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La società crypto Circle sfonda i 20 MILIARDI di cap. Ma quanto varrebbe Tether se si quotasse in borsa?

I conti della serva per capire quanto varrebbe Tether se dovesse... quotarsi in borsa.
3 settimane fa
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Circle vale, a 24 ore dal lancio in borsa, più di 20 miliardi di dollari. Ci sono tutta una serie di domande scaturiscono dall’incredibile corsa del titolo dell’azienda che emette USDC e che è l’unica credibile rivale di Tether sul mercato crypto. Ci siamo già occupati a più riprese del titolo $CRCL, già da prima della sua quotazione. E ora può essere il momento giusto per rispondere a certe domande che stanno facendo il giro dei social, e che sono del massimo interesse.

Se Circle vale più di 20 miliardi, quanto dovrebbe valere in caso di quotazione Tether, che per il 2024 ha realizzato circa 86 volte i profitti dell’azienda che si è appena quotata al NYSE? Quanto c’è di concreto dietro questa quotazione e sui valori che sono stati raggiunti nel giro di 24 ore? Ha senso ritenerla una sorta di gemma arrivata in un momento di appetiti non così entusiasmanti per il rischio?

Cercheremo di fare i conti della serva, ricordandoci però che dietro la formazione di certi prezzi, tanto nel mondo delle azioni quanto in quello delle crypto spesso – almeno sul breve periodo – l’alchimia vale più dell’aritmetica.

I numeri di Circle: titolo vicino ai 100$, capitalizzazione di mercato oltre i 20 miliardi

Il prezzo delle azioni Circle è ancora piuttosto volatile, e per riferimento dei nostri calcoli ci fermeremo a quota 20 miliardi di dollari totali di capitalizzazione. Il primo conto della serva è quello dei profitti contro la capitalizzazione, del gruppo, che poi è la stessa cosa di calcolare il P/E Ratio, formula magica che ormai in borsa vuol dire molto poco.

  • Profitti per il 2024: 155 milioni di dollari

Nonostante ricavi di 1,66 miliardi di dollari, il gruppo ha portato a casa poco più di 155 milioni di dollari di profitti netti. Meno del 10%, che potrebbe anche andare bene in altri settori, ma che impallidisce al confronto di quanto portato a casa da Tether, che per il 2024 ha portato a casa 13 miliardi di dollari.

Se dovessimo tenere conto dello stesso multiplo, che è di circa 129 per Circle, Tether alla quotazione dovrebbe valere la bellezza di:

13 x 129 = 1.677 miliardi di dollari

Il che vorrebbe dire per Tether essere la settima azienda al mondo per quanto riguarda la capitalizzazione di mercato. Prima di Saudi Aramco e dopo Meta / Facebook. Dovrebbe essere ovvio però a questo punto che il P/E Ratio (abbiamo usato il cap/profits perché di Tether non è noto il numero di azioni circolanti) è un numero magico molto poco utile per prezzare le azioni.

  • Il rapporto tra le riserve: un altro calcolo possibile

Sia Circle che Tether guadagnano dalle loro riserve, che investono in asset liquidi (con Tether che ha qualcosa anche in Bitcoin, oro e altri investimenti). Qui il numero che verrebbe fuori sarebbe molto meno incoraggiante per Tether, ma comunque abominevole rispetto all’effettiva rilevanza del business, almeno per chi non lo conosce.

Con una capitalizzazione di mercato di 20 miliardi di dollari e riserve per circa 60 miliardi di dollari (che sono dei clienti, va ricordato, e non fondi propri), Circle ha ottenuto circa il 33% di cap rispetto alle suddette riserve.

Tether ha ad oggi circa 150 miliardi di riserve, il che vuol dire che seguendo lo stesso semplice calcolo, finirebbe per valere a mercato:

150 / 3 = 50 miliardi di dollari

La distanza tra il calcolo ottenuto con il P/E Ratio e questo che parte dalle riserve, ci racconta però una storia molto diversa. Ovvero ci racconta dell’enorme distanza in termini di organizzazione, costi, ricavi e profitti tra due aziende che almeno da fuori fanno lo stesso lavoro e occupano lo stesso settore.

Perché Tether è diversa?

In tanti, correttamente, elogiano una struttura molto più agile da parte di Tether e l’assenza (almeno secondo le informazioni pubblicamente disponibili) di accordi come quello di Circle con Coinbase che costa a Circle stessa quasi 1 miliardo di dollari sottratti dai ricavi.

Ci sono però altre differenze che vale la pena di ricordarsi quando si parla di Tether:

  • Non ha riserve solo in bond USA e cash: basta guardare la pagina trasparenza per vedere come – seppur la cosa non sia un problema per la solidità del gruppo e delle sue riserve – ci sono anche altri asset, che nel 2024 sono stati più redditizi dei pur golosi bond USA. Su tutti Bitcoin, oro, prestiti con collaterale.
  • È più snella anche perché ha scelto di ricercare con meno ossessione la compliance in mercati irrilevanti (vedi Europa). Non paga inoltre degli enormi costi di distribuzione (sul totale) agli exchange.
  • Altri investimenti? Da Rumble alla Juventus, passando per Adecoagro. Vedremo quanto impatteranno in futuro.

Due animali da borsa che, pur essendo simili all’apparenza, non possono in alcun modo essere paragonati una volta che il discorso si fa più… serio e dettagliato. Per qualcuno sarà come paragonare muli e cavalli, per altri come paragonare gatti e tigri. Noi su questo non ci esprimeremo, lasciando al lettore la piena libertà di valutare le diverse situazioni delle due aziende.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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