Il fondatore di Ethereum, il celebre Vitalik Buterin, in un’intervista sul podcast di Unchained, è uscito allo scoperto. Sappiamo bene quanto al management delle varie criptovalute piaccia definire il loro progetto un “nuovo Bitcoin”, oppure “l’unico token di cui ci sarà bisogno”. Mentre la maggior parte delle dichiarazioni dipinge futuri gloriosi per il proprio progetto, in casa Ethereum sono decisamente più umili e realisti. Così Vitalik Buterin è arrivato a definire inevitabile il fatto che Ethereum, col tempo, andrà ad incidere meno sul totale della capitalizzazione crypto. Attenzione, però, a non interpretarlo come un messaggio di sfiducia e ad evitare gli allarmismi.
Chi ha investito in Ethereum potrebbe preoccuparsi per quanto avvenuto sul podcast di Unchained. In realtà, a ben vedere, si tratta di un’affermazione del tutto neutra. Non solo, ma una ridistribuzione della capitalizzazione di mercato ed un aumento generale della capitalizzazione sarebbe anche utile per l’aumento del valore degli Ether. Dal momento in cui la rete di Buterin permette ad altre app decentralizzate di nascere, se il contesto crypto fosse più sviluppato vedremmo sicuramente più progetti appoggiarsi alla sua blockchain.
Buterin ha in parte spiegato la sua affermazione, in parte è facile comprendere quale sia l’integrazione di queste spiegazioni. Intanto dobbiamo fare una distinzione: perdere il predominio non vuol dire perdere valore o capitalizzazione. Buterin prevede un generale aumento della capitalizzazione totale del mercato crypto, all’interno di un contesto dove il suo progetto troverà comunque spazio. Al momento Ether è la seconda criptovaluta più capitalizzata in assoluto, avendo ormai messo saldamente alle spalle Ripple. Tuttavia la “concorrenza” non è così tanto sviluppata come lo sarà in futuro.
Al momento il contesto delle valute decentralizzate è ricco di progetti privi di valore. nati soltanto per accaparrarsi una parte della liquidità messa nel mercato dagli investitori troppo impulsivi. Nel tempo sarà sempre più evidente che questi progetti non avranno un futuro, per cui il mercato vedrà nascere più ICOs con realtà aziendali serie alle spalle. In un futuro di questo genere, Ethereum probabilmente rimarrà un caposaldo delle blockchain utilizzabili per sviluppare app decentralizzate; semplicemente, è difficile che continui a rappresentare quasi il 4% della capitalizzazione complessiva del mercato. Ieri parlavamo ad esempio di Tezos, un token nato per realizzare progetti molto simili a quelli di Ethereum: con i suoi 500 milioni di dollari di capitalizzazione, è facile pensare che questo progetto abbia dirottato una parte dei possibili investimenti che altrimenti sarebbero confluiti nella sua capitalizzazione.
A ben vedere, questo processo di ridistribuzione delle quote di mercato è già in atto. E non riguarda soltanto Ethereum, ma anche Bitcoin e Ripple in primis. Abbiamo scritto qualche giorno fa di come Bitcoin sia alle porte della soglia psicologica del 50% della capitalizzazione complessiva, dunque prossima a rappresentare meno della metà del totale degli investimenti. Ci sono anche già dei nomi di token che hanno preso rapidamente piede: Binance Coin, Ontology, Maker, Zcash ed il già nominato Tezos. Nei prossimi anni, possiamo solo immaginare quali saranno dove saranno diretti gli investimenti. Per il momento, ci limitiamo a prendere coscienza dell’affermazione di Vitalik Buterin.
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