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MILEI USDC UP

CONGELATI 57 MILIONI alla crypto scam “di” Javier Milei. Sì, le stablecoin sono centralizzate. E possono fare QUESTO

Freeze di 57 milioni di token USDC da parte di Circle. Ma può farlo davvero? E come può farlo?

Circle ha congelato circa 57 milioni di dollari legati al lancio di $LIBRA, la criptovaluta che ha visto la partecipazione promozionale anche del presidente argentino Javier Milei. Dietro il congelamento non c’è però il capriccio di Circle, ma un ordine delle corti USA.

Al netto della vicenda, che sta diventando sempre meno interessante (è un classico lancio di token da scaricare poi sul pubblico ignaro), è interessante vedere come, quando e perché le società che emettono stablecoin possono congelare a distanza e senza alcuna opposizione i token che emettono.

Qualcosa che in molti ignorano, con una larga fetta del pubblico che crede di essere schermata dai sequestri (legali e non) mentre si detengono certi token. Il congelamento è avvenuto su rete Solana, ma sarebbe potuto avvenire praticamente ovunque.

Oltre 57 milioni di dollari in token USDC congelati

La notizia è fresca. Qui puoi verificare le transazioni, che vengon correttamente taggate con l’istruzione freezeAccount. L’ordine eseguito su blockchain di Solana impedisce all’account che ne viene colpito di acquisire o cedere token USDC.

In breve: all’interno dello smart contract che regola il token in questione ci sono funzionalità che permettono di inserire gli indirizzi in una sorta di lista nera. Se si è all’interno di quella lista nera, da quel momento in avanti diventa impossibile effettuare transazioni con quel token, sia in entrata sia in uscita. Nei fatti è come congelare i fondi. Che possono essere anche sbloccati più avanti, con l’istruzione thawAccount, che di fatto rimuove l’account dalla lista nera .

Perché USDC lo ha fatto?

Perché ci sono degli ordini delle corti USA, ai quali Circle deve obbedire. Non è la prima volta che succede e non sarà l’ultima. Gli emittenti di stablecoin, tra le altre cose, devono rispondere anche agli ordini di OFAC (l’entità USA che si occupa di sanzioni) e quelli delle corti. E, almeno in linea teorica, ha tutto il potere di intervenire anche senza ordini delle corti (assumendosene la responsabilità).

È il caso ad esempio delle risposte – non sempre tempestive – durante hack o truffe. Questo secondo aspetto è forse quello più interessante, perché i gestori di stablecoin possono trovarsi a giudicare, senza un giudizio delle autorità, cosa sia una truffa, cosa sia un hack e cosa non lo sia. Non una scelta da prendere con leggerezza, tant’è che difficilmente si interviene in questo senso.

Può farlo anche Tether?

Sì. Nello smart contract su Ethereum che governa USDT è presente la funzione blacklist, che funziona in modo identico a quanto abbiamo visto sopra per USDC su rete Solana. Anche in questo caso si è sempre intervenuti su ordini OFAC o delle corti.

Tether ha poi anche la funzione destroyBlackFunds che burna eventualmente gli USDT che sono in un certo indirizzo.

Sì, chi emette stablecoin hanno potere di vita e di morte sui loro token, ovunque questi vengano custoditi. Nessuno però ha mai voluto spacciare USDT o USDC come token decentralizzati. Sono la forma più centralizzata di criptovaluta che esiste – e questo però sembrerebbe essere non noto anche a chi sapeva di essere bersaglio delle indagini delle corti di mezzo mondo, come nel caso del token $LIBRA.

Grandi poteri, grandi capitali, grandi responsabilità

Al netto della questione tecnica, in capo a chi emette crypto stable ci sono diverse responsabilità:

  • Quella di rispettare la legge: per quanto possiamo metterci a fare i punk anarchici, chi ha miliardi di riserve non può permettersi ragionevolmente di ignorare gli ordini delle autorità. Può contestarle in tribunale, ma da qui a fare come vogliono… ce ne passa;
  • Quella di essere credibili: il potere di freeze c’è. Utilizzarlo arbitrariamente renderebbe però la stablecoin in questione molto poco affidabile, e quindi utilizzata pressoché da nessuno.

C’è una soluzione per avere una stablecoin davvero decentralizzata? Sì, si dovrebbe passare da quelle algoritmiche, con almeno un paio di problemi: gli exchange europei non possono toccarle – e probabilmente non potranno farlo neanche quelli USA, rendendole meno liquide e comode. In secondo luogo, diversi degli esperimenti di peg algoritmico sono andati male, molto male, troppo male.

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la mamma di Antonio
la mamma di Antonio
24 giorni fa

… e la (sempre più?) sottile linea che separa CBDC da stablecoin si inizia a mostrare per quello che è sempre stata: inversamente proporzionale al potere del regolatore/stato di turno 🙂

la mamma di Antonio
la mamma di Antonio
24 giorni fa

Le CBDC sono più programmabili e sono completamente KYCabili, certo, per non parlare delle modalità della loro emissione… ma la sequestrabilità per quel che mi riguarda rimane lo spauracchio maggiore. “Più difficile da bloccare” non vuole dire “non bloccabile”; anzi il fatto che quasi tutti sappiano che queste CBDC saranno uno schifo mentre molti credono che le stablecoin siano libere rende le stablecoin ancora più pericolose (subdole). Miei 2 cents come sempre

UDall
UDall
24 giorni fa

Leggendo l’articolo, le stablecoin algoritmiche come Dai, saranno destinate a sparire?