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La Borsa di Londra vuole la blockchain | E per le crypto invece…

La borsa di Londra vuole la svolta blockchain. Ma guai a parlare di crypto.
2 anni fa
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Il London Stock Exchange Group, che gestisce la borsa di Londra, uno degli scambi di azioni e titoli più importanti al mondo per prestigio e volumi, starebbe esaminando piani per offrire asset finanziari tradizionali ricorrendo a tecnologie basate su blockchain. La notizia è stata annunciata da Murray Roos, che è capo della divisione Mercati di Capitale per LSE al Financial Times.

Si tratterebbe di una svolta importante, con una delle più rilevanti borse del mondo che si mettere in scia di quelle più di frontiera come Zurigo – per una tecnologia, quella su blockchain che nonostante il momento di crisi per gli asset crypto, continua ad interessare i piani alti della finanza.

Non ci saranno però crypto asset coinvolti, almeno secondo quanto riportato dallo stesso Roos – che così ha comunicato, non senza una punta di stizza – sempre al Financial Times. Per questa categoria di asset dovremo continuare, poco male, a rivolgerci ad exchange e a borse che apriranno a Bitcoin & co.

Piani già esistenti e in fase avanzata

I piani ci sono – anche se non è chiaro a cosa potrebbero portare e in quanto tempo. Il teatro è quello di una delle borse più importanti del mondo, Londra, che secondo il capo della divisione mercati di capitale starebbe seriamente indagando le possibilità che potrebbero essere offerte dalle tecnologie blockchain. Senza però toccare quanto, almeno a sentire i toni di Roos, sembrerebbe conservare ancora lo status di sterco del demonio per la finanza che conta, almeno dalle parti di Londra.

londra blockchainlondra blockchain
Londra: sì a blockchain, no a crypto

Non stiamo assolutamente costruendo qualcosa che riguarda i crypto asset.

Ad interessare è la tecnologia blockchain e dunque non i crypto asset, con Murray Roos che – come prima comunicazione al Financial Times – non ha potuto esimersi dal sottolineare come a Londra abbiano in mente tutt’altro – e non di offrire Bitcoin o altri asset del mondo crypto.

L’idea è quella di utilizzare queste tecnologie digitali per un processo che sia più lineare, più economico e più trasparente – e di averlo regolamentato.

Non è chiaro per il momento a che tipo di regolamentazioni si riferisca Roos, cosa che con ogni probabilità diventerà più chiara per i prossimi giorni, quando il piano sarà rivelato nella sua interezza.

  • Un mercato in parallelo

Si tratterà inoltre di un mercato in parallelo rispetto a quello attuale, senza che ci siano impatti per ora sul business principale del gruppo. Non è chiaro al tempo stesso quale sarà l’infrastruttura di riferimento.

Un mercato globale, su blockchain

Gli obiettivi sono ambiziosi – e sono stati illustrati ancora una volta da Morgan Roos:

L’obiettivo finale è quello di permettere a partecipanti in qualunque giurisdizione di interagire con persone in altre giurisdizioni seguendo al 100% le regole, le leggi e i regolamenti, potenzialmente in giurisdizioni multiple e in simultanea, che è qualcosa che non è stato possibile nel mondo analogico.

Non è chiaro – perdonateci il cinismo – in che modo però la blockchain dovrebbe aiutare a fare ciò rispetto ad un database centralizzato. Se non che la reputazione di LSE, dopo il caso nickel, non è forse delle migliori. E che più che all’interazione, si sta pensando in realtà alla trasparenza.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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