Pagare 500.000$ in commissioni per una singola transazione su rete Bitcoin. Quando pensavi di averle viste quasi tutte, ecco che il variegato mondo che gravita intorno a $BTC viene fuori con un’altra incredibile storia da raccontare. Sì, con ogni probabilità si è trattato di un errore, per quanto stiano già circolando sui social le teorie più strampalate.
Teorie che vanno dal riciclaggio di denaro – senza però portare uno straccio di prova a riguardo – da accordi tra il miner e chi ha versato la fee in questione. Teorie che però vacillano di fronte alla più probabile delle letture. Si sarebbe trattato – e intorno a questo punto sta montando il consenso, di un banale errore umano che costerà probabilmente il posto di lavoro a qualcuno.
Posto di lavoro, diciamo, perché tutti gli indizi lasciano intendere che si tratti di un wallet di proprietà o di un exchange o di un processor di pagamenti – data le transazioni che tale wallet aveva effettuato (o ricevuto) in precedenza.
La cifra è di quella in grado di far impallidire anche chi ha dotazioni importanti di denaro o $BTC. Una singola transazione ha infatti pagato oltre 19 Bitcoin in commissioni, senza che questo fosse chiaramente necessario. Si è trattato, almeno secondo quanto riportato da diversi esperti che hanno analizzato la questione, di un errore di chi ha creato la transazione, mettendo immediatamente a tacere voci – incontrollate e infondate – di strani giri, riciclaggio di denaro e quant’altro hanno partorito le fervide menti dei social.
Sì, quanto speso non può essere recuperato – a meno di accordi con il miner che li ha ricevuti – anche se difficilmente sapremo chi è stato a commettere l’errore che sarà costato alle casse societarie oltre mezzo milione di dollari.
Il consenso che sta maturando sui social – almeno tenendo conto delle opinioni più attendibili – è che tale indirizzo sia legato o all’hot wallet di un exchange, oppure a quello di qualche processor di pagamenti. Wallet che tra le altre cose è stato gestito non seguendo le migliori pratiche a tutela della sicurezza dello stesso, con un riutilizzo pedissequo (e sbagliato) dello stesso indirizzo per un gran numero di transazioni.
E ora niente. La transazione è stata inclusa in un blocco, gli oltre 19 Bitcoin di di commissione sono stati incassati e non si potrà tornare indietro, a meno di un accordo tra le parti che però è – almeno a nostro avviso, qualcosa di impossibile anche soltanto da pensare per ora.
Rimarrà la caccia al wallet che ha commesso questo errore, che anche per un’azienda di grandi dimensioni è certamente rilevante. La lezione che tutti possiamo trarne è che si dovrebbe fare più attenzione ad operare in un contesto dove non si può tornare indietro. Anzi, dove fortunatamente non si può tornare indietro – che è l’essenza stessa di Bitcoin.
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