Con Tether che ha acquistato oltre il 10% della Juventus, certi pruriti della stampa nostrana diventano irresistibili. Bisogna grattarseli, perché non si riesce proprio a farne a meno. Quello che viene fuori dal servizio di FarWest, Rai 3, è qualcosa di incredibilmente dozzinale e che ha lasciato a bocca aperta anche chi è abituato ai livelli medi del giornalismo italiano.
Giancarlo Devasini, uno dei fondatori di Tether, diventa il miliardario scomparso. Si fa di tutto per cercare legami con il malaffare – che nonostante anni di ricerca da parte di innumerevoli nemici di Tether non hanno mai dimostrato nulla e più in generale si cerca di far passare la tesi che un tizio che non si fa vedere troppo in pubblico deve per forza avere qualcosa da nascondere.
Prove? Zero. Sospetti? Tanti. Il venticello di Don Basilio? L’unico vero collante di un servizio rivedibile, che potete trovare qui, e che più di allisciare il lato complottista di un grande pubblico nutrito a scandali e scandalucci, non restituisce davvero nulla.
In un mondo dove tutti cercano di sfruttare la propria visibilità, dove in tanti assumono droghe in diretta Instagram, dove senza macchinone non sei nessuno, e senza elicottero non dovresti far parte del giro della gente che conta, la riservatezza di Giancarlo Devasini non può che essere sospetta.
Nonostante tanti giornalisti (e tanti competitor) siano alla disperata ricerca di qualche dettaglio scabroso della vita del fondatore, non ne viene fuori che un accordo con Microsoft per 65.000 dollari, per una questione legata alla contraffazione di software, che però stando alle fonti vicine al Devasini lui ha sempre negato. 65.000$ che vengono riportati come 100 milioni – riferendosi alle vecchie lire e per fare più scena – regalando al pubblico uno dei momenti più esilaranti di un servizio che farebbe ridere, se non ci fosse da piangere.
Si parla di un incendio in un magazzino di una società legata a Devasini – anche qui insinuando senza che ci sia uno straccio di prova – e vengono ripresi anche dei vecchi pallini di un altrettanto anziano giornalista italiano. In soldoni: Devasini avrà pure fatto i soldi con un’intuizione vera (Tether) magistralmente eseguita, ma non è che sia proprio uno stinco di santo. Non vuole poi farsi intervistare da Rai3 (e dalle altre TV), mandando in avanscoperta il CEO attuale di Tether, l’altro italiano Paolo Ardoino. Gatta ci cova, no?
È un vecchio pallino questo di quelli che – scherzosamente – sui social vengono chiamati Truthers. Sono quelli che dicono che dietro la montagna di miliardi dichiarata da Tether ci sia in realtà il nulla. Anche in questo caso, tutto molto suggestivo, se non fosse che:
Troppo poco: secondo il servizio il report di BDO – che puoi trovare qui – sarebbe troppo breve. Dovrebbe essere lungo [SIC] centinaia di pagine.
Tutto – anche in questo caso – molto suggestivo. Se non fosse che il principale concorrente di Tether, ovvero USDC di Circle offra un documento quasi identico, di sole 5 pagine (contro le 12 di Tether, dato che stiamo facendo una gara a chi ce l’ha più lungo), che non è un audit e che contiene le stesse informazioni – puoi verificarlo qui.
Potremmo elencare altre cento questioni che emergono dal “servizio” mandato in onda ieri sera. Cercando però di mantenere il tono ilare chiudiamo invitandovi a guardare una parte specifica del servizio, quella dove si contesta a Devasini, da miliardario, di aver abitato in un condominio troppo modesto a Lugano.
Parsimonia che evidentemente – anche questa – è segnale di qualcosa che non va. Chissà se ora Devasini cambierà le sue abitudini, dopo che il servizio pubblico italiano, diventato arbiter elegantiae, lo ha invitato a far vedere un po’ di più dei miliardi accumulati negli anni.
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E' l'ennesimo attacco diretto contro la Juventus, attraverso la tv di Stato mentre canale 5 manda in onda un servizio su un piccolo paese del Molise che accetta pagamenti in Bitcoin.
Sicuramente la questione calcistica ha reso Tether di interesse, però gli attacchi senza arte né parte esistono da tempo GIUSEPPE