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Banca svizzera lancia allarme: Bitcoin non può essere riserva delle banche centrali per colpa di Strategy

Arrivano le prime analisi poco edificanti per la situazione Saylor-Bitcoin. Ecco cosa teme questa banca svizzera.
2 settimane fa
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Arrivano i primi allarmi informati sulla situazione che si sta sviluppando intorno e dentro a Bitcoin a causa dell’importante piano di accumulo da parte di Strategy. Piano di accumulo che vale già 582.000 Bitcoin e che continuerà a macinarne. Questo in aggiunta alle imitazioni, qualcuna riuscita qualcuna meno, da parte di diverse società quotate.

A parlare è Sygnum, banca svizzera che si occupa pressoché in modo esclusivo di crypto e che dunque è una voce maggiormente istituzionale rispetto a quelle che di solito commentano certe evoluzioni del mercato.

Il messaggio è chiaro: Strategy è anche un pericolo, non ha strategie di treasury ma di investimento duro e puro e soprattutto fa investimenti con una leggera leva. La cosa potrebbe tra le altre cose rendere Bitcoin inappropriato per le banche centrali, dato che una società privata ne controlla un numero così spropositato.

Cosa vedrete nei titoli di tutti

Nei titoli di tutti vedrete una frase, neanche la più importante, di un lungo report pubblicato da Sygnum che invitiamo tutti a leggere qui.

Una società privata che controlla una parte importante dell’offerta esistente renderebbe Bitcoin inappropriato per la detenzione a scopo di asset di riserva da parte delle banche centrali.

Il discorso è semplice, quasi lapalissiano. Le banche centrali non possono avventurarsi nel mondo di Bitcoin a queste condizioni? Ovviamente no. E dato che Strategy (e altre) continueranno a comprare, la situazione non potrà che peggiorare. Discorso ampiamente condivisibile e che abbiamo già abbozzato più volte sui nostri canali social.

C’è una cosa da aggiungere: l’acquisto di Bitcoin è libero per tutti e certamente non sta a Saylor renderlo un asset utile per le banche centrali. E non è neanche detto che un acquisto da parte delle banche centrali sia una buona idea. Ad ogni modo, l’intuizione rimane corretta.

Tanto altro nel report

In realtà nel report si affrontano tanti altri temi, che riassumeremo qui salvo poi riprenderli in speciali anche sul nostro Magazine settimanale. Li riassumiamo qui anche come utili spunti di ragionamento per chi cerca di capire cosa sta succedendo davvero sui mercati.

  • Premium

Come abbiamo già visto più volte su queste pagine, tante di queste società (MSTR compresa) hanno valutazioni di mercato molto superiori alle loro detenzioni in BTC. I mercati dunque valutano le loro azioni più del controvalore in BTC. Come afferma Sygnum correttamente, è qualcosa di tipico nelle fasi espansive di certi mercati. E ricorda anche quanto accadde ai tempi al trust su bitcoin di Grayscale (scambiato ad un forte PREMIUM rispetto al sottostante).

  • Non può durare in eterno

Nel senso che i piani di MSTR e di chi la emula diventeranno sempre più complicati. Ci saranno più persone pronte ad acquistare, i prezzi potrebbero crescere e ci sarà più competizione anche nella raccolta dei capitali.

  • Economicamente distruttivo

Nel senso che i denari che sono a riposare in forma di Bitcoin, non possono essere investiti per attività produttive da parte delle stesse aziende. Qui il discorso si fa più complicato (possono essere impegnati in cambio di liquidità), ma è comunque un segnale del fatto che queste aziende non avranno alcun tipo di possibilità di avere attività alternative… di successo.

Rimane il fatto che ci si potrà fare poco, ammesso che sia auspicabile farlo. Nel complesso infatti ognuno è libero di fare con i suoi soldi – o con quelli che gli prestano, quello che preferisce.

E se renderà Bitcoin poco utile per le banche centrali, non potremo farci assolutamente nulla. Ammesso, appunto, che sia una buona idea vederlo come asset di riserva presso le banche centrali.

Quando dovranno vendere?

C’è una previsione – che poi è in linea con la nostra di sempre. Strategy non dovrà vendere nel caso in cui Bitcoin dovesse andare sotto il suo prezzo medio di carico (a 70.000$ circa oggi), ma solo in questa circostanza:

Una saturazione della domanda [di credito verso MSTR], insieme a un bear market crypto possono portare questi veicoli alla necessità di vendere Bitcoin, che andrebbe a esacerbare un trend negativo già esistente per il prezzo di Bitcoin – sia come pressione di vendita sia per l’impatto che la vendita avrebbe sul sentiment.

E aggiunge poi il report:

“Michael Saylor vende Bitcoin” sarebbe un titolo difficile da digerire per i mercati crypto.

Quanto è problematico?

Anche qui il giudizio ci risulta piuttosto sensato e equilibrato:

Le detenzioni importanti, concentrate, sono un rischio per qualunque tipo di asset e a questo punto quelle di Strategi (in Bitcoin) si stanno rapidamente avvicinando ad un punto oltre il quale saranno problematiche.

C’è comunque da disperarsi? Probabilmente no. A nostro avviso Strategy – a meno che non ci sia un bull market anche del sentiment – dovrà rallentare le proprie acquisizioni. Mitigando almeno in parte il problema.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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