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JP Morgan: “Staking a 40 miliardi grazie a Ethereum”

3 anni fa
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Anche JP Morgan è bullish sul mondo della finanza decentralizzata, in particolare per quella che ruota intorno all’ecosistema di Ethereum. Una nota dell’importante banca d’affari ha infatti spostato il focus sul prossimo aggiornamento di Ethereum, che secondo gli esperti del gruppo, potrebbe aumentare e di molto i volumi del crypto-staking.

Un’industria che oggi muove già capitali molto importanti – e che potrebbe arrivare a 40 miliardi sempre secondo JP Morgan – con il settore che andrebbe fortemente a rinforzarsi anche grazie al passaggio di Ethereum verso il sistema di validazione PoS, che renderà l’intero network maggiormente scalabile e più economico.

JP Morgan punta su Ethereum per l’esplosioen dello staking

Staking che oggi è ormai diventato mainstream, grazie anche all’impegno di intermediari e piattaforme come eToro (qui per saperne di più sullo staking e programma di ricompense), che lo offre sia su Cardano che su Tezos in modo completamente automatico.

JP Morgan punta sullo staking – che fa tremare il mondo della finanza classica

JP Morgan non è stato sempre un gruppo morbido nei confronti del mondo delle criptovalute. A più riprese, prima del suo impegno definitivo, aveva indicato come fosse necessario stare alla larga da un mondo tanto volatile quanto – a loro detta – privo di qualunque tipo di garanzia.

In realtà di acqua sotto ai ponti ne è passata parecchia – e la banca d’affari americana oggi è tra le prime per impegno e recepimento nel campo delle novità su blockchain. JPM – e non è un mistero ormai per nessuno.

E il gruppo ora accende i riflettori sul mondo dello staking, che permette a tutti di bloccare i propri token per ottenere delle ricompense (spesso interessanti). Cosa che è già possibile fare su Ethereum – anche se come abbiamo già rimarcato diverse volte sulle pagine di Criptovaluta.it le ricompense potranno essere ricevute a partire dal passaggio ufficiale alla versione 2.0.

Obiettivo 2025 per JPM

Secondo JP Morgan lo staking potrà valere complessivamente 40 miliardi di dollari entro il 2025, il che vorrebbe dire una crescita di circa il 400% rispetto ai valori attuali. Senza però citare la possibilità che ci saranno dei rendimenti decrescenti, per motivi algoritmici, al crescere della quantità di token e coin in staking.

Sempre secondo JP Morgan, Ethereum da solo potrebbe valere, in termini di staking, 20 miliardi di dollari. Somma che non riteniamo essere assurda, se teniamo conto del fatto che adesso, quando si è ancora in fase di test, il valore dei coin in staking ha già superato i 6 miliardi di dollari.

Cosa vuol dire questo per il mondo della DeFi e per le criptovalute?

Non molto in termini di prezzo sul breve, anche se è innegabile che anche i grandi gruppi si siano accorti della grande concorrenza che questi sistemi potranno fare al mondo dei risparmi classici.

Sì, perché diventerà sempre più accessibile a tutti la possibilità di avere delle rendite periodiche in modo semplice e automatico, a tassi molto più alti di quelli offerti dalle banche. E questo per le banche potrebbe essere un problema. Anche tenendo conto del fatto che anche gli stablecoin – ancorati a valute tradizionalmente meno volatili – stanno offrendo rendimenti molto interessanti, tramite operazioni che non sono di staking, ma comunque sempre più accessibili anche al pubblico generalista.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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