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Prada, LVMH e Cartier creano la loro blockchain

3 anni fa
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Anche il mondo della moda fa sul serio con la blockchain. È stato rivelato oggi il consorzio Aura, che vedrà partecipanti del calibro di Prada, LVMH e Richemont, che i più conosceranno per la proprietà del marchio Cartier. Gruppi rivali, che hanno però deciso di mettersi insieme in un consorzio per una blockchain, che verrà utilizzata per la certificazione dei prodotti.

Quello della contraffazione è uno dei problemi storici di questo settore – e negli anni numerazioni e ologrammi non sono riusciti completamente a risolvere il problema. Interverrà pertanto la blockchain, in termini che andremo ad analizzare nel corso di questo nostro approfondimento.

Nasce la blockchain del lusso

Curiosa anche la scelta di un consorzio ex novo, senza affidarsi a blockchain e protocolli che sono già attivi nel settore, come VeChain. Protocolli che almeno uno dei gruppi, LVMH, aveva già utilizzato per il tracciamento delle borse a marchio Givenchy. E il progetto, almeno secondo le intenzioni del consorzio, sarà offerto anche ad altri gruppi del lusso, di qualunque dimensione.

I rivali si mettono insieme, nel nome della blockchain

Chi segue Criptovaluta.it conosce le potenzialità delle blockchain che esulano dai sistemi di pagamento. Abbiamo già parlato diverse volte della possibilità che viene offerta da questa tecnologia per la tracciabilità del prodotto – con soluzioni che sono già utilizzate da produttori di vino e anche da brand del lusso. La stessa VeChain è nata da ex dipendenti del settore lusso – con Sunny Lu che era stato CIO proprio di Louis Vuitton China.

Aura Luxury Blockchain raccoglie per la prima volta gruppi rivali, del calibro di LVMH, Prada e Richemont, che hanno sviluppato una piattaforma comune, che farà anche da hub per gruppi che successivamente vorranno fare il loro ingresso nel progetto, senza che ci siano, almeno nelle intenzioni del consorzio, limitazioni per quanto riguarda dimensioni e fatturato.

Per cosa verrà utilizzata la blockchain?

Si tratterà di un ledger distribuito che permetterà di:

  • Garantire l’autenticità dei prodotti

Che saranno iscritti e tokenizzati all’interno del network, con una metodologia per la conferma dell’originalità che supera, tecnologicamente e praticamente, tutti i sistemi che erano stati utilizzati fino ad oggi.

  • Raccogliere la storia del prodotto

Perché la blockchain studiata da Aura continuerà a seguire il prodotto anche dopo la vendita. Un metodo innovativo per garantire il prodotto per tutta la sua vita utile. Secondo le intenzioni del consorzio, il progetto aiuterà anche a controllare il mercato dell’usato, mercato per numeri sempre più importante e dove i falsi trovano maggiore facilità di circolazione.

  • Aumentare la trasparenza

Cosa che garantirà a chi acquista, anche da negozi, l’originalità del prodotto e la sua realizzazione presso le fabbriche delle maison.

E per i brand che vorranno unirsi si garantisce un’infrastruttura in grado di rinforzare la fiducia dei consumatori, senza che si debba ricorrere ad intermediari come aziende certificartici terze.

Come funzionerà per i prodotti?

Ad ogni prodotto verrà associato un token unico e irripetibile, in stile NFT, che accompagnerà il prodotto per tutta la sua vita. Al contempo, ogni transazione che ha per oggetto il prodotto verrà registrata sulla blockchain e sarà liberamente consultabile dai soggetti interessati.

Per il momento non sono stati diffusi altri dettagli tecnici – sui quali non mancheremo di aggiornarvi non appena il consorzio renderà pubblico il funzionamento della sua blockchain. Per ora, non possiamo che sospettare l’organizzazione di una rete di supernodi, che saranno gestiti direttamente dai marchi. Non è dato sapere se il progetto sarà collegato inoltre a protocolli già utilizzati. Stay tuned!

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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