Un nuovo capitolo della guerra fredda – questa volta però con i confini spostati più a ovest e, fortunatamente, senza la minaccia di bombe. Ieri da Washington Donald Trump ha chiesto al Congresso di accelerare sul GENIUS Act, il complesso di regole che andrà a normare il mondo delle stablecoin. Dall’Europa invece, sia Villeroy de Galhau, sia Fabio Panetta, hanno confermato il loro appoggio all’Euro Digitale.
Anzi, hanno di nuovo chiesto agli europei, in forma di cittadini o di banchieri privati, di compattarsi dietro una soluzione tecnologica che piace poco, ma che viene venduta come unica possibile resistenza al dominio americano sul mondo dei pagamenti digitali. La questione attraversa anche il mondo crypto – ed è per questo che vi offriremo un punto della situazione sugli sviluppi dell’uno e dell’altro approccio. Anche per capire quale tipo di denaro potremmo trovarci ad utilizzare a breve in Europa.
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Situazione attuale: il mondo dei pagamenti digitali è dominato da due società americane, VISA e Mastercard, con alternative europee pressoché inesistenti.
Le stablecoin, criptovalute il cui valore è ancorato a quello del dollaro USA (o anche dell’euro, ma sono in questa versione molto meno diffuse), piacciono al governo di Washington. Per ancorare il loro valore a quello del dollaro comprano tanto debito pubblico e – cosa forse ancora più importante per l’american spirit – non sono controllate dalla banca centrale. C’è competizione tra i privati, che presto dovrà avvenire all’interno dei confini disegnati dal GENIUS Act, già approvato al Senato e che ora dovrà passare alla Camera. Donald Trump ha chiesto l’approvazione con la massima urgenza.
L’Europa non solo è stata schiacciata con le vecchie tecnologie (Visa, Mastercard, di nuovo), ma rischia di esserlo anche con le nuove. L’utilizzo di stablecoin legate all’euro è minimo e l’european spirit è molto diverso da quello americano. Si crede poco nella possibilità che la competizione faccia nascere qualcosa di notevole – e dunque si preferisce affidare tutto alla Banca Centrale Europea. BCE che ha già iniziato i lavori tecnici per l’emissione di un Euro Digitale che dovrà riuscire nella straordinaria impresa di fare contenti BCE, banche private e operatori economici.
Non è soltanto una questione economica o tecnologica. Si affrontano due modi di pensiero, due storie e filosofie politiche e in ultimo due modi di approcciarsi alla realtà.
Stablecoin | Euro Digitale | |
---|---|---|
Infrastruttura | Blockchain pubblica o privata | Controllata da BCE |
Possibilità per i privati di emetterle | Sì | No |
Costi di gestione | A carico dell’emittente privata. Infrastruttura a carico di chi la utilizza (anche per altri scopi) | A carico del contribuente – BCE afferma che pagherà con fondi propri |
Resistenza agli attacchi | Molto elevata, quasi perfetta | Incerta |
Diffusione | Globale | Solo europea, all’ingrosso anche internazionale |
Spinta | Dal basso | Dall’alto (BCE e governi) |
Riserve | In bond USA, contanti, fruttifere | ? |
Quanto si evince da questo breve riassunto dovrebbe già rendere molto chiara la questione. Si tratta di uno scontro anche politico, e di una sorta di resistenza da parte di BCE a far conquistare il mercato europeo da soggetti privati o americani o con grossi interessi in America.
Nel grafico la capitalizzazione della più importante stablecoin sul dollaro, Tether USDT.
Gli sciovinisti dell’ultima ora, i nazionalisti che mai avremmo sognato di vedere in Europa, puntano tutto su questo aspetto per sostenere la necessità di un Euro Digitale che però la popolazione accoglierà, con ogni probabilità, con quel tepore tipico dell’accoglimento di soluzioni piovute dall’alto.
L’America, come spesso e storicamente è accaduto, punta invece su privati più vivaci e che competono per offrire il miglior servizio.
Qui, nel mondo dei privati, le posizioni sui due lati dell’Atlantico convergono di più. Negli Stati Uniti infatti diversi grandi gruppi bancari hanno già mostrato interesse a diventare emittenti di future stablecoin.
In Europa, paradossalmente, è lo stesso. SG, uno dei più grandi gruppi bancari d’Europa, ha già emesso stablecoin legate all’euro e al dollaro. Deutsche Bank sta esplorando la possibilità di fare altrettanto. Anche Santander è interessata e anche altre banche di simile taglia guarderanno in questa direzione.
La morale: nonostante Piero Cipollone abbia cercato di rassicurare le banche in tutti i modi, queste non si fidano granché del sistema Euro Digitale, un sistema dove verrebbero incluse a mo’ di favore e più per non scontentarle che perché effettivamente necessarie.
Un vecchio adagio dice che è stupido mordere la mano che ti sfama. Il punto è che forse le banche – non senza ragioni – ritengono di potersi sfamare da sole senza che suddetta mano debba esistere.
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