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PADRONI DEL MONDO

COMPLOTTO per CAMBIARE IL TREND: anche Bitcoin e crypto nel mirino. I potenti che COMANDANO il mondo

I padroni del denaro sono più forti di un presidente con 77 milioni di voti. Ed è meglio così.

La riapertura delle borse europee ha dato una mano principalmente ai futures dei principali indici USA, su tutti quelli del NASDAQ 100. Al netto dei movimenti di breve, che sono invero assai incerti, c’è tanto altro di cui parlare, a partire da quanto abbiamo visto all’interno della live di ieri sul nostro Canale YouTube.

La questione riguarda anche, direttamente, il mondo di Bitcoin e delle criptovalute – dipendenti dai tagli ai tassi – ma fino a un certo punto – e comunque pronti a gioire di ogni ulteriore corsa dei titoli azionari globali.

C’è un primo punto però con il quale i mercati sono pronti a fare i conti: Federal Reserve può prendersi tutto il tempo che desidera prima di procedere ai tagli dei tassi. Lo spavento per i dazi è stato eccessivo e c’è probabilmente spazio per tornare a letture più moderate dell’outlook economico. E ci sono i soliti, i padroni del mondo, che ancora una volta battono… la politica.

La non-situazione dei mercati: in attesa di una nuova direzione

Le direzioni alle quali si sono conformati i mercati nel corso degli ultimi due mesi sono state chiare e forti. All’inizio abbiamo avuto l’annuncio di dazi verso Cina, Canada e Messico, poi verso tutto il mondo, poi di nuovo si è iniziato a trattare e a ritirare certi propositi.

Al netto delle mattane – perché di tali si tratta – della politica, sono stati ancora una volta i mercati a riportare ordine. Un’eterna lotta tra gestione del potere politico e risposte dei mercati che hanno visto, almeno in parte, i secondi prevalere. E non è una brutta notizia: la reazione (violenta) dei mercati ha riportato un po’ tutti a più miti consigli, ovvero a rivedere certe posizioni troppo dure. Posizioni riviste, tranquillità tornata – e non solo sulle piazze finanziarie.

Ai fan della de-globalizzazione va comunque ricordato che uno stop al commercio internazionale vuol dire persone senza più lavoro, mercati con meno consumatori e – inevitabilmente – contrazione dell’economia.

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Sì, i termini che stiamo utilizzando in questo approfondimento sono molto duri – e non potrebbero essere altrimenti. Chi vi scrive si avvicina ai 40 e da quando è in grado di capire ciò che viene fuori dalla televisione sente – con una certa frequenza – politici urlare che è il momento di riportare la politica (e dunque la volontà popolare) a dominare i mercati.

È un vecchio trucco retorico, buono per chi non si è mai fermato a studiare cosa sono i mercati e a chi crede che l’andamento delle borse sia determinato dalle decisioni di un manipolo di incappucciati che si riuniscono di nascosto. Niente di più assurdo, niente di più sciocco, niente però di più popolare anche tra i lettori più informati.

Grazie mercati: il termometro della sanità mentale è in mano a voi

I mercati – e questo è stato uno dei temi della live di ieri sera – sono un ottimo termometro che giudica il comportamento di chi muove tanto denaro avendone pochissima responsabilità, ovvero parlamenti, congressi e governi.

Le decisioni, soprattutto degli stati più forti, hanno un impatto sulla vita di miliardi di persone. Ed è giusto che i mercati, che poi ci mettono i soldi, li giudichino. E che decidano, quando le cose si mettono troppo sul binario delle stranezze e delle assurdità – di tirarsi indietro.

Bitcoin e crypto cosa c’entrano esattamente?

C’entrano, perché per chi non l’avesse capito, sono fondamentalmente il tripudio del libero mercato e del privatismo. Ognuno può avviare il suo progetto, ognuno può creare il suo protocollo, ognuno può imporre regole precise nel suo recinto, con gli utenti finali che decideranno se utilizzare o meno un certo token, una certa criptovaluta, oppure direttamente anche Bitcoin.

E infatti è un settore che piace molto poco a chi vorrebbe decidere per tutti, imporre soluzioni a spese di altri e infine scoraggiare ogni tipo di iniziativa privata.

Forse Bitcoin non salverà l’umanità, ma ha già dimostrato ampiamente che un altro mondo è possibile, che non è detto che la politica monetaria debba essere per forza in mano a dodici (12), tanti sono i votanti del FOMC), che c’è spazio per resistere anche di fronte a certe prepotenze.

Nel grafico intanto l’andamento delle decisioni dei potenti 12 che governano il FOMC e Fed. Gli acquisti (e cessioni) a mercato, per giocare a Dio con sotto il mercato che nutre 8 miliardi di persone.

Ok, e quindi chi comanda?

È indubbio che i mercati abbiano un meccanismo diverso da quello democratico. In democrazia uno vale uno, nel senso che ad ogni persona è concesso un voto da esprimere.

Sui mercati è altrettanto ovvio che non sia così: chi può muovere 100 miliardi ha un impatto diverso da chi può muovere 100 euro. E non è detto che neanche questo sia un male, perché per quanto sia potenzialmente possibile coordinarsi, ogni posizione presa comporta un rischio. E il rischio viene pagato in prima persona, con i propri capitali.

Non sarà il sistema più equo del mondo, ma è forse, anzi quasi certamente un bene che l’iniziativa privata, per quanto… poco equilibrata… sia lì a ricordare ai più potenti del mondo che, a prescindere dalla forza di un mandato popolare, la matematica è comunque al di sopra della loro volontà.

Io sono il Re di Roma e sono superiore alla grammatica.

È una frase attribuita (erroneamente, con ogni probabilità), a Sigismondo di Lussemburgo, comunque importante perché è una fotografia verosimile della prepotenza del potere. Che però non può essere né superiore alla grammatica né, appunto, alla matematica.

Discorso che vale, ovviamente, anche per Bitcoin. Per quanti possano accumularne BlackRock (per i suoi clienti), Strategy o altre aziende, le regole rimangono fissate alla matematica e nessuno si potrà permettere di cambiarle perché dotato dell’altro strumento di potere, quello del denaro.

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