La “MicroStrategy” di Ethereum è già fallita: crollo nella notte per SharpLink. Ed è polemica!

Valore delle azioni polverizzato, e si torna quasi al valore che $SBET aveva prima dell’annuncio del piano di accumulo in Ethereum. La questione riserve in crypto per le società quotate sembrerebbe essere già ampiamente fuori controllo e gli effetti sono quelli che tutti ci aspettavamo. O meglio, che si aspettavano certamente i lettori di Criptovaluta.it®, che erano stati prontamente (e anticipatamente) avvisati.

SharpLink Gaming ha perso oltre il 65% durante la sessione di scambi post-chiusura e torna in quota 10$, dopo aver toccato picchi di 80 dollari nei giorni successivi all’annuncio del piano di acquisto di ETH. Forse non qualcosa di prevedibile su questa scala, dato anche il coinvolgimento di nomi noti del panorama Ethereum, ma comunque il segnale che uno dei giochini preferiti del mondo di Wall Street delle ultime settimane sembrerebbe aver già stancato i mercati.

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È finita come (non) tutti si aspettavano

È finita in realtà come si aspettavano in pochi, dato il grande entusiasmo alla diffusione della notizia. L’antefatto dovrebbe essere noto: SharpLink è stata oggetto del classico piano che abbiamo già visto all’opera diverse volte nel corso delle ultime settimane. Trattandosi di una società quotata ma senza prospettive, ha infatti attirato le attenzioni di chi vuole implementare un piano alla Saylor – magari guardando anche a altre crypto.

NB: la quotazione in after hour si aggiornerà alla riapertura delle contrattazioni classiche.

Dietro questo piano c’erano nomi noti, interessanti e credibili, che avevano appunto annunciato un piano per acquistare a mercato Ethereum, trasformando la semi-sconosciuta SharpLink nella MicroStrategy del mondo Ethereum.

Il piano sembrava essere anche a buon punto, data – è visibile dai grafici – l’ottima risposta alla comunicazione della notizia. Risposta che però si è letteralmente liquefatta nel corso degli ultimi giorni e in particolare negli scambi after hour.

Si può parlare di truffa?

È tutto legale e tutto lecito. Quello che forse dovremmo imparare (e che abbiamo provato non sempre con successo a far passare) è a non credere ai buoni propositi di chi mette in piedi delle strutture non esattamente limpide e con piani che sembrano ritagliati per mettersi in tasca più denaro possibile.

Il meccanismo ormai dovrebbero conoscerlo i più, almeno tra i nostri lettori. Ci si mette alla ricerca di aziende che sono decotte ma ancora quotate in borsa, si sfruttano per annunciare piani di acquisto (che non sempre vanno a buon fine) e si cerca di ottenere un premium sul valore delle azioni rispetto alle detenzioni effettive di crypto. Un meccanismo che sembrava quasi magico – e che invece inizia già a scricchiolare. Certo, con l’aiuto di vendite proprio da chi aveva investito nella prima fase… del piano.