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Ripple: mai fatta offerta a Circle per la stablecoin da 60 miliardi. Parla il CEO Brad Garlinghouse

Il CEO di Ripple, Brad Garlinghouse, smentisce offerta per Circle, che presto sarà quotata in borsa.
3 settimane fa
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Bloomberg mentiva? Oppure è Ripple che ora che la cosa non è andata in porto ha interesse a smentire? Al centro delle discussioni c’è la presunta offerta (fino a 5 miliardi di dollari) per l’acquisizione di Circle da parte di Ripple Labs, la società che governa sviluppo, adozione e marketing di Ripple. Offerta che però secondo il CEO Brad Garlinghouse non sarebbe mai stata formulata.

Questo almeno secondo quanto è stato riportato da Chris Brummer, che ha avuto una discussione sul tema proprio con il CEo di Ripple Labs. La notizia dell’offerta era stata diffusa da Bloomberg lo scorso mese, mentre Circle era nella prima fase del percorso che la porterà alla quotazione in borsa.

Gli interessi di Ripple nel mondo stablecoin tuttavia ci sono: a fine 2024 ha lanciato il suo RLUSD, una stablecoin con riserva, ancorata al dollaro e che gira sia su chain XRPL, sia su Ethereum.

Ripple non voleva Circle?

Ripple sta vivendo un ottimo momento, ma questo – a quanto parrebbe dalle ultime news diffuse dai diretti interessati – non vuol dire comprare qualunque cosa gli si presenti davanti agli occhi.

Ad essere oggetto del presunto tentativo di acquisizione era stata infatti Circle, società che emette USDC, seconda stablecoin per capitalizzazione di mercato, con oltre 60 miliardi di riserve, licenze in diverse giurisdizioni e anche degli accordi commerciali con il top del settore.

L’offerta della quale si era discusso si aggirava tra i 4 e i 5 miliardi, meno di quanto Circle starebbe cercando di raccogliere in borsa in termini di valutazione (6 miliardi circa). E per questo, almeno secondo le indiscrezioni, la richiesta era stata rispedita al mittente.

Non secondo Garlinghouse però, che afferma di non aver mai formulato un’offerta. Il gruppo, d’altronde, ha già la sua stablecoin, che sta procedendo a rilento (300 milioni di dollari circa di capitalizzazione) ma che comunque esiste e sopperisce alla necessità del network di Ripple di avere una sua stablecoin.

Fake anche l’interessamento di Coinbase?

Insieme alla notizia – ora smentita – dell’interessamento di Ripple era circolata anche quella dell’interessamento di Coinbase, che con Circle ha dei proficui accordi commerciali. Che sia fake anche quella? Staremo a vedere, perché per certe trattative miliardarie separare il vero dal falso dal quasi vero non è sempre facile.

Il terreno delle stablecoin rimarrà teatro di battaglia importante: sono troppo importanti per i principali network e – almeno finché ci saranno rendimenti così alti per i bond USA – continueranno a essere anche un’incredibile macchina da soldi.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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