Federal Reserve lascia invariati i tassi, come previsto sia dai mercati sia dagli analisti. A fare notizia sono però due novità che sono state segnalate nel comunicato stampa che viene diffuso dal FOMC, la riunione appunto dei direttori/presidenti delle diverse divisioni locali di Federal Reserve e che decidono della politica monetaria degli Stati Uniti.
La prima novità è una riduzione – ma non un allentamento – del QT. Si passa da 25 miliardi al mese a 5 miliardi, in attesa della prossima riunione, che ci sarà il 7 maggio. Un voto contrario (è una rarità, ma non troppo) e proiezioni sui tagli futuri che sono assolutamente invariate rispetto a quelle di dicembre.
Nulla di fatto, con i mercati che forse si aspettavano qualcosa di più goloso. Piccola correzione per Bitcoin e per il resto delle criptovalute, al termine comunque di una giornata – secondo gli orari europei – più che soddisfacente. In attesa delle parole di Jerome Powell, i mercati proveranno a ricomporsi.
In una sola parola Federal Reserve ha deciso, ancora una volta, di non scegliere. Non ci sono grandi motivi di biasimo però per l’aver rimandato di nuovo decisioni sui tassi. Le condizioni per procedere con nuovi tagli per il momento non ci sono: l’inflazione morde, l’economia e il mercato del lavoro tengono.
Si è annunciato però qualcosa in termini di QT: si passerà a soli 5 miliardi di titoli scaricati a mercato ogni mese, nell’ottica di una riduzione del balance sheet che però procederà più lentamente.
Bitcoin e il resto del mercato crypto lasciano sul terreno quasi l’1%, salvo poi recuperare quasi tutto, per quello che è stato a tutti gli effetti un nulla di fatto, con reazioni di ampia volatilità che hanno come movente lo stato di agitazione permanente con il quale in tanti, anche presso i più blasonati trading desk, vivono l’arrivo di certe notizie macro.
Per il resto servirà un Jerome Powell però sempre parco di parole per capire come si muoverà Federal Reserve. Non ci aspettiamo troppo – vi terremo aggiornati sul nostro Canale Telegram – dato che l’attuale presidente di Fed passerà alla storia come uno dei più prudenti che si ricordi a memoria d’uomo.
Sappiamo anche che la possibilità di una Powell Put – una sorta di comportamento alla Greenspan per tutelare i valori dei mercati – non avverrà. Almeno fino a quando le correzioni saranno nell’ordine di quelle che stiamo vivendo.
Non è andato a segno neanche il tentativo di Donald Trump di forzare Fed a rivedere già da subito i tagli ai tassi. Se ne riparlerà più avanti, chissà se in un clima più vicino alla recessione
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