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Russia: stop al mining Bitcoin nelle regioni dove c’è meno…

TASS annuncia stop al mining in certe regioni della Russia. Ecco cosa sta succedendo a Bitcoin.
7 mesi fa
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Quando si parla di rapporti tra mondo crypto e Russia le notizie sono spesso esagerate, spesso tendenziose e spesso farcite di moventi politici che ne aumentano il significato apparente. Questa volta però è diverso: a parlare è direttamente TASS, che riprende una decisione ufficiale del Ministero dell’Energia della Federazione Russa. Presto stop al mining nelle regioni della federazione che hanno problemi di approvvigionamento elettrico.

Tutto questo mentre il paese ha almeno parzialmente aperto al mondo crypto – almeno in relazione alla circolazione delle criptovalute – con delle normative che saranno in vigore a partire dal prossimo 1^ novembre, ovvero da dopodomani.

Non è ancora chiaro quali saranno le regioni che saranno soggette al ban. La questione però – con la Russia che non è così rilevante in termini di mining – apre a delle discussioni riguardo le giurisdizioni più aperte a questo tipo di attività. Un discorso che riprenderemo in fondo a questo approfondimento.

Stop al mining, ma dove?

In Russia, in quelle regioni dove c’è un deficit in termini di produzione di energia elettrica che è ulteriormente aggravato dalla presenza di mining Bitcoin. È questo quanto è stato ripreso da TASS di quanto è stato affermato dal vice ministro all’Energia Yevgeny Grabchak.

Non è chiaro per il momento quali saranno le regioni direttamente interessante né quando del mining su Bitcoin made in Russia avvenga da quelle parti.

Continua però il rapporto conflittuale del mining con le autorità politiche in alcune regioni del mondo. Il mining va in genere ad installarsi laddove è disponibile energia a basso costo. Energia a basso costo che è presente laddove viene prodotta e non consumata.

Seguiremo da vicino l’evoluzione di questa vicenda, che più per l’hashrate a protezione di Bitcoin è in realtà interessante per i risvolti all’incrocio tra politica e mining di BTC, anche in quelle giurisdizioni che tanti giornali in cerca del solito sensazionalismo ritengono le più aperte.

Fare mining dove si è più tranquilli

E questa tranquillità vuol dire anche stabilità politica in relazione a certe decisioni. Negli USA ci sono diversi stati e contee che hanno costretto i miner a spegnere le macchine, così come in Russia si potranno prendere delle decisioni simili.

Un manifesto questo di quanto sia necessario decentralizzare queste operazioni il più possibile – anche per evitare di avere troppo hashrate in singole giurisdizioni che potrebbero muoversi per ostacolare queste operazioni. Non è chiaro se il provvedimento del Ministero dell’Energia sarà perpetuo o se interesserà le aree soltanto per un periodo limitato di tempo.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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