Bitcoin e malavita? Un binomio duro a morire, con la cronaca locale che è pronta a saltare su ogni minima notizia che riguardi la più popolare delle criptovalute.
L’ultima in ordine temporale ad essere arriva da Alassio e ci racconta dell’ennesimo caso di spaccio di stupefacenti, collegato sia a Bitcoin, che sarebbe stato utilizzato come mezzo di pagamento, sia al Dark Web, dove esisterebbero diversi punti di incontro virtuali tra chi la droga la vende e chi la droga la compra.
L’operazione, guidata dalla polizia giudiziaria, ha portato all’arresto di un giovane di 25 anni, di Albenga, dedito al piccolo spaccio e trovato in possesso di circa 500 grammi di marijuana, secondo quanto raccolto durante le perquisizioni.
Forse la notizia più interessante è che i carabinieri, anche di piccole caserme come quella di Alassio, sono dediti più di quanto pensiamo al controllo del cosiddetto Dark Web, ovvero quella porzione di internet inaccessibile tramite i canali classici e dove è relativamente facile mettere in piedi attività di vendita illegale, come nel caso di quella del giovane di Alassio.
Un’attività che ha portato, nel giro di poche settimane, ad individuare l’ennesimo pusher, che non volendosi far pagare tramite metodi tracciabili, ha ben pensato di utilizzare Bitcoin, secondo noi non un’ottima scelta per pagamenti di lieve entità, per i motivi che andremo ad analizzare subito:
Curioso, per capirci, il fatto che si sia scelta una delle criptovalute meno performanti per effettuare pagamenti, oggi che ne sono disponibili diverse che possono svolgere, in modo più consono, questo tipo di attività.
Il gioco della stampa lo conosciamo: oggi che Bitcoin ha superato quota 50.000$ è sempre più facile attaccarvi una notizia sopra e ricordare, ad un pubblico mediamente anziano e poco attento alle nuove tecnologie, l’ennesima storiella di piccolo crimine.
Ma vale la pene di ricordare, anche allo scopo di difendere la liceità di Bitcoin, che questo è soltanto uno dei possibili utilizzi di una criptovaluta. Con un anonimato che, lo ricordiamo a chi ci legge, è relativamente fiacco all’interno di un ledger 100% di pubblico accesso.
La scelta del piccolo spacciatore di Albenga sarà stata sicuramente in virtù della diffusione di BTC e della facilità, anche per chi acquista, di reperirlo. Ma siamo, fortunatamente, anni luce lontani da una valuta per i criminali, i quali hanno, lo ripetiamo ancora una volta e senza alcun interesse nel fornire idee, strumenti cripto ben più prestanti di BTC. Soprattutto per le piccole transazioni.
Noncurante di queste accuse, Bitcoin continua a guadagnare sul mercato e dopo una piccolissima correzione si sta riportando vicino a quota 50.000$. Con buona pace di chi vi intravede soltanto un metodo per truffare, raggirare o delinquere.
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