Economia

Donald Trump e Federal DEVONO salvare il mercato? Bitcoin, crypto e azioni giù, perché non si interviene?

Perché Fed e Casa Bianca non intervengono a tutela dei mercati BItcoin, crypto e azioni? E soprattutto, dovrebbero?
3 mesi fa
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I mercati continuano ad andare poco d’accordo con questa prima fase presidenziale. Tutti i principali indici delle borse USA hanno aperto in profondo rosso, soppesando le possibilità che ci si trovi a fronteggiare una recessione o comunque un rallentamento economico. A pesare sono anche le parole di Donald Trump durante il fine settimana, che ha lasciato aperto la possibilità a una recessione tecnica derivante dal primo periodo di applicazione dei dazi, per CNBC.

I mercati hanno reagito con un sell off che ha colpito principalmente NASDAQ – con l’indice Composite che perde oltre il 2,8% – e che comunque non ha risparmiato S&P 500, che nel momento in cui scriviamo è in rosso dell’1,50%. Male anche Dow Jones, anche se per proporzioni minori. Il tutto ha contribuito anche a cancellare il recupero che Bitcoin e crypto stavano abbozzando durante la sessione europea.

Una situazione certamente incresciosa – che ha portato anche qualcuno di voi a farci delle domande molto serie sul ruolo della Presidenza degli USA e di Federal Reserve nella tutela dell’andamento dei mercati. Perché se ne disinteressano? Perché non intervengono? Perché il Presidente USA non la smette con certe sparate, se il risultato è quello di affossare, come avvenuto oggi, le borse?

Presidenza USA e Federal Reserve hanno il compito di tutelare il valore delle azioni (e delle crypto)?

È una domanda saggia, che ci è stata posta da un nostro utente sul Canale Telegram Premium, canale dove avete un contatto diretto con la nostra redazione e potrete anche porci domande più approfondite riguardo le evoluzioni dei mercati.

La domanda è interessante: l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca è stato l’avvio di una fase correttiva importante, che ha colpito sia Bitcoin più le criptovalute, sia i mercati azionari.

È compito del Presidente degli USA tutelare i mercati? Si potrebbe discutere del sì o del no. La risposta corretta però è che misure negative per i mercati sul breve periodo – e che hanno ampio sostegno politico e elettorale – sono più che legittime.

Il presidente degli Stati Uniti non ha alcun obbligo di garantire la corsa dei mercati o la loro stabilità sul breve. Potrebbe comportarsi diversamente e essere più chiaro sulle sue strategie negoziali sui dazi? Certamente sì. Sarebbe auspicabile? Riteniamo di sì, tuttavia ha facoltà di fare un po’ quello che vuole a questo riguardo. E nessuno obbligo verso gli investitori.

D’altronde Trump lo ha detto a chiare lettere: non sta guardando alle performance delle borse. Il suo piano, almeno a suo avviso, sarebbe di respiro più ampio. E i ragazzoni di Wall Street hanno le spalle grandi a sufficienza, dice sempre Trump, per sostenere un periodo di decisioni dure ma necessarie.

Federal Reserve deve tutelare i prezzi delle azioni? Da statuto no, ma ci sono pur sempre le Greenspan Put…

I più giovani non ricorderanno il periodo delle Greenspan Put. Si trattava di una relativamente sottile battuta che voleva dire una cosa semplice: Alan Greenspan (ai tempi Presidente di Fed) interviene sempre e comunque a tutelare i valori di Wall Street.

Alan Greenspan è intervenuto più e più volte con manovre di politica monetaria molto aggressiva. Greenspan ha dovuto anche vivere diverse crisi che massacrarono i mercati, a partire da quella del Black Monday del 1987, per passare a quella del 1998 della crisi LTCM, senza dimenticare la bolla Dot-Com e anche la bolla immobiliare.

Ora, chi è long sui mercati e conta perdite importanti potrà anche sognare un Jerome Powell in versione Greenspan, pronto a tagliare i tassi e a riportare il sereno sui mercati. Tuttavia ci sono almeno tre questioni da tenere in considerazione:

  1. Non abbiamo visto neanche alla lontana eventi come quelli di cui sopra. I mercati non sono messi bene, ma non siamo nel Black Monday del 1987 né durante la bolla Dot-Com;
  2. Jerome Powell non è Alan Greenspan, e sembrerebbe essere molto meno sensibile a certi movimenti.

Anche il crash di agosto 2024, del quale abbiamo parlato questa mattina, fu occasione di richiesta di tagli emergenziali da parte di diversi operatori di mercati. Jerome Powell, correttamente ad avviso di chi vi scrive, fece orecchie da mercante.

  1. Ci sono delle conseguenze

Sostenere i mercati con tagli a ogni calo o rimbrotto, ha delle conseguenze. Aumenta il moral hazard – ovvero il meccanismo che porta certi operatori a prendere rischi inconsulti perché sanno che altri ne pagheranno le conseguenze.

Sappiamo che questa risposta non è il contentino che tanti cercavano a fronte di una disperazione più che giustificata, ma è di cose reali che dobbiamo provare a discutere e non di fantasie.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

Vedi Commenti

  • Una riflessione... seguire il denaro per trovare i veri responsabili (cit G. FALCONE) ... chi ci guadagna da forti crolli delle borse ecc. più o meno improvvisi ... non certo i piccoli risparmiatori... la maggior parte dei quali fugge anche con perdite importanti ... Certamente la finanza degli avvoltoi... e quella dei presentabili (Alan Greenspan??) ... ecc. ecc. ... Cordiali saluti. R.

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  • Scusate... (Non Alan Greenspan.... ma Warren Buffett)... Sono intontito R.

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