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Ethereum: arriva la testnet Shanghai! | Primo passo post-Merge

Ethereum cammino per TPS più alte
2 anni fa
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Si chiama Shandong la testnet che consentirà agli sviluppatori di sperimentare il prossimo upgrade di Ethereum, che dovrebbe avvenire in una data da definirsi del 2023.

Numerose EIP (Ethereum Improvement Proposals) sono in esame per essere incluse in questa nuova upgrade, e gran parte di queste sono rivolte a risolvere problemi di efficienza e scalabilità del network.

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Il primo importante aggiornamento dopo il merge di settembre

Shangai sarà il primo upgrade dopo il merge di settembre 2022, che ha visto la popolare criptovaluta finalmente passare dal Proof-of-Work al Proof-of-Stake.

Sicuramente il passaggio al PoS rappresenta uno step importante per la popolare crypto, che risolve i problemi di elevato consumo energetico, anche se, a detta di molti, a discapito di una più ampia decentralizzazione. Le principali critiche alle crypto, infatti, sono spesso relative al loro eccessivo consumo di energia ed Ethereum ha voluto dare un chiaro segnale in questa direzione.

Ancora un lungo cammino per Ethereum

Tuttavia, gli aspetti di Ethereum da migliorare sono ancora tanti, e sono spesso legati al costo eccessivo del gas (fee per le transazioni) e alla velocità e scalabilità del network. Altro aspetto che richiede costante attenzione e ottimizzazione è quello legato all’esecuzione degli smart contract.

Si tratta di settori in cui Ethereum ha avuto il ruolo di pioniere ed è ancora leader, ma molte altre crypto ad oggi si stanno facendo avanti. Occorre quindi mantenere la posizione acquisita con continui e sostanziali miglioramenti, per tutti i casi d’uso legati, ad esempio, alla DeFi, NFT e gaming.

Alcune delle più importanti proposte attuali

Una delle EIP più interessanti è, al momento, la EIP 4895, che consentirà a tutti coloro che hanno messo in staking ETH sulla Beacon chain, di ritirare la somma messa in stake e le relative ricompense guadagnate. La Beacon chain, infatti, è stata introdotta già nel 2020, per testare il meccanismo della Proof-of-Stake prima che venisse definitivamente implementato sulla mainnet. Il recente merge, ha poi unificato la Beacon chain con la blockchain ufficiale.

Altra proposta degna di menzione è la EIP 4844, che introdurrebbe il proto-danksharding. Si tratta, in sintesi, di un nuovo meccanismo che dovrebbe consentire di processare rapidamente una maggiore quantità di dati (maggiore velocità di esecuzione delle transazioni) e di ridurre, di conseguenza, il costo del gas. Uno dei principali problemi delle transazioni ETH rimane, infatti, l’elevato costo delle transazioni, e da tempo si sta lavorando per risolverlo al meglio.

Da menzionare, inoltre, l’EIP 3540, che riguarda l’EVM (Ethereum Virtual Machine), che si occupa di eseguire gli smart contract sul network ETH, separando il codice dai dati, rendendo più semplici i futuri upgrade alla virtual machine.

Quale futuro dopo il merge?

Come affermato dal fondatore Vitalik Buterin alla Ethereum Community Conference a Parigi, dopo il passaggio da PoW a PoS (merge), lo sviluppo di ETH sarà completo solo al 55%. In sostanza, quello che sembrava un punto d’arrivo è in realtà solo un passaggio, fondamentale ma non esaustivo.

Ci sono altri quattro passaggi che consentiranno alla criptovaluta di evolvere in futuro, dopo il merge: the Surge, the Verge, the Purge, the Splurge. Tutto ciò è spiegato visivamente da questo tweet di Miles Deutscher:

Obiettivo finale è arrivare a 100.000 transazioni al secondo, secondo quanto dichiarato da Buterin. Più in generale, in un panorama sempre più competitivo, Ethereum dovrà sicuramente lavorare per mantenere il proprio primato ed evolversi continuamente per non rimanere indietro rispetto ai numerosi e agguerriti concorrenti. A nostro parere il progetto rimane solido e mantiene ben salda la sua posizione dominante su tutti gli altri.

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