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TUTTI CONTRO

Famiglia Cristiana e Walter Veltroni contro Bitcoin: caos, droga e crimine nella valuta dei delinquenti e dell’anarchia

Tutti contro Bitcoin. Ora anche Famiglia Cristiana e Walter Veltroni.

Opinione controcorrente: Bitcoin viene utilizzato anche dai criminali, così come tutte le valute del mondo. Se c’è un problema, che denota ancora la relativa scarsa adozione di BTC come strumento di pagamento, è proprio il fatto che sia utilizzato poco (almeno rispetto alle valute classiche), nel mondo del crimine.

È questo una tesi che farà sobbalzare sulla sedia in tanti, anche tra gli appassionati di Bitcoin, di quelli che a questa critica – Bitcoin usato solo dai criminali – rispondono cercando di giustificarsi non solo di qualcosa che non esiste se non in minima parte, ma ignorando che quello sarebbe il corso naturale per ogni valuta.

Il crimine esiste, si muove per il grosso attraverso canali classici di pagamento come quelli bancari, e neanche Bitcoin può fermarlo. Chiunque affermi il contrario o ha un’agenda politica contro BTC, oppure sta spingendo affinché ogni tipo di pagamento sia super-tracciabile e super-trasparente. Cosa che in realtà abbiamo già nel mondo bancario, senza che – ci pare – sia sia inferto alcun colpo alla criminalità organizzata, né alla sua capacità di spostare denaro. Con (e soprattutto) senza bitcoin.

Spauracchi, racconti per i fessi e agende politiche

Non abbiamo mai avuto peli sulla lingua su Criptovaluta.it® e certamente non inizieremo ad averli ora. E non possiamo iniziare ad averli ora perché si sta consumando una guerra più grande di noi e che però non possiamo esimerci dal combattere.

Questa guerra riguarda la stretta ulteriore sulla capacità dei cittadini europei e dei residenti nell’Unione di pagare con denaro vero, libero e che non sia un potenziale strumento politico. Questa guerra riguarda il tentativo di sbarco dell’Euro Digitale nelle tasche di tutti, con una campagna elettorale che parte da BCE e per il quale i giornali svolgono il ruolo, chissà quanto consapevole, degli apparatčiki. Non in questo caso (dove il peccato è certamente veniale), ma in altri attacchi più articolati e che ripetono, spesso 1:1, le parole di Piero Cipollone.

  • Famiglia Cristiana, ma non solo

È stato pubblicato da Famiglia Cristiana un relativamente breve approfondimento firmato Stefano Stimamiglio e Francesco Anfossi, sulla *Milano criminale tra droga e Bitcoin. Probabilmente la colpa non è di nessuno degli autori, ma del titolista, che ha deciso di incentrare il suddetto titolo su BTC; sebbene poi nell’articolo…

Ormai la ‘ndrangheta si muove anche attraverso le criptovalute. In Questura abbiamo una sezione speciale che indaga su questo genere di traffici.

In poche parole la Questura [di Milano] si occupa anche di indagare sui movimenti di criptovalute, cosa certamente degna di merito, e il problema della droga a Milano diventa, sempre per il titolista, un problema di Bitcoin.

Immaginiamo che la Questura di Milano – o magari la Guardia di Finanza – abbia delle divisioni speciali che si occupano di indagare su certi trasferimenti bancari. E siamo invece certi del fatto che nessuno si sognerebbe mai di titolare Milano criminale tra droga e bonifici. Un segno dei tempi, un segno di cosa siano diventati i giornali, e del fatto che il coro dei giornali canta sempre sulla musica suonata da BCE.

  • Si scomoda anche Walter Veltroni

Il Corriere della Sera ospita un lungo approfondimento di Walter Veltroni, che parla di tempo del caos affrontando tutti i temi più cliccabile del momento. Il Papa, Trump, ancora Trump, i dazi, l’Ucraina, la Russia, Trump di nuovo, i democratici americani e… il trumpismo. È tra gli onorati dalle menzioni di Veltroni anche, neanche a dirlo, Bitcoin. Che però Bitcoin non è, in una cantonata che mai ci saremmo aspettati da uno dei più lucidi commentatori delle cose mondane e meno mondane.

È inoltre l’assoluta commistione tra affari privati e ruolo pubblico, dimostrato dall’emissione di bitcoin intitolati al presidente degli Stati Uniti, un affare da milioni di dollari.

Punto primo: non è stato emesso alcun Bitcoin. L’operazione di Trump riguarda un token, $TRUMP, emesso e tramite il quale ha incassato, da persone fino a prova contraria senzienti, milioni di dollari. Bitcoin non c’entra assolutamente nulla, e mai andrebbe neanche soltanto avvicinato a questo tipo di operazioni. Che saranno irrituali, segnale di un conflitto di interessi che anche noi abbiamo denunciato, ma Bitcoin non c’entra nulla.

Bitcoin non è il caos: Bitcoin è un sistema di regole uguali per tutti

Secondo punto: Bitcoin non può essere associato al caos e mai ve lo assocerebbe chi si è preoccupato di studiarlo per qualche ora.

Bitcoin è al contrario un sistema di regole chiare e trasparenti, quella legge uguale per tutti che è un principio disatteso troppo spesso dai sistemi politici e dalle organizzazioni degli uomini.

Bitcoin è matematica e Bitcoin è l’esatto contrario del caos. Perché, come nel mondo della matematica, in Bitcoin 2+2 farà sempre 4. E non si può telefonare a nessuno affinché diventi 5 in cambio di questo o quel favore.

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