Quando vi chiederanno, per la milionesima volta, cosa si può fare con Bitcoin (per prendervi in giro, ça va sans dire), potrete rispondere: “Posso prendere un prestito da JPMorgan”. Sì, avete letto bene: la banca che forse più di altre si è sempre schierata contro Bitcoin accetterà proprio Bitcoin come collaterale.
Che vuol dire? Volete dei soldi da JPMorgan? Potete depositare quote dell’ETF di BlackRock e farveli dare. Le quote dell’ETF faranno da garanzia al fatto che restituiate i soldi. Questo almeno secondo quanto ha riportato Bloomberg. In realtà – almeno secondo quanto riporta il giornale americano, a collaterale potrebbero essere messi in futuro anche altri ETF, sempre legati alle crypto.
JP Morgan tuttavia non si occuperà di custodia di crypto in modo diretto, motivo per il quale avrebbe preferito partire (?) dagli ETF. Più sicuri, almeno per chi frequenta certi circoli. Voi intanto per comprare Bitcoin non avete bisogno né di ETF né di JPMorgan (qui il PAC per farlo a scadenze regolari senza costi aggiuntivi).
La questione è interessante da diversi angoli. Il primo è che ci sarà una nuova utilità per certi prodotti finanziari. Il secondo riguarda invece il cambiamento di JPMorgan verso certi asset. Il CEO della banca in questione, Jamie Dimon, è stato sempre ferocemente contrario al considerare Bitcoin un asset come gli altri e ha insultato a più riprese chi lo acquistava e lo deteneva.
Le cose, dopo che BlackRock ha incamerato decine di miliardi con il suo ETF, sembrerebbero essere cambiate. Nel giro di un anno BTC si è trasformato in un asset più che regolare, più che interessante e più che solido. Motivo per il quale ora JPMorgan potrebbe accettarlo come collaterale.
JPMorgan tuttavia è da tempo attiva nel settore blockchain, anche con progetti propri e anche avendo come clienti exchange del calibro di Coinbase, come ricorda correttamente Bloomberg.
Abbiamo vinto noi? Dipende dai punti di vista. Certo è che la musica è cambiata in modo importante da quando BlackRock è entrata nello spazio e ha dimostrato che si può guadagnare – tanto – dall’interazione con questo tipo di prodotti. Qualcosa che forse in pochi si aspettavano, anche ai piani alti di Wall Street.
Una scommessa vinta da Larry Fink che ora costringe anche i più scettici, come appunto JP Morgan.
Sì. Ci saranno tante iniziative di questo tipo: a investire nell’ETF sono stati infatti anche grandi investitori istituzionali che potrebbero avere interesse a ricevere liquidità in cambio di collaterale in ETF Bitcoin.
Un’operazione che nel mondo finanziario è la pura normalità. E diventa normalità anche per Bitcoin, ormai asset che è a pieno diritto… tale. Cantor Fitzgerald, che è legata a Tether in quanto custode dei suoi titoli, ha recentemente lanciato un titolo simile, ma con Bitcoin effettivo e non in ETF. Differenza di stile.
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