In una giornata di relativi ribassi per tutto il comparto, per quanto quasi impercettibili, tra le peggiori crypto ad alta capitalizzazione c’è Optimism $OP a essere tra le peggiori del settore. A spingere in basso le quotazioni del token, una vendita per 157 milioni di dollari di token da parte della fondazione che gestisce il progetto.
Una vendita che, sempre secondo la fondazione, era stata programmata, che è avvenuta per canali privati, e che deriva da una porzione di token che erano in tesoreria e che non erano stati allocati. Una parte però relativamente importante delle dotazioni della tesoreria, che si attestano intorno a 1,25 miliardi di dollari in controvalore.
Una storia che ha già fatto montare le proteste e che acuisce le preoccupazioni per tutti quei token per i quali una parte rilevante del circolante è ancora nelle mani delle tesorerie che gestiscono il progetto.
In realtà sono state due le notizie di questa settimana che hanno avuto impatto sul token di Optimism, uno dei più importanti progetti layer 2 nell’universo di Ethereum. La prima è stata quella relativa al terzo airdrop a favore della community, che ha coinvolto più di 30.000 utenti e che ha riguardato quasi 20 milioni di token. Notizia ampiamente prevista – ma che comunque ha aumentato la quantità di circolante nelle mani di soggetti che possono rivenderlo.
La seconda notizia, decisamente più recente, riguarda invece la vendita di cui sopra, per una quantità di denaro importante in particolare in un mercato che sta attraversando fasi di bassa liquidità, per quanto questa vendita non sia avvenuta attraverso canali pubblici e abbia coinvolto un numero ridotto di partecipanti. Partecipanti che avranno la possibilità di utilizzare anche tali token all’interno della governance.
I token – tra le altre cose – sono soggetti ad un periodo di lock up di due anni, il che vuol dire che non potranno essere venduti a mercato secondo accordi. È bastata però la notizia della vendita per imprimere a $OP una discesa leggermente più accentuata rispetto ad un settore comunque in leggero declino nelle ultime 24 ore.
Si è trattato, inoltre, di un evento che secondo quanto circolato anche sul forum di governance, sarebbe stato ampiamente pianificato.
La presenza di un lock up di due anni rimanda l’eventuale decisione di vendita dei token da parte degli acquirenti a 24 mesi da oggi. E quindi, al netto delle reazioni del mercato in seguito a questa notizia, non ci sono fonti credibili di preoccupazioni.
Con ogni probabilità – o almeno così ha sempre fatto il mondo crypto – questa notizia sarà presto dimenticata e $OP tornerà a essere agitata dalle classiche forze di mercato. Crescono però le polemiche sui token la cui parte preponderante è nelle mani delle fondazioni che gestiscono il progetto: vi è ampia libertà di fare accordi – che poi finiscono per avere impatto comunque sul mercato.
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