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Bitcoin: i miner tornano online, cresce la difficulty!

3 anni fa
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Dopo 4 settimane di ribasso della difficoltà, le cose potrebbero cambiare domani. La difficulty di Bitcoin, almeno secondo le previsioni, dovrebbe infatti tornare a salire, per una percentuale vicina al 5%.

Un segno importante – e non solo per gli appassionati della tecnologia che anima Bitcoin – dato che questo è segnale del ritorno di diversi miner online, dopo la grande fuga dalla Cina.

Previsto un aumento della difficulty fino al 5%

Una buona notizia per l’integrità del network di BTC: un segnale sul quale potremo investire con la piattaforma eToro (qui per ottenere un conto demo gratuito e illimitato), intermediario che ci permette anche di investire con strumenti fintech esclusivi, come il CopyTrading – per copiare i migliori investitori e oppure spiare a fondo nelle loro posizioni. Con l’aggiunta dei CopyPortfolios in grado di replicare l’andamento di interi panieri cripto.

Cos’è la difficulty e perché sta cambiando di nuovo

La difficulty attiene al funzionamento del protocollo Bitcoin, o meglio, al mining che ne garantisce funzionamento e sicurezza. I blocchi di BTC, secondo il protocollo, devono essere minati in un tempo di circa 10 minuti. Per garantire che questo arco temporale rimanga costante, periodicamente il network aggiusta la difficoltà di mining, tenendo conto della potenza di calcolo complessiva impiegata.

Con la chiusura delle operazioni di mining in Cina, il network ha progressivamente ridotto la sua difficulty, dato che appunto erano disponibili meno macchine per la creazione dei blocchi. Una dimostrazione, se vogliamo, della grandissima resilienza del protocollo Bitcoin, che davanti ad una delle potenziali catastrofi della sua storia, ha risposto senza colpo ferire, adeguandosi nel giro di pochi giorni.

  • Le cose stanno tornando alla normalità

Secondo le previsioni, domani potrebbe esserci, dopo quattro settimane di ribassi, il primo rialzo. Segno questo che sono tornate online già diverse macchine che erano state sganciate in seguito ai problemi in Cina. Macchine che, come abbiamo già raccontato sulle pagine di Criptovaluta.it – si sono spostate in diversi paesi, approfittando di condizioni favorevoli e talvolta anche di sconti di carattere fiscale.

Come ne esce Bitcoin dall’ultima grande migrazione

Assurdo pensare che si tratti di una cattiva notizia. Tutt’altro, uno degli angoli maggiormente sfruttati dal FUD, ovvero dalle notizie false e tendenziose per spaventare i mercati, era proprio la concentrazione di una fetta importante del mining in Cina, paese autoritario e che avrebbe potuto – come ha d’altronde fatto – staccare la spina.

Ora avremo un network di Bitcoin maggiormente distribuito e quindi meno attaccabile dalle singole autorità statali, con il ritorno online di importanti conglomerati di macchine ASIC che contribuiranno, anche come potenza di calcolo alla sicurezza del network.

  • Tutto nella PoW

Per quanti siano i detrattori di un sistema che ha ovviamente un alto consumo energetico, quanto avvenuto a Bitcoin nelle ultime settimane, anche in termini di difficulty, conferma quella che è una superiorità netta dei sistemi di validazione PoW. Che non possono essere adatti a qualunque protocollo, ma che rendono comunque BTC il sistema ad oggi più sicuro per avere un ledger non modificabile e praticamente eterno.

Sì, siamo in bullish su Bitcoin

C’è da essere bullish, ovvero rialzisti su Bitcoin, anche in virtù della facilità con la quale riesce ad adattarsi alle mutevoli condizioni del mondo esterno. L’aver resistito senza problemi di sorta ad uno degli attacchi più importanti della sua storia, da parte di uno stato che non le manda a dire, conferma le nostre previsioni Bitcoin, previsioni per noi fortemente rialziste e in quota 100.000$ per la fine dell’anno.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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