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GIAPPONE ANALISI

Bitcoin verso i 108.000$ durante la MEGA CRISI del Giappone. Il CAOS in QUESTI grafici!

Bitcoin cavalca le difficoltà del Giappone? Cosa sta succedendo a Tokyo? Tutto quello che devi sapere.

Un lungo patto con il diavolo che ora arriverà – inevitabilmente – a conclusione. Con un piccolo problema aggiuntivo: in tanti, quasi tutti i 120 milioni di giapponesi ci fanno affidamento. Così come ci fanno affidamento anche i mercati finanziari internazionali.

La storia è di quelle preoccupanti – riguarda anche Bitcoin (qui puoi acquistarlo anche con un PAC periodico) – e dovremo cercare di capirla per bene fosse anche soltanto perché sono in tanti che la stanno cavalcando, non senza qualche esagerazione.

Si può capire come funziona il mercato dei bond (in particolare quello giapponese) e se ne può fare tesoro, anche se non abbiamo mai investito in questo specifico mercato e anche se non abbiamo mai avuto alcun tipo di interesse in questo tipo di affari.

Il Giappone sta per implodere? Tutti correranno verso Bitcoin?

La situazione può essere riassunta in poche righe. Il Giappone ha accumulato negli anni un debito pubblico enorme, che vale il 240% del PIL e che ha governato con acquisti da parte della Banca del Giappone, la banca centrale di Tokyo.

Andamento dei rendimenti dei bond quarantennali giapponesi

Questi acquisti, coadiuvati anche da quelli dei fondi pensione e di tanti soggetti istituzionali, hanno contribuito negli anni a tenere i rendimenti di questo debito piuttosto bassi. In altre parole: il Giappone poteva (il condizionale è d’obbligo), rifinanziare il proprio debito senza pagare interessi enormi.

Il 2024 però ha segnato una svolta: BoJ ha indicato la sua incapacità di tenere i bond di lunga scadenza sotto certi rendimenti (i nodi del mercato prima o poi vengono al pettine). In aggiunta, la politica di tassi negativi in Giappone è stata abbandonata a fronte di un’inflazione che ha iniziato a fare capolino anche a Tokyo.

Dopo il Liberation Day di Trump – ovvero dopo l’annuncio di dazi urbi et orbi – il mercato dei bond ne ha risentito a livello globale, con aumenti dei rendimenti su praticamente tutti i principali bond sovrani.

Giappone 30y
L’andamento dei bond trentennali giapponesi, in termini di rendimenti

Non è finita qui: il premier giapponese Ishiba ha comunicato, a inizio settimana, di non essere disponibile ad approvare tagli alle tasse finanziati a debito, il che vuol dire indirettamente altra pressione sui bond.

Ultimo, ma non meno importante: l’ultima asta di bond ventennali giapponesi è andata quasi deserta. Anche i grandi fondi pensione, che nei bond giapponesi a lunga scadenza hanno il loro pane quotidiano, hanno deciso di tirare il freno a mano, in attesa di maggiore chiarezza da parte di BoJ. Una tempesta perfetta, che si è riflessa immediatamente anche sui grafici.

  • La teoria (strampalata?)

La teoria che circola principalmente tra gli analisti da social è che questa debolezza del debito pubblico giapponese sia segno di catastrofe imminente e che l’ottima performance di Bitcoin ne sia il riflesso più evidente.

Bitcoin ha avuto il daily close più alto della sua storia, è a un passo dal suo massimo storico e questo vorrebbe dire che è diventato un asset rifugio contro le intemperie che arrivano dal mondo monetario e del debito globale. Può essere, ma prima vorremmo aspettare reazioni più convincenti in questo senso. La corsa – invero modesta in termini percentuali – durante la sessione asiatica, può essere letta anche in parallelo con le buone performance delle borse di Shanghai, Hong Kong, Seul.

Quanto c’è da essere preoccupati?

Bank of Japan avrà un nuovo meeting per decidere la politica monetaria in giugno. Sarà decisivo e ci saranno delle decisioni difficili da prendere. Da un lato della barricata ci sarà Bank of Japan, dall’altro invece ci saranno gli acquirenti di bond, che devono far fronte a un fiume in piena di titoli da acquistare, con un intervento della banca centrale sempre più ridotto. Non esattamente la migliore situazione nella quale trovarsi.

C’è spazio per migliorare la situazione? Sì, anche se la coperta è troppo corta almeno dal 2024 e qualunque tipo di soluzione dovesse essere ottenuta comporterà o la svalutazione dello yen, o un periodo di lacrime e sangue, oppure ancora degli sconquassi in termini di politiche pubbliche.

Cosa non succederà? Sono in tanti a parlare ancora dell’unwind del carry trade – ovvero della cessione di equity USA perché non conviene più prendere in prestito Yen (a tassi bassi di interesse) per investirli altrove. È un po’ quello che aveva terrorizzato i mercati ad agosto. Servirebbe però, come sempre, un po’ di calma.

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