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Bitcoin è il più grande di SEMPRE: perché essere BULLISH e perché NESSUNO o quasi lo HA CAPITO!

Un asset che forse non capisce nessuno, ma che sta davvero per cambiare il mondo.

Tutti lo vogliono, tutti lo comprano – almeno tra quelli che amministrano smart money – ma a presuntuoso avviso di chi vi scrive – in pochi lo hanno capito. Tra chi dice che è uno store of value, chi dice che sostituirà l’oro e chi sogna un mondo dove Bitcoin dominerà, non si riesce a fare un quadro preciso della situazione $BTC, sia per chi investe, sia per chi invece guarda di più alla tecnologia.

Senza presunzione alcuna – questa volta – di completezza, faremo una rassegna di cinque aspetti di Bitcoin che forse in pochi hanno compreso, anche tra chi cerca di spacciare investimenti in BTC alla propria clientela. Una serie di misunderstanding che fanno male a Bitcoin e che, sempre ad avviso di chi vi sta scrivendo, non gli fanno completamente giustizia.

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Bitcoin: così semplice che nessuno lo capisce

Come accade intorno a tutte le cose importanti, anche su Bitcoin si finisce per dividersi in fazioni. C’è chi la ritiene la più punk delle valute, in grado di resistere a qualunque attacco e superare qualunque confine. C’è chi lo ritiene un asset inerte, come l’oro, da accumulare il più possibile o in vista di tempi peggiori, oppure semplicemente per guadagnare. Bitcoin però è più di tutto questo.

  • Un network monetario

Anche se lo utilizzano forse in pochi rispetto a SEPA o alle carte, Bitcoin è un sistema monetario che funziona sempre, che ha un uptime praticamente del 100% e che permette di trasferire valore sempre, ovunque, comunque, tra chiunque. Non è una cosa da poco, tenendo conto anche del fatto che non vi è un’organizzazione centrale a farlo funzionare.

Anzi, la sua resilienza deriva proprio dal fatto che non vi è nessun punto di attacco centralizzato e non c’è nessuno a dettare legge. Qualcosa di enormemente importante per chi vuole investire anche in quella che è un’infrastruttura che non sarà la più veloce, ma che è comunque la più solida che il mondo abbia oggi a disposizione.

  • Una riserva per chi non può permettersi altre riserve

Sì, le banche centrali degli stati non allineati hanno compiuto acquisti importanti in oro, non fidandosi ancora di quel portento che risponde al nome di Bitcoin. Tuttavia – secondo chi vi scrive a breve – in tanti si accorgeranno che Bitcoin è più facile da custodire, non può essere sequestrato (cosa invece che non si può dire di certe riserve detenute presso banche centrali estere) e non ha bisogno di manutenzione né controlli.

E scusateci se è poco, direbbe qualcuno. Si ha la grande occasione di fare front run, ovvero di arrivare prima delle banche centrali. E, ancora una volta, di essere un movimento dal basso prima che diventi un movimento di nuovo… dall’alto.

  • Un asset finito, ma è la politica monetaria che… conta

Sì, ce la ripetono spesso quella dei 21 milioni. Ed è assolutamente vera. In pochi però guardano all’altro aspetto, quello della programmata politica monetaria. Ovvero la certezza di sapere quanti ce ne saranno oggi, quanti ce ne saranno domani, quanti ce ne saranno tra un anno.

Nessuno può riunirsi come fa BCE in Europa o come fa il FOMC negli States e decidere di emettere più Bitcoin. In nessuna circostanza, in nessun caso di emergenza o meno. È scritto nel codice, e così continuerà ad andare avanti.

  • Il consenso è per il non-cambiamento

Teoricamente potremo forkare Bitcoin e creare un CR.IT BITCOIN con regole nostre. Nessuno ce lo vieta. Ma se il consenso, ovvero gli utenti, ovvero i nodi, non lo riterranno il vero bitcoin, avremmo poco più che delle pietre digitali che nessuno vuole. Delle pietre digitali che non varrebbero nulla.

Ci può essere un fork con consenso? In linea teorica sì, ma comunque avremmo i nostri token anche su quel fork – e nel caso in cui tutti dovessero impazzire, saremmo comunque al punto di prima, ovvero su una chain forte con un asset apprezzato.

Il consenso poi è molto conservativo: i cambiamenti avvengono con enorme difficoltà. E questo per un asset che vuole essere tra i più solidi al mondo, è tanto di guadagnato.

  • Abbiamo un ufficio marketing, gratis

Abbiamo un enorme ufficio marketing, gratuito. Si chiama BlackRock, che lo fa certamente non per convinzione personale ma perché deve vendere il suo ETF. Poco male: fatica che faranno gli altri e che a noi costa zero.

Non ha certamente sempre ragione Larry Fink, ma finché lavora per noi senza che saremo noi a pagarlo, è più che il benvenuto. Per qualunque tipo di attività, per qualunque tipo di promozione – e anche per individuare una narrativa che sia più… congrua per chi arriva dai vecchi mercati.

Ragionare su Bitcoin, oltre l’asset in senso stretto

In tanti di voi che ci leggete siete arrivati a interessarvi di Bitcoin probabilmente per il prezzo. Tuttavia c’è molto di più dietro quei movimenti repentini che hanno fatto la fortuna (e in alcuni casi la sfortuna) di molti.

C’è un mondo dietro, non sempre facile da capire, nonostante Bitcoin sia, in fin dei conti, così semplice.

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Renzo
Renzo
13 giorni fa

Articolo puntuale… Ma … osservo che … 1) il limite dei 21m potrebbe essere superato mandando in malora chi ci ha creduto … su istigazione delle banche centrali??? di altri??? … così potrebbero dire …. Ve lo avevamo detto… 2) i fattori esogeni, ma soprattutto le opzioni … call e put … che aumentano di volta in volta… paiono incidere molto sul valore/prezzo del Bitcoin… Stiamo in campana … per non essere fregati dai boss del mondo…. Grazie, ciao. R.

Renzo
Renzo
13 giorni fa

Ok… come sempre grazie Gianluca!!! R.

Massimo
Massimo
12 giorni fa

Salve, vorrei porre l’attenzione su alcune affermazioni e analizzarle dal punto di vista del dubbioso.
Premetto che indubbiamente dietro Bitcoin si è creata una sorta di religione, quasi di dogmatismo, nei16 anni dalla sua apparizione, anche per l’alea di mistero dietro il suo messianico creatore, cosa che ha fatto si che prima si creasse un nucleo di apostoli, per lo più addetti ai lavori, poi una massa di fedeli hi-tech attirati dal verbo e dall’ aspettativa di miracoli, poi dai potenti che non potendolo ostacolare, hanno trovato il modo di approfittarne, in ultimo i cosiddetti retailers che pur non capendo cosa esattamente sia e a cosa esattamente serva, pur di non perdere il treno investono quel che possono dei propri risparmi per accaparrarsi qualche briciola di questo asset (sempre più) scarso. Parliamo però sempre di una esigua minoranza di adepti nel vasto paronama dell’ umanità.
E allora veniamo ai dubbi
1) un asset che tutti vogliono, tutti comprano, pochi lo capiscono.
Questa è forse la chiave di lettura più importate: pochi lo capiscono, perché non è affatto semplice avere Bitcoin, né per quel che concerne il mining (salvo i primissimi tempi e proprio per quella facilità iniziale unita all’inconsapevolezza, molti dei primi bitcoin minati, circa il 20% del totale, è andato perso) né per quel che concerne creare un wallet (custodial, non custodial, hot, cold, seeds ecc) e tantomeno per effettuare transazioni, col rischio per i meno esperti di commettere un errore e perdere l’ammontare oggetto dell’ operazione. Questo è il motivo del successo degli ETF e di Larty Fink, perché rappresentano per tanti curiosi ingolositi dalle aspettative su bitcoin di avere il loro pezzetto di torta pur senza capirci nulla.

2) Un network monetario
Sebbene fosse proprio questo il principio fondatore di bitcoin, ovvero creare un nuovo sistema monetario digitale peer to peer basato su Blockchain, decentralizzato, distribuito, democratico, oggi posiamo davvero affermare che Bitcoin sia ancora questo? Dove il mining è un affare in mano ad un oligopolio di grandi aziende? Dove l’80% del intero saldo di Bitcoin è concentrato nell’ 1% dei wallet? Dove l’utilità di bitcoin è di fatto sostanzialmente limitato al trading sugli Exchange? Un sistema monetario dovrebbe essere accessibile (pressoché) a tutti, dovrebbe servire come mezzo di scambio per beni e servizi su larga scala nella vita quotidiana. Ebbene Bitcoin oggi non è nessuna delle due cose per fattori oggettivi, vuoi perché solo gli smanettoni informatici sono in grado di capire come funziona, vuoi perché la mass adoption è ancora lontana. E la mass adoption è lontana perché la Blockchain layer 1 di btc non è performante e necessita di appoggiarsi ad un’ ulteriore infrastruttura, il layer 2 chiamato Lightning network, con la conseguente duplicazione di wallet e transazioni. Oggettivamente troppo per il quisque de populo.
Ecco perché alla fine rimane solo lo “store of value” semi-centralizzato ad appannaggio di grandi player, i quali hanno il potere di determinarne i trend (vogliamo dire a fini speculativi?)
Ed eccoci che ci ritroviamo in un contesto surrogato del sistema monetario tradizionale, che si voleva cacciare dalla porta ed è rientrato dalla finestra.

Forse il testimone di ciò che Bitcoin aveva iniziato, un sistema monetario alternativo, può essere raccolto da qualche altro progetto che conservi il focus su vasta accessibilità, decentralizzazione, community, fair distribution e al contempo assolva alle stringenti normative AML ed ambire realmente alla mass adoption inintermediata.
Per intenderci, un progetto che possa essere tanto esteso quanto è estesa la diffusione degli smartphone ed il cui utilizzo sia tanto semplice quanto un pos……