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Il mondo Crypto è DIFFICILE: 4 favole che ti raccontano ogni giorno, e che ti faranno perdere soldi

Tante, troppe bugie, vuoi per ignoranza, vuoi per malafede.

Sei sicuro di informarti da gente che ne sa davvero? Se sei da tempo nel mondo crypto, saprai che certe narrative non hanno senso e vengono spacciate dai cosiddetti influencer soltanto per fare click o per farti comprare questo o quel token.

Se invece sei arrivato da poco, con ogni probabilità il mondo delle crypto ti sembrerà un po’ come Disneyland: solo grande divertimento, solo torte con le quali abbuffarsi, solo belle cose e bei sentimenti.

Non è assolutamente così: purtroppo si incrociano due tipi di problemi. Il primo è che la formazione di chi spaccia tante idee crypto non è sempre al top. Il secondo è che il pubblico è – nelle crypto come altrove – molto suggestionabile. Dato che siamo in una fase clou di mercato, vogliamo approfittarne per fissare quattro bugie dalle quali dovresti cercare di proteggerti con tutte le tue forze.

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1. Ci sarà un nuovo Bitcoin

È la più comune. Ti propongono una nuova crypto, dicono che sarà il prossimo Bitcoin. Le tecniche utilizzate sono sempre le stesse. Si indicano:

  • La velocità maggiore della nuova crypto rispetto a Bitcoin;
  • La bassa capitalizzazione (che, per motivi a noi oscuri, dovrebbe garantire una corsa maggiore);
  • La presenza e la sponsorizzazione di questo o quel guru.

Ci sono stati casi certamente più articolati in questo senso, basti pensare alle peripezie di Bitcoin SV o di altri che ne scimiottavano anche il nome.

Statistica: delle decine, se non centinaia, di nuovi Bitcoin proposti, nessuno ha mai scalzato il re dal suo trono. E non succederà mai. O comunque certamente non accadrà con l’ultimo token proposto da questo o quel guru.

Qui cerchiamo di parlare di trend veri. Non ti sarai mica perso l’ultima live?

2. RWA vorrà dire figurine, quadri e roba da Telemarket

È possibile, almeno in parte, tant’è che anche VanEck si accinge a lanciare un mercato proprio di asset da collezione tokenizzati. Tuttavia – e i numeri parlano chiaro – la tokenizzazione è interessante per due categorie di asset:

  • Valute fiat, vedi il dollaro con le stablecoin;
  • Titoli finanziari classici: che è enormemente più facile, economico, utile gestire onchain.

Mentre c’è chi continua a parlare di catasto onchain, della possibilità di comprare case tokenizzate e compagnia, i soldi veri si muovono sulle questioni 1 e 2 di cui sopra.

Questo perché sfuggono a tanti commentatori delle vicende del mondo RWA diverse questioni:

  1. Il mercato finanziario è paradossalmente molto meno frammentato di quello degli altri mercati.
    E con questo intendo dire che far cambiare regole alla SEC o a 50 stati che regolano gli immobili negli USA è molto più semplice.
  2. Ci sono vantaggi veri, e non effimeri.
    I vantaggi sono reali, su un mercato già esistente, e non ci si deve inventare nulla di nuovo. Si tratta di cambiare una parte dell’infrastruttura.
  3. I mercati di collezionabili a distanza esistono già
    E funzionano anche più che bene. Ci sono diverse piattaforme per farlo. C’è il piccolo problema che chi compra una carta Magic da collezione, tendenzialmente, vuole tenerla per sé. Chi compra un quadro, esporlo. E comunque ha altri canali, molto più efficienti per ora, per farlo.

Non stiamo dicendo che non succederà – ma si stanno invertendo sia le importanze relative, sia gli interessi di chi i mercati li governa davvero.


3. I network di pagamento hanno un futuro e…

Si è parlato di tante ISO e di altri arzigogolati sistemi onchain per permettere pagamenti efficienti. Il punto, qui, è che la tecnologia che ha vinto è quella delle stablecoin. Tecnologia che è già agnostica – ovvero può girare praticamente su qualunque chain.

I fan di Ripple saranno pronti a inalberarsi, dimenticando che Ripple, in senso stretto, esiste per un solo caso d’uso della moneta: quello dei pagamenti transnazionali.

Quindi, quando vi viene messo davanti questo o quel network che risolverà il problema di come pagare il chewing gum, ricordate loro che la tecnologia esiste già, ed è quella che stanno già implementando i grandi dei pagamenti come Visa, Mastercard o PayPal.

Un problema già risolto difficilmente si può risolvere di nuovo con tecnologie che hanno perso (le chain specializzate in pagamenti).


4. Le azioni onchain liberalizzeranno il mercato azionario

L’idea è nobile: basta con i mercati azionari che chiedono documenti, che ostacolano l’accesso a questo o quello per via di nazionalità o trascorsi. Vogliamo un mondo libero, dove le azioni siano emesse altrettanto liberamente, dove si scambiano su DEX come Uniswap.

Tutto molto bello, ma non accadrà. Le borse continueranno a dover rispondere a certe regolamentazioni, anche se le azioni saranno emesse onchain. Ci sarà qualche parziale apertura, ma per ora immaginare un mondo dove le azioni $TESLA vengono scambiate tramite gli stessi canali di $PEPE non è possibile.

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