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Fidelity spinge come BlackRock: novità importante sulle borse USA per Bitcoin e Ethereum

Fidelity segue BlackRock e chiede un'importante modifica a SEC.
4 mesi fa
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Anche Fidelity ha chiesto una modifica ai suoi ETF su Bitcoin e Ethereum. La modifica riguarda la modalità di creazione delle quote dell’ETF stesso. Gary Gensler aveva imposto ai gestori la modalità cash creates, più onerosa, più complicata e in ultimo la meno preferibile.

Ora che al vertice di SEC ci sono stati dei cambiamenti importanti, i gestori però vorrebbero tornare alla carica. Lo ha già fatto BlackRock e ora tocca al secondo gestore per quantità di capitale raccolto su questi prodotti, Fidelity.

Tenendo conto degli umori ai piani alti di SEC, profondamente cambiati dopo l’addio di Gensler, ci aspettiamo che queste richieste di modifica vengano approvate, e che arrivino anche gli altri gestori a chiederli.

Oltre che all’efficienza, il ricordo di un dispetto

Nessuno è mai riuscito a giustificare l’approvazione degli ETF soltanto a patto che utilizzassero la modalità cash creates, anche tra gli avversari del settore Bitcoin e crypto. Una questione tecnica che è però al tempo stesso una fotografia molto precisa di quello che era il clima che si respirava ai piani alti dei regolatori USA.

Cash Creates è una modalità di creazione di quote di ETF che prevede, da parte dei partecipanti autorizzati, versamenti in denaro che viene poi convertito nel sottostante dal broker scelto dall’ETF. Una modalità di creazione lenta, costosa e che in ultimo rende meno efficiente la gestione di questi prodotti.

Fidelity, con la sua ultima richiesta, vorrebbe passare all’altra modalità di creazione – che spieghiamo anche qui nel nostro speciale sugli ETF Bitcoin – ovvero la modalità in kind. Se dovesse essere approvata la modifica, si potrà passare alla creazione di quote con versamento diretto in Bitcoin o Ethereum.

Gary Gensler aveva imposto la prima delle due modalità per motivi di sicurezza: avrebbe limitato il ricorso a intermediari non americani e dunque meno trasparenti verso SEC e le sue indagini.

Cosa che ora, con l’arrivo di Paul Aktins, dovrebbe però venire meno. O comunque essere considerata meno importante.

Per tanti l’ultimo dei dispetti di un Gary Gensler che avrebbe fatto di tutto per evitare agli ETF il successo che poi hanno avuto.

Il passaggio a in kind sarà un vantaggio per i gestori che non cambierà le carte in tavola in modo decisivo. Tuttavia, c’è ben poco da cambiare. Ci aspettiamo per il 2025 degli inflow anche maggiori su un prodotto che è piaciuto molto di più di quanto avessero previsto anche i più ottimisti. Per il resto, sul breve periodo di Bitcoin leggi qui l’analisi di Alex Lavarello, per avere anche idea di cosa stia succedendo sul piano tecnico.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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