Bitcoin si trova attualmente in una fase di equilibrio tra domanda e offerta, con i prezzi ancora incastrati all’interno del range $100.000-$110.000, senza che ci sia una direzione predominante del mercato. I dati on-chain mostrano una situazione complessa, in cui prevale un atteggiamento di attesa da parte degli investitori che confina con un outlook tutto sommato ottimistico.
Nonostante Bitcoin venga scambiato in prossimità dei massimi storici, le prese di profitto restano basse mentre i traders sembrano poco incentivati a vendere ai livelli attuali. Nel frattempo notiamo come gli holders più accaniti continuino la propria attività di accumulazione, raggiungendo nuovi record di detenzione. Sembra che il mercato sia in attesa di un nuovo stimolo catalizzatore, in grado di scuotere l’equilibrio attuale e riprendere lo slancio, potenzialmente gudiato attraverso le stablecoin.
Facciamo il punto della situazione in questo articolo analizzando i segnali on-chain più rilevanti ed il comportamento degli investitori, per capire se ci troviamo davanti a una semplice fase di consolidamento o a un preludio di un movimento più significativo.
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Partiamo da quella che sembra essere la constatazione più evidente sullo stato attuale della rete Bitcoin: l’accumulazione dei LTH ( long-term holders) prosegue imperterrita. La supply detenuta da chi possiede BTC da almeno 155 giorni ha raggiunto un nuovo massimo storico, superando i 14,7 milioni di coins. Si tratta di un valore molto importante, che da inizio anno è schizzato alle stelle superando anche il precedente record del 2023, segno di un’ampia tendenza all’accumulo in una fase incerta del mercato.
Anche gli investitori che hanno acquistato sopra il livello dei $100.000 ora stanno mantenendo gran parte delle proprie holdings, verosimilmente con la speranza di poterle rivendere a prezzi più elevati nei prossimi mesi. Ciò dimostra un sentiment positivo e una crescente fiducia nel potenziale di lungo termine di Bitcoin, anche in assenza di un trend forte sul breve periodo.
La componente dell’HODLing è ancora più evidente se osserviamo la metrica “BTC:Entity-Adjusted Liveliness”, che valuta il rapporto tra monete spese e monete create/detenute. Da osservare come nei precedenti picchi di mercato a marzo e novembre 2024, il parametro della Liveliness è andato sempre verso il rialzo, accompagnando importanti attività di spesa. Invece dall’inizio del 2025, l’indicatore l’indicatore ha mostrato un trend completamente opposto.
Sia durante il calo delle quotazioni nel primo trimestre, sia durante il recupero di aprile/maggio, abbiamo assistito ad un comportamento spento da parte dei detentori, con un progressivo rafforzamento dell’accumulo. Un’anomalia che però si spiega grazie ad una crescente maturità del mercato e ad una composizione mutata dei partecipanti del mercato rispetto agli ultimi cicli, con una maggiore presenza istituzionale.
La maturità di Bitcoin, sia come asset che come mercato, emerge con forza quando si osserva l’attuale rapporto tra profitti potenziali e comportamento reale degli investitori. Mentre la criptovaluta è negoziata a pochi punti dal suo massimo storico, troviamo una quota di profitti non realizzati che ha raggiunto quota $1,2 TRILIONI, sfiorando il record di novembre 2024. In altri contesti. un valore così importante avrebbe potuto innescare un potente sell-off, visto l’ampia pressione di vendita latente.
Tuttavia, almeno finora, la situazione sembra ben diversa: i possessori di Bitcoin non sono intenzionati ad uscire, nemmeno con un malloppo così consistente sulle mani. C’è una grossa quota di ricchezza che rimane congelata on-chain, segno di un atteggiamento paziente e convinto da parte degli investitori che puntano a target ben più elevati.
A ciò si aggiunge la costante crescita della metrica della capitalizzazione realizzata,che valuta ogni moneta all’ultimo prezzo a cui è stata scambiata on-chain. fornendo una misurazione più accurata della reale liquidità della rete. Questo dato è particolarmente interessante se messo in relazione con il rapporto “ BTC:Entity-Adjusted MVRV” che misura la redditività media degli investitori confrontando la capitalizzazione di mercato con quella realizzata.
Attualmente, il valore dell’MVRV si attesta intorno al valore nominale di 1,25, ovvero un +125% di guadagno medio per BTC. Si tratta di un profitto consistente, ma ancora ben al di sotto delle iperestensioni registrate durante i precedenti top locali del mercato, quando il profitto medio superava il 170%. Questa discrepanza suggerisce che nell’ultimo periodo gli afflussi di capitale sono stati più consistenti rispetto all’apprezzamento di Bitcoin. In definitiva, questo è un segnale di resilienza del mercato, che appare meno esposto a correzioni violente.
Bitcoin appare resiliente e maturo dinanzi agli stimoli del mercato e ai rischi di ribasso, ma allo stesso tempo non sembra in grado di attrarre nuova domanda in modo deciso. Lo capiamo dal potere di spesa limitato delle stablecoin, che solitamente rappresentano la benzina pronta ad alimentare nuovi impulsi rialzisti. Secondo l’indicatore “Stablecoin Supply Ratio Oscillator (SSR)”, che misura il rapporto tra l’offerta di Bitcoin e l’offerta di stablecoin, ci troviamo in una situazione di stallo neutrale.
In pratica c’è una sorta di equilibrio tra domanda e offerta, senza segnali particolari in termini di movimenti di stable. Vediamo una forte componente di liquidità pronta a fare il suo ingresso nel mercato di Bitcoin, ma non c’è un trigger che giustifichi questo movimento. Lo capiamo molto bene paragonando il dato attuale con quello di novembre 2024 quando si percepiva molto più chiaramente la FOMO per la criptovaluta
Ricapitolando, siamo dunque nel mezzo di una momentum di stallo per Bitcoin con un panorama complessivamente positivo ed incoraggiante per il futuro a breve termine, ma ancora assente di driver capaci di innescare un rally. Gli holders sono in attesa di prezzi più elevati per scaricare le proprie bag, mentre dall’altra parte continua l’accumulazione spietata.
Le stablecoin sono pronte ad essere convertite in asset volatili per alimentare la spinta, ma manca ancora un tassello prima che i giochi possano davvero avere inizio. Una scintilla, e si potrà scatenare l’incendio.
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