I dati sull’inflazione sono positivi. Calo sensibile sia per la CPI che per la CPI Core, per quanto i mercati non sembrino avere granché intenzione di sfruttare questo dato sul breve. Spike rialzista in quota 82.400$ poi prontamente rientrato su $BTC. Movimenti simili sul resto delle criptovalute. Andranno fatte diverse considerazioni, anche tenendo conto dei simultanei dati sul mercato del lavoro americano.
Tutto sommato, dati gli ingredienti che c’erano in frigo, difficilmente si sarebbe potuto preparare un pranzo migliore. Sensibile calo dei prezzi, sia rispetto al mese precedente sia rispetto alle previsioni.
Ora la palla passerà alla sessione USA, che tendenzialmente impone delle direzioni più chiare ai mercati dopo i dati sull’inflazione, che arrivano appunto un’ora prima dell’apertura delle contrattazioni in orario “normale” a Wall Street.
Ormai abbiamo seguito insieme tante volte i dati sull’inflazione. A prescindere da quanto buoni o meno buoni siano rispetto alle aspettative, il copione è sempre lo stesso: balzo o correzione, e poi movimento inverso per tornare ai livelli di prezzo di prima. È successo anche oggi – mentre vi stiamo scrivendo – gettando tanti nello sconforto. Anche di questo parleremo nella live di questa sera, anche rispetto alle preoccupazioni, sempre lato inflazione, per i dazi. Dazi sospesi, ma che non lo saranno in eterno.
Tornando ai dati e al loro impatto sul futuro di Bitcoin e crypto. Sono dati buoni, migliori delle aspettative, che segnalano un brusco calo dell’accelerazione dei prezzi rispetto alla lettura precedente. Non potevamo davvero aspettarci nulla di meglio di così, a patto che l’obiettivo sia quello di tornare, nel modo più ordinato possibile, verso una situazione di relativa crescita economica a tassi di interesse più bassi.
Sono pienamente secondo aspettative. Richieste di disoccupazione iniziali in leggero aumento, ma quasi impercettibile, segno di un mercato del lavoro comunque in salute. Anche questo è un buon segno.
Questa mattina avevamo scritto di ritenere il dato sull’inflazione comunque poco interessante, dato che la situazione è pressoché completamente dominata dalla politica (sì, ancora una volta i dazi). I mercati sembrerebbero confermarlo, perché a fronte di questa notizia si sono mossi poco.
Così come si sono mosse poco le aspettative per quanto riguarda i tagli di maggio, che rimangono altamente improbabili, dopo aver toccato quasi il 50% soltanto ieri, prima dell’annuncio dello stop ai dazi da parte di Donald Trump.
Saranno comunque ancora settimane di passione i mercati, agitati però – lo ripetiamo ancora una volta, più dalle questioni che riguardano la geopolitica e il commercio internazionale.
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