La famiglia Trump, secondo un’inchiesta di The Block, avrebbe ridotto la propria partecipazione World Liberty Financial, il conglomerato DeFi che è legato ora “soltanto” al 40% alla famiglia del presidente. DT Marks DeFi LLC, che era il veicolo finanziario con il quale la famiglia Trump partecipava all’impresa, è passato infatti dal 60% al 40%, almeno secondo la documentazione che è presente sul sito internet del gruppo.
Non trattandosi di società quotate, difficilmente riusciremo a sapere come e quando tale cessione sia eventualmente avvenuta. Non sono chiare neanche le eventuali motivazioni. Non è la prima volta che Trump riduce la sua partecipazione in questa società. Già in dicembre/gennaio si era passati dal 75% al 60%.
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Difficile a dirsi, dato che appunto a più riprese il presidente e la sua famiglia hanno venduto parte delle proprie partecipazioni in WLFI. Per chi non avesse seguito la vicenda dall’inizio, sarà utile un breve riassunto.
WLFI è un conglomerato lanciato a ridosso delle elezioni presidenziali USA che ha promesso l’attivazione di diversi servizi nel mondo DeFi, con proclami tra le altre cose piuttosto pomposi da parte della famiglia Trump, in particolare dei due figli Eric e Donald Jr. Per ora è stato lanciato poco più di una stablecoin, USD1, e sono state acquistate diverse criptovalute, con il portafoglio dell’impresa che può essere consultato qui.
La famiglia Trump è passata a ridosso di Capodanno dal 75% al 60%, per poi passare al 40%. Non è chiaro né a chi abbiano venduto, né le motivazioni. Il gruppo non ha avuto dei cambiamenti significativi in termini di dotazioni né di attività in questo lasso di tempo. E non sembra sia neanche frutto delle pressioni politiche che arrivano dai democratici, che pur hanno evidenziato come ci sia stata commistione tra gli interessi economici della famiglia Trump e l’apertura del governo al mondo delle criptovalute.
Una questione che è stata oggetto di aspre battaglie politiche e che aveva ostacolato anche il percorso di approvazione in Senato del GENIUS Act.
Non sembrerebbe essere così. In realtà c’è il progetto $TRUMP che presto dovrebbe lanciare anche il suo wallet, nonché tutto una serie di altre attività – vedi la presenza di uno dei figli di Trump tra i consiglieri di MetaPlanet – che testimoniano come l’incrocio di interessi tra famiglia presidenziale e mondo crypto sia ancora ai massimi livelli.
La cessione delle quote andrà certamente indagata, ma dubitiamo a questo punto che si tratti di qualcosa di grande significato, soprattutto mentre WLFI sta allargando i propri servizi e orizzonti e dopo che altre attività della famiglia Trump stanno lanciando ETF a tema Bitcoin e Ethereum negli USA.
E, per la cronaca, la stablecoin USD1 vale già 2,2 miliardi di dollari in capitalizzazione. Niente male per chi dovrebbe rappresentare… disinteresse verso il settore.
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