquistarli rapidamente, possono detenerli senza passare dalle banche (che in taluni paesi impediscono l’acquisto di valuta straniera forte) e sono relativamente al riparo dai sequestri e dalle confische del governo.
Questo è un caso d’uso più comune di quello che si potrebbe sembrare e uno dei motivi per i quali gli stablecoin sono così popolari su scala mondiale. Da non sottovalutare quando una certa politica si batte per reprimere gli stablecoin perché “inutili”.
- La questione europea
L’Europa ha messo in piedi un complesso sistema di autorizzazioni per gli stablecoin che vogliono operare sugli exchange registrati nell’Unione. Questo regime però ha incontrato per ora poche aperture. Nel momento in cui scriviamo sono pochi gli stablecoin registrati: tra i più grandi per capitalizzazione soltanto USDC e EURT. Quelli non registrati non potranno essere utilizzati sugli exchange registrati in Europa.
Videocorso Gratuito YouTube sugli Stablecoin
Noi di Criptovaluta.it abbiamo anche preparato un videocorso per saperne di più sugli stablecoin, per chi non fosse interessato a seguire tutto approfondimento.
Il corso analizza tutti gli aspetti che sono presenti in questo approfondimento in meno di un’ora. Ideale che chi preferisce ascoltare invece di leggere.
Come funziona una Stablecoin?
Anche il mondo degli stablecoin si è diviso in diverse correnti, idee e intuizioni. Al momento possiamo dividerlo in stablecoin con riserva e stablecoin algoritmici. Una differenza di base, fondamentale, all’interno della quale poi si sviluppano diversi tipi di ulteriori correnti.
Stablecoin con riserva
Sono la forma più semplice di stablecoin e anche quella che storicamente si è dimostrata essere la più solida. In questo caso ci sono società che si preoccupano di emettere dei token che idealmente hanno il valore del sottostante, raccogliendo lo stesso sottostante e mettendolo in banca o in titoli sicuri.

Ecco alcune caratteristiche per comprenderne il funzionamento:
- Emittente: c’è sempre un emittente, che ha il pieno controllo in genere tanto delle riserve quanto del token. L’emittente si preoccupa di raccogliere presso il pubblico denaro, che viene poi convertito in token.
- Recuperare il sottostante: gli stablecoin prevedono anche un meccanismo per recuperare il sottostante, ovvero per convertire da token a quanto avevamo versato. In genere, almeno per gli investitori più piccoli, ci si può sempre rivolgere agli exchange, molti dei quali sono più che in grado di offrire liquidità in dollari, o euro, contro stablecoin.
- Solidità: storicamente gli stablecoin con riserva hanno dimostrato di essere più solidi, anche in momenti di relativa difficoltà per il mercato. Questo non può essere detto invece per gli stablecoin algoritmici, molti dei quali hanno perso il peg e fallito, senza lasciare alcun tipo di scampo agli investitori.
Stablecoin Algoritmici
Sono la forma secondo diversi più evoluta e più decentralizzata di stablecoin. In questo caso non ci sono direttamente riserve, ma piuttosto vengono burnati token cripto classici e dal prezzo variabile, contro i quali viene emesso un token stabile ancorato al valore del dollaro, o ad altro. Un meccanismo che sulla carta sembrerebbe anche poter funzionare, se non fosse che presenta diverse problematiche di difficile soluzione, in particolare quando il resto del mercato scricchiola.

Vediamo alcuni punti per comprenderne il funzionamento:
- Emissione contro Burn: il meccanismo che viene utilizzato dai vari stable algoritmici è quasi sempre lo stesso. Ovvero esiste uno smart contract che brucia il token non stable legato al progetto in cambio dell’emissione del token stable. Ad esempio con USDD c’è bisogno di burnare l’equivalente di 1$ in $TRX per ottenere 1 $USDD.
- Tornare in possesso delle crypto Burnate: al contrario potremo conferire al sistema i nostri token stable per rientrare in possesso della criptovaluta accoppiata al progetto. Il meccanismo è così organizzato da rendere vantaggioso, in caso di discostamento, l’arbitraggio, cosa che dovrebbe appunto mantenere il sistema in equilibrio e il valore dello stablecoin ancorato al valore che è stato scelto.
Perché ci sono rischi? La storia, anche recente, ci ha dimostrato come in realtà questo sistema all’apparenza quasi perfetto sia denso di rischi. Cosa succede se la criptovaluta non stable a garanzia del peg dovesse perdere enormemente di valore? Potrebbe innescarsi una bank run virtuale che contribuirebbe ulteriormente al deprezzamento della criptovaluta non stable accoppiata al progetto. E da qui un effetto a valanga in grado di travolgere tutto il sistema.
Possibile soluzione con le riserve: dato che il problema di cui sopra è ben noto a chiunque si sia avvicinato anche soltanto sbadatamente a questo mondo, da qualche tempo diversi progetti hanno iniziato ad accompagnare agli stablecoin algoritmici anche delle riserve, ovvero altre criptovalute più importanti in cassa e talvolta anche stablecoin classici.
Questo però non ha funzionato nel caso di Terra Luna e ha fortemente ridimensionato le velleità di chi stava cercando di operare in modo simile. Tra le altre cose l’utilizzo di riserve per sostenere l’ancoraggio è un elemento di forte centralizzazione per il sistema. Che diventerebbe così tanto centralizzato quanto gli stablecoin con riserva e al tempo stesso più rischioso, perdendo la sua ragion d’essere.
Protocolli che supportano le Stablecoin
Gli stablecoin sono estremamente popolari in ambiente Ethereum, ma oggi sono comunque disponibili su tante altre blockchain, spesso nella stessa versione. Possiamo utilizzare oggi stablecoin anche su Avalanche, Tron, Polygon Matic, Solana e tanti altri. Questo perché sono davvero fondamentali per il funzionamento delle App di DeFi, dove svolgono appunto il ruolo di rappresentanti del valore stabile del dollaro (e in casi minoritari anche di altre valute).
- Utilizzati anche dai sistemi di pagamento esterni
Sono nati diversi servizi che utilizzano proprio gli stablecoin come valuta di pagamento e di scambio tra gli utenti. Il motivo è semplice: gli stablecoin utilizzano network che operano 24/24 e 7 giorni su 7, che quindi offrono un’infrastruttura decisamente più funzionale di quella delle banche.

Ce ne sono diversi e stanno aumentando, anche grazie all’arrivo di progetti di stablecoin effettivamente coperti e concreti e che presentano profili di rischio se vogliamo minori rispetto a quelli di un tempo.
Come investire sulle Stablecoin?
Anche se hanno un valore stabile e ancorato ad un’altra valuta, in realtà gli stablecoin possono essere utilizzati anche come investimento. Ci sono diversi protocolli che offrono un interesse o rendimento se depositeremo i nostri stablecoin. Oppure possiamo usarli come liquidità da aggiungere ad una LP ed ottenere anche questa volta ritorni.
Occhio però: ci sono diversi sistemi che per attirare clienti e consumatori offrono rendimenti fuori mercato. Lo abbiamo già visto con Terra Luna e un caso simile si sta ripetendo con molti altri asset. Questi sistemi per continuare a funzionare hanno bisogno di iniezione di capitali costante da parte di terzi, in genere i gestori del protocollo. Spesso però questo gioco si ferma, facendo pagare un prezzo altissimo a chi è entrato tardi.
Non dimentichiamo, infine, che gli stablecoin conservano tutte le caratteristiche proprie delle criptovalute. Possono essere inviate da wallet a wallet, possono essere comprate e vendute sugli exchange, possono essere gestite tramite smart contract e possono essere utilizzate anche tramite i protocolli DeFi.
Quali sono i migliori Stablecoin: la top 7
| ⚖️ Migliori Stablecoin | ⭐ Valutazione |
|---|---|
| Tether (USDT) | 9.9 |
| USD Coin (USDC) | 9.8 |
| PayPal USD (PYUSD) | 9.6 |
| Dai (DAI) | 9.5 |
| TrueUSD (TUSD) | 9.3 |
| Frax USD (FRXUSD) | 9.2 |
| Gemini Dollar (GUSD) | 9.0 |
Abbiamo preparato anche una classifica dei sette migliori stablecoin, tenendo conto di diversi fattori come la capitalizzazione di mercato, la bontà delle riserve e la solidità delle stesse, la diffusione su diverse chain e la facilità di convertirli in dollari autentici, cosa che può giocare a parità di altri fattori un ruolo decisivo.
1. Tether $USDT
| ❓ Nome: | Tether |
| 📑 Sigla: | $USDT |
| 👶 Nascita: | 2014 |
| 🔍 Blockchain Supportate: | Ethereum, Tron, Ton, Solana, OMG Network, BNB Chain ed altre |
| 💰 Ancorato a: | Dollaro Usa |
| 🪣 Tipologia riserve: | Cash, Metalli preziosi, Bitcoin, Commercial Paper |
Nonostante sia circondato praticamente da sempre da violente polemiche, Tether si è dimostrato più volte essere lo stablecoin di riferimento dell’intero settore cripto. Legato a Bitfinex e anche a Paolo Ardoino, il token USDT rappresenta 1:1 il valore del dollaro USA. Non poteva, almeno per adesso, aprire la classifica dei migliori stablecoin dell’anno.

Vediamo perché è importante ed alcuni punti distintivi sulla stablecoin Tether (USDT):
- Su molte chain: il primo dei vantaggi di Tether USD rispetto alla concorrenza è quello di essere presente su molte chain. Partito su Omni Layer, oggi il token è supportato da Ethereum, ma anche da Tron, BNB Chain, Solana, Ton ed altri ancora. Non esistono stablecoin che siano così diffusi, sia in termini di volumi che in termini di chain supportate.
- La più capitalizzata: Tether è e con ogni probabilità continuerà a rimanere anche in futuro la criptovaluta stabile più capitalizzata (scoprilo sulla nostra pagina quotazioni criptovalute). Anche nelle fasi di mercato in ritirata Tether non ha avuto problemi a convertire il suo token in dollari reali e anche in seguito a cali importanti di capitalizzazione non ha mai perso un colpo.
- Polemiche: seguono Tether praticamente da sempre. C’è chi li accusa di scarsa trasparenza, chi dubita delle riserve a sostegno dei token in circolazione. Si potrebbe fare qualcosa di più per la trasparenza? Forse. Ci sono enti terzi che certificano le riserve che il gruppo dice di avere in cassa? Assolutamente sì. Le polemiche, come spesso accade nel mondo delle criptovalute, sono fondate però su poco o nulla e sono fatte più per il gusto di farle che perché necessarie e costruttive.
- Riserve esistenti: Tether non ha mai fatto mistero di non avere soltanto cash, ovvero contanti, in cassa. Parte del denaro che raccoglie per l’emissione viene investito in Corporate Bonds, metalli preziosi, altre tipologie di investimenti (si pensi ai commercial paper) ed anche in Bitcoin (prima crypto per market cap). In realtà il gruppo che governa Tether sta riducendo la percentuale di capitale detenuta in commercial paper.
Di seguito la nostra video-intervista a Paolo Ardoino, Chief di Bitfinex e stablecoin Tether USDT.
2. USD Coin $USDC
| ❓ Nome: | USD Coin |
| 📑 Sigla: | $USDC |
| 👶 Nascita: | 2018 |
| 🔍 Blockchain Supportate: | Ethereum, Polygon, Algorand, Avalanche, Flow, Hedera, Solana, Stellar, TRON |
| 💰 Ancorato a: | Dollaro Usa |
| 🪣 Tipologia riserve: | Cash, presso banche regolamentate negli USA, titoli USA a breve scadenza |
USD Coin o $USDC è il secondo token stabile ancorato al dollaro USA per capitalizzazione di mercato e ha visto rapidamente crescere il suo share di mercato, grazie anche agli importanti gruppi che vi partecipano. È stato creato da un consorzio che vede partecipare anche Coinbase, uno dei più importanti exchange di criptovalute a livello mondiale. È forse il più regolamentato degli stablecoin presenti oggi sul mercato.

A seguire, alcune caratteristiche ed aspetti pillar della stablecoin USD Coin (USDC):
- Ancorato saldamente al dollaro: USD Coin è ancorato al dollaro USA, non ne esistono altre versioni. Il dollaro rimane comunque la valuta di riferimento di tutto il settore ed è normale che si parta da qui.
- Può contare su investitori importanti: non solo Coinbase, ma anche Circle (che ad oggi risulta quotata in Borsa) e grandi gruppi finanziari come VISA, MasterCard, BlackRock, Fidelity. L’integrazione all’interno del mondo finanziario che fu è sicuramente la più forte all’interno del mondo degli stablecoin. Se vogliamo, USDC è il più istituzionale degli stablecoin ancorati al dollaro.
- Market Cap importante: la capitalizzazione raggiunta è già colossale, a ridosso di Tether, nonostante sia di molto più giovane. A contribuire a questo status raggiunto in tempo così breve c’è sicuramente l’appoggio da parte di importanti gruppi.
- Ampia trasparenza: risulta infatti, come dichiarato anche dagli esperti, massima. Sul sito ufficiale possiamo trovare informazioni sulla sostanza delle riserve e anche certificazioni di terzi.
- Presenza in Europa: in vista del MiCA, il token è stato registrato in Europa ed è stato sin da subito tra i pochi ad aver ricevuto ok dall’UE (aspetto che non può e che non deve essere sottovalutato).
3. PayPal USD $PYUSD
| ❓ Nome: | PayPal USD |
| 📑Sigla: | $PYUSD |
| 👶Nascita: | 2023 |
| 🔍Blockchain Supportate: | Ethereum ed altre reti |
| 💰Ancorato a: | Dollaro Usa |
| 🪣Tipologia riserve: | Supportata da depositi in dollari, titoli del Tesoro USA ed equivalenti di liquidità simili. |
PayPal non ha di certo bisogno di presentazioni e tramite il suo ingrasso nel mondo degli stablecoin, avvenuto con successo nel 2023, ha sbalordito esperti ed analisti. La sua creazione, ossia PayPal USD, è ancorata al dollaro USA, con specifiche riserve descritte in tabella. Un progetto relativamente nuovo, ma pronto a dare soddisfazioni.

Trovi a seguire alcuni punti chiave sullo stablecoin PayPal USD (PYUSD):
- Continue espansioni: nel corso degli ultimi mesi PayPal ha affermato di aver espanso il suo ecosistema a nuove blockchain, in modo da aumentare l’accesso cross-chain ed imporsi nel settore come uno dei maggiori leader in questo specifico segmento.
- Capitalizzazione elevata: e questo è chiaro quando mettiamo a confronto PayPal USD con quanto hanno raggiunto altri stablecoin minori. Tuttavia questo non è necessariamente un segnale positivo. Il tutto dovrà ovviamente essere valutato anche con il passare del tempo, a prescindere dal potente nome associato all’asset.
- Presenza di premi: tramite l’ecosistema PYUSD hai la concreta possibilità di accumulare punti direttamente sul portafoglio crypto PayPal (funzionalità che potrebbe tuttavia ancora non essere presente in tutte le nazioni). L’idea, assieme all’impegno, tuttavia è presente.
- Continua crescita: il piano industriale messo in campo da PayPal è molto ambizioso e punta – guardando la sua ampia roadmap – ad estendere ulteriormente anche lo stablecoin PYUSD.
- Riserve trasparenti: da un colosso come PayPal non poteva di certo aspettarsi un’organizzazione poco articolata e poco trasparente. Tutte le informative e le variazioni sulle riserve vengono sempre esposte in modo chiaro e dettagliato.
4. DAI $DAI
| ❓ Nome: | DAI |
| 📑 Sigla: | $DAI |
| 👶 Nascita: | 2017 |
| 🔍 Blockchain Supportate: | Ethereum |
| 💰 Ancorato a: | Dollaro Usa |
| 🪣 Tipologia riserve: | Algorithmic sovracollateralizzata |
DAI è uno stablecoin è molto particolare: viene emesso a fronte del blocco di altre criptovalute all’interno di un circuito DeFi molto evoluto e che permette di ottenere dei rendimenti interessanti.

Seguono subito alcuni aspetti rilevanti sullo stablecoin Dai (DAI):
- Gestione tramite DAO: ovvero tramite un’organizzazione decentralizzata, il che dovrebbe contribuire ad avere una struttura meno verticistica. Ovviamente chi ha più denaro sulla piattaforma detta, indirettamente, legge. Ma un minimo di decentralizzazione in più rispetto alle società strutturate possiamo aspettarcela.
- Sovra-collateralizzata: il meccanismo di emissione di DAI non deve essere associato a quello che abbiamo visto con Terra Luna. Siamo infatti davanti ad un sistema che utilizza la sovracollateralizzazione. A copertura di ogni token emesso c’è più del 100% di copertura in cripto (e ad oggi non solo).
- Diverse crypto: possiamo accedere a questo tipo di servizio utilizzando diverse cripto, con il parterre che puntualmente si allarga e che permette di mettere a frutto le proprie cripto.
- Buona resilienza: ha tenuto anche nei momenti di crisi aperta per il mercato e questo non può che essere un plus, qualcosa che gioca a favore della reputazione di questo stablecoin, per quanto diverso possa essere il livello di rischio rispetto agli stablecoin con riserva.
- Anche senza intermediari: uno dei vantaggi di utilizzare un sistema come quello di DAI, ovvero Maker, è che non abbiamo bisogno di intermediari per ottenere stablecoin. Il tutto funziona con un complesso di strumenti altamente automatizzati, per i quali è il codice a dettare legge.
- Un esperimento interessante: perché in realtà tutta l’emissione e tutti gli strumenti che vengono offerti sono regolati in modo relativamente orizzontale, dove per l’appunto una DAO si sostituisce nei fatti e con regole relativamente stringenti. Un esperimento per ora riuscito.
- Uso dei capitali non efficientissimo: è questa la critica che viene mossa in particolare in quelli che potremmo definire gli ambienti più degen della DeFi, ovvero quelli che cercano il massimo del rendimento sempre e comunque. C’è da dire che i progetti che hanno accusato MakerDAO e DAI di inefficienza sono poi quasi tutti finiti gambe all’aria, quindi forse meglio muoversi in questo senso che sparare smargiassate che poi finiscono con crack miliardari che lasciano gli investitori nelle proverbiali braghe di tela.
5. TrueUSD $TUSD
| ❓ Nome: | TrueUSD |
| 📑 Sigla: | $TUSD |
| 👶 Nascita: | 2018 |
| 🔍 Blockchain Supportate: | Ethereum, Tron, Aurora, Polygon, Arbitrum, Avalanche, Cronos, Optimism, BNB Smart Chain |
| 💰 Ancorato a: | Dollaro Usa |
| 🪣 Tipologia riserve: | Cash, presso banche regolamentate negli USA, certificate da Chainlink |
TrueUSD è molto diffusa, opera su diverse chain ed è ritenuta da molti una delle cripto stable più affidabili, nonostante sia comunque in circolazione con un Market Cap relativamente basso. Anche noi l’abbiamo inserita all’interno di questo nostro speciale e nella nostra classifica, perché effettivamente i fondamentali sono migliori di quanto visto con altri progetti, che talvolta hanno avuto maggiore fortuna.

In basso, alcune caratteristiche su una delle migliori stablecoin, ossia TrueUSD (TUSD):
- Analisi in tempo reale: i depositi di USD che fanno da riserva a TrueUSD possono essere verificati sul sito ufficiale in tempo reale. E possiamo anche vedere presso quali banche sono depositati. I numeri che vengono riportati sono inoltre certificati da enti terzi. È praticamente il massimo della sicurezza che si può avere per quanto riguarda le riserve.
- Buona integrazione: tanto presso gli exchange quanto nei servizi DeFi più utilizzati. Questo è un buon segnale per un progetto che, seppur con una capitalizzazione relativamente bassa, è comunque uno dei più diffusi su scala mondiale.
- Buona trasparenza: come indicato anche all’interno della pagina ufficiale, TrueUSD si avvale di meccanismi avanzati di audit volti a potenziare la sua trasparenza (aspetto che non è solitamente scontato in questo settore).
- Diversi usi: essendo una delle principali stablecoin legate al dollaro statunitense, TUSD può fungere da mezzo per transazioni transfrontaliere (mostra inoltre basse commissioni e velocità istantanea). Oltre ciò, troviamo casi d’uso anche nel segmento DeFi (ossia in finanza decentralizzata).
6. Frax USD $FRXUSD
| ❓ Nome: | FRAX USD |
| 📑 Sigla: | $FRXUSD |
| 👶 Nascita: | 2018 |
| 🔍 Blockchain Supportate: | Ethereum |
| 💰 Ancorato a: | Dollaro Usa |
| 🪣 Tipologia riserve: | Mix tra riserve e algoritmica |
Frax si definisce come la prima stablecoin frazionaria, in un curioso mix tra riserve e funzionamento algoritmico. Sebbene in molti in passato abbiano dubitato della sua consistenza e sebbene ci siano ancora dei dubbi, in realtà il protocollo si è dimostrato piuttosto solido.

Seguiamo da vicino le caratteristiche ed alcune considerazioni sulla stablecoin Frax (FRXUSD):
- Collaterale: il sistema è ibrido e utilizza anche USDC (assieme ad altri asset, aggiunti nel tempo) come collaterale. Si tratta di una buona scelta in quanto abbiamo davanti un sistema piuttosto affidabile e che possiamo considerare tra i più trasparenti attualmente in circolazione. Ricordiamo inoltre che il progetto è partito, per motivi di stabilità, con un collaterale del 100%.
- Governance decentralizzata: uno dei punti che ha portato gli inventori di Frax a mescolare i due sistemi è stata la volontà di creare un sistema per quanto possibile decentralizzato e che potesse offrire qualcuno dei vantaggi che sono propri dei sistemi algoritmici.
- Accompagnato da un token di governance: la governance decentralizzata ha ovviamente bisogno di un token. In questo caso abbiamo $FXS, che opera per l’appunto in tal senso.
- Liquidità relativamente bassa: anche se non bassissima e comunque più alta di altri progetti relativamente blasonati.
- Ecosistema in espansione: il progetto non è ovviamente fine a se stesso e negli ultimi tempi sono state presentate tantissime innovazioni e notevoli potenziamenti anche sulla blockchain denominata Fraxtal (appartenente alla categorie EVM Layer 1 ad altissime prestazioni).
7. Gemini Dollar $GUSD
| ❓ Nome: | Gemini Dollar |
| 📑 Sigla: | $GUSD |
| 👶 Nascita: | 2018 |
| 🔍 Blockchain Supportate: | Ethereum, Near |
| 💰 Ancorato a: | Dollaro Usa |
| 🪣 Tipologia riserve: | Riserve miste |
Gemini Dollar è uno stablecoin legato all’omonimo exchange Gemini, che come sappiamo si è recentemente quotato in Borsa, divenendo uno dei pochissimi provider listati in tutto il mondo. Reduce anche il suo lancio, anche lo stablecoin ha iniziato ad ottenere un considerevole hype e per questo motivo lo abbiamo qui proposto, a chiudere la lista dei potenziali migliori stablecoin dell’anno.

Mostriamo alcuni punti chiave sullo stablecoin Gemini Dollar (GUSD):
- Regolato a New York: una giurisdizione che era da considerarsi come blindata, almeno fino a quanto accaduto a Binance USD. Sta di fatto che tali regolamentazioni impongono comunque una gestione delle riserve molto trasparente e controlli importanti.
- Conversione gratuita: sull’exchange Gemini possiamo scambiare GUSD per dollari USA reali senza commissioni aggiuntive. Un buon sistema anche per i piccoli per tornare in possesso dei dollari reali.
- Attestazione riserve: attestazioni delle riserve di Gemini USD sono emesse su base mensile e sono verificate da BPM LLP. Non si tratterà di una big four come società di verifica, ma è comunque una documentazione importante per quanto riguarda l’asset e la stabilità del suo ancoraggio.
- Relativamente diffuso nel mondo DeFi: GUSD è diffuso su diversi protocolli leader del mondo DeFi. Non sembra essere però molto gettonato, almeno per ora.
Come scegliere il miglior stablecoin? Parametri da considerare
Come possiamo scegliere il miglior stablecoin? Anche se i migliori stablecoin sono tutti basati su riserve solide, o apparentemente da sistemi automatici di backing, esistono comunque dei rischi, o in altre parole non sono tutti uguali. Dato che è già avvenuto in passato che progetti stablecoin siano finiti con il proverbiale botto, è bene conoscere questi rischi prima di avventurarsi.
Metodologia valutativa per gli Stablecoin classici con riserva (sono tecnicamente i più sicuri, in particolare se possiamo essere matematicamente sicuri della bontà e della sussistenza di tali riserve):
- Audit: progetti che hanno audit, ovvero verifiche da parte società terze, sono solitamente molto affidabili. Altri sono meno trasparenti. La presenza di audit dei quali possiamo fidarci è fondamentale per capire che tipo di progetto abbiamo davanti.
- Qualità delle riserve: non tutte le riserve sono quali, neanche tra quelle che vengono chiamate cash like, ovvero equivalenti del contante. Cash è migliore dei titoli di stato USA. I titoli di stato USA sono meglio dei commercial paper. I commercial paper sono migliori dei bond corporate. Per valutare in questo senso serve un minimo di preparazione economica.
- Facilità di conversione: è un terzo fattore importante. Quanto è facile convertire i token in dollari veri. Alcuni richiedono limiti molto alti, altri no. Se comunque possiamo convertirli tramite exchange senza grossi problemi, devono essere considerati equivalenti.
Metodologia valutativa per gli Stablecoin algoritmici:
- Che tipo di riserve: ok, è algoritmico. In cosa può essere convertito? In genere in una criptovaluta per un controvalore equivalente. Cosa succederebbe a quella cripto se dovesse perdere di valore?
- Chi gestisce le riserve: la trasparenza è d’obbligo e sotto questo aspetto dobbiamo sottolineare come si possa, anzi si debba fare ancora tanto. Anche qui il caso di Terra Luna è stato emblematico: vi erano riserve, sono state liberate con tempistiche dubbie, e comunque senza che ci fosse un piano chiaro prima.
- Che tipo di meccanismi sono associati: abbiamo dei sistemi che offrono interessi fuori mercato? Chi li sta finanziando? Chi ha in mano la borsa? Sono tutte domande necessarie.
- Collateralizzazione: DAI è sovracollateralizzata, nel senso che per ottenere 1$ di DAI dobbiamo bloccare una somma superiore. Questa è una prospettiva migliore di una collateralizzazione 1:1.
- Originalità può significare più pericolo? Quando un protocollo prova a fare qualcosa di nuovo le alternative sono due: o abbiamo davanti un’idea geniale e funzionale, oppure un futuro disastro. Giudichiamo con ancora maggiore attenzione quei progetti che sono novi anche in termini di evoluzione concettuale.
Dove comprare gli Stablecoin?
Gli stablecoin sono in genere emessi direttamente dal protocollo tramite le App sul loro sito internet. Per qualcuno però può essere relativamente ostico doversi arrangiare in questo modo ed è per questo motivo che anche gli exchange principali su scala mondiale offrono in genere accesso ai principali stablecoin.
Noi abbiamo raccolto qui i migliori exchange, i più sicuri e affidabili, che possiamo utilizzare per comprare gli stablecoin che abbiamo indicato nel corso di questo approfondimento come migliori:
- 📌 Bybit (vai qui per registrarti)
- 📌 Kraken (vai qui per registrarti)
- 📌 Bitget (vai qui per registrarti)
Stablecoin: pro e contro
| 👍 PRO STABLECOIN | 👎 CONTRO STABLECOIN |
|---|---|
| Rapidi | Ci sono rischi |
| Economici | Regolatore interverrà |
| Comodi | |
| Indispensabili per il mercato |
Gli stablecoin sono utili, e a dirlo sono i mercati che ne utilizzano per miliardi di dollari ogni giorno. Se non avessero senso di esistere nessuno li utilizzerebbe, o comunque avrebbero dei volumi decisamente meno importanti. Questo non vuol dire però che siano perfetti: per questo motivo abbiamo raccolto qui i pro e i contro legati all’utilizzo degli stablecoin.
👍 Pro degli stablecoin:
- Comodi: l’aspetto forse fondamentale degli stablecoin è la comodità. Siamo davanti infatti a dei token che possiamo utilizzare all’interno dei protocolli DeFi, ma anche all’interno degli exchange decentralizzati per gli scambi rapidi, laddove euro o dollari non fossero supportati.
- Rapidi e a basso costo: gli stablecoin si stanno facendo strada anche come metodi di pagamento, con diversi servizi a livello mondiale che utilizzano proprio stablecoin e relative blockchain per offrire pagamenti rapidi e a basso costo.
- Spesso indispensabili: non sono soltanto utili. Almeno fino a quando i mercati delle criptovalute principali saranno organizzati così, saranno indispensabili. E senza, il mondo delle cripto non sarebbe più lo stesso.
👎 Contro degli stablecoin:
- Presenza di rischi: ci sono sempre, sebbene in alcuni casi siano molto vicini allo zero. In altri casi l’emissione di stablecoin è invece direttamente collegata a sistemi non sempre limpidi e che hanno alta probabilità di fallire.
- Regolatore spesso sul piede di guerra: ha già provato ad entrare a gamba tesa su questo settore e a nostro avviso ci riproverà in futuro, tanto negli USA quanto invece in Europa. Staremo a vedere a quali folli regole dovremo sottostare per utilizzarli in futuro. La buona notizia in questo senso è che diversi degli stablecoin che abbiamo segnalato all’interno del nostro approfondimento sono già in linea con le normative di livello bancario, anzi, talvolta sottoposti a regimi ancora più restrittivi.
Opinioni e considerazioni finali sugli Stablecoin
Gli stablecoin sono una parte fondamentale del corretto funzionamento del mercato delle criptovalute e nessuno potrebbe oggi farne a meno, fatta eccezione forse per i piccolissimi investitori. Sono uno strumento molto utile anche in altri frangenti, senza il quale molti dei settori della DeFi non potrebbero funzionare.
All’utilità accompagnano però una percentuale di rischio variabile progetto per progetto, che va valutata attentamente prima di fare una scelta. Il mondo della finanza decentralizzata, per quanto poi tanto decentralizzata non sia, è interessante, talvolta utile e sicuramente affascinante. Ma dovremmo avere lo stesso rigore che abbiamo quando ci troviamo davanti gli strumenti della finanza tradizionale.
FAQ – Stablecoin: Domande e Risposte comuni
Considerando lo studio condotto dai nostri esperti in materia, tra i migliori stablecoin possiamo citare: Tether, USD Coin, PayPal USD, DAI, TrueUSD, Frax USD ed anche Gemini Dollar.
Gli stablecoin sono criptovalute il cui valore è ancora in modo fisso ad una valuta fiat oppure ad una materia prima. Sono ancorate alle valute secondo diversi meccanismi.
Dipende dal metodo che utilizzano per l’ancoraggio, dipende dal tipo di riserve e dai meccanismi che vi sono collegati. Nel nostro approfondimento offriamo analisi dei migliori stablecoin.
Sì, ci sono dei rischi importanti che vanno valutati, anche quando siamo davanti a realtà molto solide. Nel nostro approfondimento offriamo uno spaccato anche della situazione relativa al rischio.
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Uhhhh mi piace un casino questo articolo! Grazie! Finalmente nei comincia a parlare un po’ di lingua per neofiti!