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Ancora grane per Terra Luna | Dentro il direttore degli affari generali

3 anni fa
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AGGIORNAMENTO: Yoo Mo sarebbe stato rilasciato.

La vicenda Terra Luna torna sulle nostre pagine con aggiornamento di rilievo. Le autorità sudcoreane hanno arrestato un uomo di cui è stato reso noto solo il cognome, Yoo, in forza a Terraform Labs e responsabile, a quanto pare, di aver manipolato i prezzi della criptovaluta a mezzo bot.

Si tratterebbe del capo per gli affari generali di Terra, per il quale sarebbe stato emesso un mandato di arresto mercoledì 5 ottobre. Stando alle prime notizie sarebbero passate meno di 24 ore dal mandato alla cattura. Ma il ricercato numero uno, Do Kwon, sarebbe ancora latitante.

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Altre grane per i vecchi leader di Terra Luna

Il tribunale distrettuale di Seoul mette la firma su un’importantissimo capitolo della vicenda Terra Luna, da quando il protocollo è passato dalla blockchain alle aule giudiziarie sudcoreane. Giovedì 6 ottobre una figura-chiave nell’organigramma di Do Kwon sarebbe stata arrestata.

Smentite Terra LunaSmentite Terra Luna
Un caso che sembra ormai quasi impossibile da sbrigliare

Il procuratore distrettuale avrebbe emesso il mandato d’arresto per Yoo nella giornata di mercoledì 5 ottobre, per vedersi consegnare appena 24 ore più tardi l’ex dirigente Terra di cui è stato reso noto solo il cognome.

A Yoo sarebbero contestati reati che, se confermati, gli varrebbero un soggiorno di discreta durata nelle patrie galere, oltre a una sanzione amministrativa che si preannuncia faraonica. Il responsabile per gli affari generali Terra avrebbe programmato dei bot con lo specifico intento di manipolare il valore della criptovaluta sui mercati.

Per la giurisdizione locale si verrebbe a configurare il reato di frode e violazione ai danni del fisco, con il sodale di Do Kwon accusato di aver infranto le leggi che regolamentano i mercati dei capitali.

Un altro passo in avanti per i procuratori, ci saranno smentite?

Con questo primo arresto si scrive un capitolo importante della vicenda che è costata alle vittime di Do Kwon qualcosa come 40 miliardi di dollari, con l’inacciuffabile capo di Terra Luna che avrebbe smentito le ultime voci sul suo conto, secondo cui le autorità sudcoreane gli avrebbero confiscato beni per circa 40 milioni di dollari.

Beni in criptovalute che sarebbero transitati dai suoi wallet a quelli delle autorità giudiziarie grazie alla collaborazione di un exchange di cui però Do Kwon non si sarebbe mai servito, stando alle sue dichiarazioni.

Da uccel di bosco il nostro continua a dribblare i continui tentativi di cattura, con voci che lo vorrebbero a Singapore, dove si sarebbe trasferito con la famiglia e alcuni stretti collaboratori poco prima del crack. La città-Stato invece afferma attraverso le sue autorità che il latitante sarebbe fuggito altrove.

E da altrove ci arrivano aggiornamenti di rilievo: mentre Do Kwon si dà alla macchia eludendo anche l’Interpol, la task force incaricata di fermarlo fa sapere che gli avrebbe sequestrato Bitcoin per oltre 60 milioni di dollari. Ma il condizionale è d’obbligo, perché da altrove, ancora una volta, Do Kwon smentisce. E non si fa trovare.

Redazione Criptovaluta.it®

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