Il Senato degli Stati Uniti d’America ha votato a favore l’ultimo passaggio in aula del GENIUS Act, il complesso di norme che andrà a regolamentare il settore stablecoin negli USA. Il passaggio era quasi scontato, dopo che sono state superate resistenze dei Dem che volevano sfruttare la discussione sulla norma per ostacolare i piani crypto del governo guidato da Donald Trump.
Il voto conclusivo è arrivato dopo settimane di dibattiti, negoziazioni (al senato serve una maggioranza di 60 su 100, che i repubblicani non hanno) e anche di accuse al presidente Trump di voler sfruttare il proprio ruolo a scopo di arricchimento personale. Il passaggio del GENIUS Act è una pietra miliare del nuovo corso degli Stati Uniti a tema crypto.
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GENIUS Act: per gli USA e le stablecoin è un giorno storico
La più grande economia finanziaria del mondo è ad un passo in meno dal dotarsi di regole sul mondo stablecoin. Il passaggio più ostico, quello del Senato, può essere da ieri considerato come superato con successo.
Con questa legge, gli Stati Uniti sono un passo più vicini a diventare il leader globale nel mondo crypto. Il GENIUS Act stabilisce un quadro normativo a favore della crescita per le stablecoin di pagamento. Questa legge rafforzerà la dominance del dollaro USA, proteggerà i consumatori e spingerà la domanda per i titoli di stato americani.
Questo è il commento di Bill Hagerty, sponsor della proposta di legge, che fa riferimento anche al punto più forte della narrativa pro- stablecoin negli USA. I gestori di questo tipo di prodotti infatti acquistano quantità importanti di debito emesso dagli Stati Uniti, da utilizzare come riserva per ancorarne il valore a 1$.
Sul tema è intervenuto anche il Segretario del Tesoro, Scott Bessent, su X:
I report più recenti indicano che il mercato delle stablecoin potrebbe crescere fino a 3.700 miliardi di dollari alla fine di questo decennio. Questo scenario diventa sempre più possibile con il passaggio del GENIUS Act.
Cifre molto importanti e che sono quasi doppie rispetto a quelle diffuse dallo stesso Bessent soltanto pochi giorni fa (quando parlava di un mercato da 2.000 miliardi).
- Voto con maggioranza molto ampia
I sì sono stati 68 mentre i no 30, segnale dell’appoggio anche da una parte rilevante dei democratici, che inizialmente si erano compattati affinché il passaggio del GENIUS Act diventasse arma da utilizzare contro Trump e contro i suoi (ritenuti eccessivi) interessi nel mondo crypto.
Entusiasmo dall’industria – ora però servirà il voto anche nella House
In diversi tra i principali player del settore hanno mostrato un certo entusiasmo, da Coinbase a Tether tramite il CEO Paolo Ardoino. La norma stabilisce chiaramente ciò che si può e non si può fare negli States e favorirà – complessivamente – l’adozione delle stablecoin anche come metodo di pagamento classico.
Tant’è che si stanno già muovendo Bank of America e anche JP Morgan, con la seconda che farà partire il suo JPMD su rete Base, Layer-2 su Ethereum gestito proprio da Coinbase.
C’è fermento – per una direzione che è ostinata e contraria rispetto a quella intrapresa dall’Unione Europea. BCE sta cercando infatti di contrastare l’espansione di questo strumento di pagamento con l’emissione dell’Euro Digitale.
Diverse banche private europee però si stanno già interessando dell’eventuale e potenziale emissione di stablecoin ancorate all’euro. SG in Francia lo ha già fatto, e si starebbero preparando a farlo anche Deutsche Bank e Santander, con diverse banche che potrebbero accodarsi. Nonostante un clima maggiormente ostile in Europa, c’è anche chi, come BBVA, propone crypto ai propri clienti. Segno, questo, che il fronte che Piero Cipollone starebbe cercando di organizzare è in realtà meno compatto di quanto vorrebbe apparire.