Continuano ad arrivare buone notizie dai mercati della tokenizzazione degli asset reali (RWA). La piattaforma crittografica Ondo Finance e l’hedge fund Pantera Capital hanno stanziato insieme un fondo di $250 milioni per poter approfittare di questo fiume in piena. Dal mondo finanziario tradizionale arrivano in contemporanea altre aziende disposte ad investire in questo settore, sempre più interessato dai grandi volti di Wall Street.
Azioni, fondi, commodities ed immobili: tutto diventa negoziabile on-chain, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Chiaramente ci sono delle limitazioni e non è tutto così semplice come può sembrare: questi prodotti non sono sempre liquidi, non sono tipicamente accessibili ad un pubblico retail, e spesso non risolvono problemi realmente impattanti ma offrono semplicemente un’alternativa più efficiente.
Ad ogni modo, visto la crescente narrativa degli ultimi anni e la presenza rinnovata di molti attori di spicco della TradFi, non possiamo non riconoscere il forte cambiamento strutturale in atto. Perché sono tutti pazzi per gli RWA? Sono davvero la prossima frontiera della finanza del futuro? Le borse dei titoli si sposteranno tutte on-chain? Cerchiamo di fare chiarezza.
Alla lista delle società che puntano sulla novità degli asset RWA si sono aggiunti recentemente Ondo Finance e Pantera Capital. I due insieme hanno messo insieme una somma pari a $250 milioni con l’intenzione di migliorare la propria presenza nei mercati dei capitali on-chain. In particolare l’iniziativa, chiamata “Ondo Catalyst, prevede un mix di investimenti tra azioni e token, che saranno poi chiaramente offerti ad investitori istituzionali tramite canali sicuri e regolamentati.
Non è in realtà la prima volta che Ondo si espone a questo mercato: il protocollo è il secondo maggiore emittente di titoli del tesoro USA tokenizzato, dietro solo a Securitize, con un valore supportato di $1,4 miliardi con i suoi token RWA OUSG e USDY. Da poco lo stesso team ha anche lanciato una piattaforma dedicata all’esposizione on-chain ad obbligazioni e titoli negoziati in borsa.
In seguito all’annuncio dell’ultima investimento in collaborazione con Pantera, Nathan Allman, CEO di Ondo, è intervenuto per parlare della cosiddetta espansione a Wall Street 2.0:
“È così che espandiamo Wall Street 2.0: supportando team e casi d’uso lungimiranti, stiamo accelerando l’adozione di prodotti finanziari tokenizzati e coltivando un ecosistema diversificato che ne amplia l’accesso, ne migliora l’utilità e promuove l’innovazione on-chain. Siamo entusiasti di collaborare con la prossima generazione di team che costruiscono il futuro della finanza.”
Il piano di Ondo e Pantera non è l’unica notizia a tema RWA della settimana: altre società hanno infatti annunciato grandi iniziative nel settore, confermando il momento di forte interesse per la tokenizzazione degli asset reali. Ricordiamo che da inizio anno questo mercato è cresciuto di circa il 60% portando il valore bloccato tra le varie asset class da $15,7 miliardi fino agli attuali $24,8 miliardi. In particolare la forte espansione è arrivata dalle nicchie degli U.S Treasuries con BUIDL di BlackRock e dal Private Credit con Figure.
Il fermento non si limita però ai protocolli crypto-native o ai colossi finanziari tradizionali: ora anche exchange e piattaforme di investimento stanno cominciando ad aprirsi agli RWA. Non è un caso che proprio in questi ultimi giorni Coinbase, Bybit, Kraken e Robinhood hanno annunciato progetti legati alla tokenizzazione, con l’intento di portare il trading di azioni e di ETF anche all’interno del mondo crypto. Se ne sta parlando molto proprio perché il fenomeno ha coinvolto anche nomi di titoli di spicco a Wall Street come OpenAI, Tesla e SpaceX.
Per molti la possibilità di scambiare azioni statunitensi sotto forma di asset RWA direttamente su blockchain rappresenta una vera rivoluzione ma in realtà non tutto così magnifico. Certamente non è una cosa da poco: insomma questo significa dare la possibilità a chiunque ( anche a chi non ha accesso a strumenti finanziari) di accedere in modo trustless ad un settore solitamente circoscritto. Tuttavia gli stessi che gridano al miracolo dimenticano alcune cose, che noi vi facciamo notare con occhio critico:
1- Il trading dei cosiddetti xStocks su Solana non è parecchio liquido: senza liquidità non si va da nessuna parte, è come aprire un supermercato senza prodotti da vendere.
2- Laddove vi è probabilmente la nicchia più interessante, ovvero quella dei titoli del tesoro tokenizzati, l’accesso è spesso esclusivo per un pubblico istituzionale d’èlite. La plebe dovrà continuare a negoziare bond su mercati secondari lenti e costosi.
3- Tutto l’interesse da parte di Wall Street c’è sostanzialmente perchè ci sono gestori ed emittenti che devono vendere un prodotto. È lo stesso concetto dei provider di ETF Bitcoin che sono bullish su BTC: c’è un fondo di verità evidente, ma c’è anche la volontà di fare business.
4- Gli asset RWA non salveranno il mondo. Tutto bello e promettente, come dicevamo all’inizio un vero “fiume in piena”, ma sostanzialmente quali sono i vantaggi di cui non possiamo fare a meno? Spoiler: ne possiamo tranquillamente fare a meno. Discorso diverso invece per le stablecoin, che sono la reale innovazione game-changer di questo settore.
La parola più corretta per descrivere il vantaggio che offrono gli asset RWA è probabilmente “efficienza”. In determinati ambiti della finanza tradizionale e non, la tokenizzazione dei beni reali porta a condizioni di negoziazione più vantaggiose, sia per emittenti che per clienti finali. Si aprono le porte ad un ecosistema esente dagli orari delle borse classiche, aperto 24 ore su 24 e disposto a sostenere contrattazioni anche in giorni festivi. Il settlement diventa istantaneo, con costi di commissioni meno rigidi ed una migliore trasparenza.
Nuovi mercati fino ad oggi difficili da raggiungere e meno liquidi possono trovare una nuova vita on-chain, come quelli del debito privato e del collezionismo. Infine, cosa che forse potrebbe dare maggior lustro agli RWA ma che oggi è ancora un’idea, rendere questi asset utilizzabili come collaterale presso i protocolli DeFi. In questo caso allora andremmo più vicino ad una rivoluzione piuttosto che ad una semplice evoluzione efficiente del sistema. Immagina depositare azioni Apple per prendere in prestito stablecoin, con cui pagare le bollette o utilizzare per scambi od operazioni di yield.
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