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Polkadot: proposta per inserire Bitcoin nella tesoreria. Ecco il piano, ma passerà?

Arriva una proposta sul forum della governance di Polkadot. Bitcoin in cassa per hedge? Ecco cosa è stato chiesto.
2 settimane fa
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Anche Polkadot vuole dotarsi di una riserva in Bitcoin? C?è una proposta dibattuta sul forum che però non è stata ancora messa ai voti e che al tempo stesso va però presa in considerazione come termometro del tempo che stiamo vivendo, un tempo durante il quale sembra che tutti vogliano dotarsi di una riserva strategica in $BTC o quasi.

Cosa dice la proposta? Dice di convertire 500.000 DOT in tBTC (una versione sintetica di BTC), nel corso di un anno e utilizzando la versione rolling DCA inclusa in Hydration.

La proposta è interessante – e sarà probabilmente dibattuta in modo acceso tra gli appassionati e tra chi partecipa alla governance di Polkadot. E chissà se potrebbe diventare una sorta di prima volta per questo particolare tipo di organizzazioni del mondo crypto.

La proposta: ecco cosa si vuole fare

La proposta è certamente interessante, perché si parla di convertire gradualmente 500.000 DOT in tBTC. Quanto gradualmente? Nel corso di un anno, con l’aggiunta progressiva di 0,005 Bitcoin alla pool di Hydration Omnipool.

Perché farlo? Secondo la proposta per avere una maggiore diversificazione del portafoglio della Polkadot Treasury – supportando al tempo stesso l’ecosistema DeFi.

È uno degli asset più forti dell’ultimo decennio e continua ad avere ottime performance. È un’opportunità per Polkadot di proteggersi dall’incertezza e di segnalare all’industria cosa crediamo e supportiamo – in un futuro che sarà multi-chain.

Ci sono però già tanti pareri contrari, perché dopotutto si tratterebbe nei fatti di vendere $DOT in cambio di Bitcoin, cosa che segnalerebbe forse anche scarsa fiducia nell’ecosistema.

Questione anche di interesse da raccogliere

Ci sono anche altre questioni, come quelle di riportare l’interesse su un progetto che – tra i top – quello che forse ha raccolto ed è occupato da maggiori malumori. Una sorta di operazione simpatia dunque, che seguirebbe quanto stanno facendo anche tante aziende quotate: comprare Bitcoin allo scopo anche di farsi vedere, farsi riconoscere, farsi anche conoscere e farsi apprezzare.

Il filone però Bitcoin Treasuries sembrerebbe essere forse non già al capolinea, ma comunque in grave difficoltà. Vedremo come evolverà la discussione sul tema all’interno della community e se si arriverà o meno a una votazione.

A prezzi attuali si tratterebbe comunque di un impegno relativamente modesto: 500.000 DOT equivalgono infatti a poco meno di 2 milioni di dollari. Cifra che sarebbe più simbolica che sostanziale.

E dunque forse più adatta, come operazione, a far parlare di sé che ad avere un impatto concreto sulle finanze della fondazione.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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