Per gli ETF Bitcoin negli USA siamo all’ottavo giorno consecutivo di flow positivi. Questo vuol dire che aumentano gli investimenti in questi prodotti, ancora una volta spinti dai grandi numeri di BlackRock. Nel corso dell’ultima sessione di trading i capitali in ingresso sono aumentati di altri 202,6 milioni di dollari, con delle fuoriuscite molto ridotte da Fidelity, Bitwise e VanEck.
Discorso diverso sul fronte Ethereum, con gli ETF che invece fanno registrare l’ottavo giorno consecutivo di flow negativi, in modo assolutamente speculare a quanto sta avvenendo nel mondo degli ETF Bitcoin. Qui a pesare è sempre BlackRock, che è ferma da giorni senza inflow.
Differenza radicale sull’apprezzamento dei due diversi asset da parte di Wall Street? Probabilmente no. A pesare è il fatto che i due prodotti si trovano in due fasi molto diverse della loro esistenza. E il sospetto che su Bitcoin stiano iniziando ormai ad arrivare i grandi gruppi è forte.
La storia degli ETF negli USA si sta facendo parecchio strana. Negli ultimi 8 giorni quelli su Bitcoin hanno fatto registrare per ciascun giorno di scambio di questo periodo inflow, ovvero flussi positivi di capitali. Al contrario, come abbiamo visto sopra, Ethereum ha fatto invece registrare outflow, sempre per ogni sessione.
Che la vendita di prodotti su $ETH avrebbe necessitato di più tempo, di più spiegazioni e di più pubblicità lo avevamo già scritto proprio su queste pagine. I mercati tradizionali hanno già una certa familiarità con Bitcoin – gli è stato proposto da tempo e hanno anche completato in parte la due diligence necessaria prima di procedere con gli investimenti.
Nel caso di Ethereum abbiamo invece due tipi di ritardi: il primo dipende almeno in parte dal momento in cui è stato lanciato sui mercati. È arrivato a ridosso di agosto, non esattamente il momento più brillante, in termini di interesse, da parte dei mercati. Il secondo ritardo rispetto a Bitcoin riguarda la lentezza con la quale in genere si muovono gli investitori più strutturati, che probabilmente rimanderanno ogni tipo di discussione su questi prodotti a settembre-ottobre.
Probabilmente poco. Settembre e ottobre saranno due mesi più decisivi per capire che tipo di corso avranno questi prodotti, che altrove (vedi in Europa) hanno raccolto con il tempo dei capitali importanti. Continueremo a seguire le evoluzioni di prodotti che – a parte le performance in un agosto dai bassi volumi anche on-chain – hanno già avuto l’impatto positivo di aver lanciato Ethereum sulle piazze che contano.
Sono le piazze finanziarie classiche, le più importanti, quelle USA, quelle che il mercato crypto ha sempre sognato.
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