Ancora ansie sul mercato crypto: dopo il “drama” Trump–Musk, passato ormai in secondo piano, sono ripartiti i venti di guerra in Medio Oriente. L’andamento di Bitcoin (BTC) resta il più osservato da trader e investitori.
Nella settimana appena conclusa, BTC ha toccato un minimo a 102.684 USD, pur rimanendo in uptrend, come evidenziato nella nostra analisi tecnica pubblicata sabato.
Ora ci concentriamo su ciò che ci mostrano i dati on-chain di Bitcoin, ribadendo una costante già segnalata due settimane fa:
“… l’interesse speculativo e di accumulo rimane elevato, ma si nota un rallentamento dell’attività sulla rete.”
In uno scenario complesso, sia dal punto di vista macroeconomico che geopolitico, Bitcoin continua a essere scambiato sopra i 100.000$ e si può acquistare con BONUS su Bitget.
Se osserviamo il movimento dal minimo ciclico di due anni fa, il prezzo è cresciuto di circa il 500%. Tuttavia, la vera differenza è che oggi acquistare un singolo BTC costa cinque volte di più.
Questo porta a una riflessione: il prezzo è un numero relativo, se si considera quanto Bitcoin possa ancora teoricamente crescere nel tempo. Su questo non c’è certezza — e non saremo certo noi di Criptovaluta.it® a vendervela — ma sul suo meccanismo deflattivo e la scarsità programmata, sì. È scritto nel protocollo ideato da Satoshi Nakamoto.
La metrica “Bitcoin: Price Performance Since Cycle Low” di Glassnode mostra la performance percentuale di Bitcoin dal minimo di ciascun ciclo di mercato, consentendo un confronto diretto tra cicli storici.
Il grafico allegato si possono osservare i quattro cicli principali:
Questa metrica aiuta a comprendere quanto Bitcoin sia cresciuto dal suo minimo ciclico, offrendo un’indicazione sulla forza relativa del ciclo attuale.
Nel 2025, il ciclo in corso è più debole rispetto ai primi due, ma coerente con l’ultimo (2018–2022), segnalando un rallentamento della crescita ciclica.
Tuttavia, la linea nera (ciclo attuale) indica che BTC è in fase rialzista, ma senza accelerazioni esplosive. Il confronto suggerisce che il ciclo 2022–2025, pur positivo, è meno performante rispetto ai precedenti, riflettendo una maggiore maturità del mercato e una minore esposizione speculativa.
Evidenziamo che siamo solo a metà del 2025 e i movimenti del ciclo di Bitcoin non sono lontani da quelli passati, che si tratti dei guadagni del 1076% del periodo 2015-18 o del 1007% del periodo 2018-22. Questo andamento di rendimento gioca un ruolo cruciale che infonde fiducia negli holder di lungo termine
Attraverso la metrica “BTC: Pi Cycle Top Indicator” si può provare ad individuare on-chain i potenziali massimi ciclici di Bitcoin. Si basa sull’interazione tra due medie mobili:
Storicamente, quando la 111DMA incrocia al rialzo la 350DMAx2, si è spesso verificato un picco di mercato (top ciclico). Questo incrocio ha preceduto i massimi del 2013, 2017 e 2021 con alta precisione.
Al 11 giugno 2025, BTC quota $108.660, con la 111DMA a $93.038 e la 350DMAx2 a $165.157. Le due linee non si sono ancora incrociate, indicando che non siamo ancora in prossimità di un top storico, secondo questo indicatore. Ovviamente è un indicatore e come tale offre una “indicazione” non ci da la certezza che continuerà diretto verso questa direzione.
Osservando il “Bitcoin: Fear & Greed Index”, che misura il sentiment del mercato, possiamo valutare la situazione attuale. L’indice segna 63, in zona “greed”, indicando un sentimento positivo ma non ancora euforico, anzi in fase di rientro da possibili eccessi.
Storicamente, livelli elevati di avidità possono precedere fasi correttive, come sta accadendo dopo l’ATH di maggio. Il mercato si trova in una fase sì positiva, ma ancora sospesa tra l’indecisione: proseguire la correzione o tentare una ripresa dell’uptrend.
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