Mercati completamente in standby, complice anche quella che almeno sul fronte macro dovrebbe essere una settimana relativamente tranquilla. Assenza quasi totale di dati rilevanti, con il grosso degli occhi che saranno puntati sul Monetary Policy Report di Federal Reserve, che sarà rilasciato venerdì alle 18:00 ora italiana.
La situazione non potrebbe essere diversa: da un lato i dati macro continuano a rimandare l’ora fatale per la politica monetaria di Federal Reserve. Dall’altro i volumi bassi offrono spazio a spike improvvisi in qualunque momento.
In aggiunta, il ritmo al quale si sta muovendo Donald Trump sta sfinendo la già scarsa pazienza dei mercati: ad ogni annuncio, come quella delle riserve crypto – i mercati si muovono per qualche ora, salvo poi tornare ad uno stato di apatia che segnala come sia più l’incertezza a dominare che la voglia di andare a vedere quanto lontana sia l’uscita da un range che fa da calamita. Il tutto non senza colpi di scena. Atlanta Fed ha aggiornato le previsioni sul PIL, portandole per il primo trimestre del 2025 al -2,8%!
In tanti, almeno a leggere quanto condividete con noi sul nostro Canale Telegram, si aspettavano di più da questa prima fase del governo Trump. Come abbiamo già visto c’è in realtà tanto che è stato già messo sul tavolo, ma non abbastanza per scuotere mercati che hanno perso la pazienza anche per la lunga stasi che ha riguardato non solo i prezzi. A completare il quadro, le previsioni di Fed Atlanta, che sono passate nel giro di 2 settimane da un solido +2,3% a un 2,8%.
Non c’è ancora di che preoccuparsi, nel senso che si tratta pur sempre di un modello, che però sta lanciando un segnale di allarme. Un modello che però è stato sempre relativamente attendibile, come dimostra il grafico che alleghiamo.
I mercati hanno paura? Fino a un certo punto. Rimane infatti il sentimento doppio che li attanaglia da tempo: meglio una breve recessione o comunque un rapido degradamento delle condizioni economiche per avere qualche taglio aggiuntivo? Oppure no?
Per ora – aggiungiamo anche il grafico di Fed Watchtool che elabora le posizioni sul mercato per capire cosa si aspettano i mercati – non c’è una grande crescita delle speranze di tagli, né per quanto riguarda la prossima riunione di marzo, né da qui a fine anno.
Una situazione difficile da interpretare anche per Bitcoin e crypto – che però fanno fatica a tornare sui livelli di prezzo di fine gennaio.
Per chi vive il mercato Bitcoin e crypto con orizzonti temporali superiori alla giornata, questi sono i momenti in cui rinforzare le proprie posizioni è ideale. Tuttavia tale posizione deve essere scontata dell’ottimismo che ha sempre o quasi dominato gli investitori di questo comparto.
Il sentiment, che riassumiamo con il sunto di paura e avidità, dimostra un mercato ancora relativamente spaventato. Anche qui situazione estremamente difficile da leggere. Delle due l’una: o l’allarme di Fed Atlanta non è stato preso sul serio, oppure la situazione è così confusa da immobilizzare i più.
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