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INFLAZIONE DATI USA

Inflazione USA OK: Bitcoin e crypto possono RIPRENDERE la BULL RUN senza tagli? ANALISI COMPLETA

Arrivano i dati sull'inflazione: ecco cosa ci dicono su Bitcoin e crypto!

L’inflazione USA è leggermente sotto le aspettative, con la Core però (che è decisamente più importante) che rimane a +2,8%. Nessun shock dovuto ai dazi e smentite le previsioni dei soliti che, per un pugno di click, sarebbero disposti a scrivere qualunque cosa. Rimane comunque da analizzare un dato che non ha avuto grande impatto sui mercati e che conferma però al tempo stesso che Jerome Powell potrebbe voler giocare di nuovo d’attesa.

Il dato è importante anche per i futuri sviluppi del mondo crypto e Bitcoin, che avrebbero certamente preferito un’inflazione molto più bassa (ma non si possono fare miracoli), cosa che avrebbe aperto alla possibilità di tagli già in giugno.

Dato lo sconquasso portato sui mercati da certe decisioni politiche, già il fatto di non avere avuto aumenti significativi dovrà essere salutato dagli appassionati con una certa attenzione.

Inflazione “ok”: cosa cambia ora?

L’inflazione è arrivata con un numero poco stupefacente. Le aspettative per l’inflazione classica erano a +2,4% e il dato reale invece è stato di +2,3%. Discorso invece parzialmente diverso per l’inflazione core – che ha fatto registrare +2,8% come da previsioni.

Inflazione core: indica l’aumento dei prezzi escludendo però sia energia sia alimentari, che sono due settori notoriamente volatili. In questa fase, con il petrolio in difficoltà, offre un quadro ancora più preciso.

Federal Reserve, così come il grosso delle altre banche centrali, monitora con maggiore attenzione il secondo dato, ritenuto maggiormente rilevante rispetto a quanto accade invece per l’inflazione classica, sulla quale possono impattare con maggiore decisione fattori volatili.

  • Poteva andare peggio

Poteva certamente andare peggio: tutti i segnali che arrivano dall’economia sono alterati dall’arrivo dei dazi – che hanno avuto un impatto importante anche sul PIL.

=> Leggi qui cosa c’è da sapere sull’attuale situazione dell’economia USA

Possiamo dunque accontentarci di aver avuto un dato inferiore alle aspettative per almeno uno dei due dati diffusi oggi. Da qui però a credere che ora si sia pronti per dei tagli… c’è lo stesso mare presente tra il dire e il fare.

Per Bitcoin e crypto

Bitcoin e crypto sono in uno stato di salute relativamente buono. Bitcoin è ancora vicino a quota 104.000$, con un recupero sostanziale che è avvenuto durante la sessione europea. Lo stesso si può dire di diverse crypto, che hanno contenuto le perdite fatte registrare ieri durante la sessione USA.

Certo, tutti preferiremmo vedere liquidità arrivare a fiotti e a basso costo. Dovremo pazientare ancora un po’. Per ora accontentiamoci di non dover sperimentare le performance di Bitcoin mentre l’economia e la finanza tradizionale vanno letteralmente a rotoli. Non è – per ora – questo il caso.

Tagli a giugno?

I mercati indicano come molto probabile un altro stop da parte di Federal Reserve per la riunione del FOMC del 18 giugno. Siamo infatti davanti a una situazione complessivamente ancora incerta per Fed: l’economia sta rallentando ma non a sufficienza da garantire un pronto intervento.

Dati tagli giugno
Le aspettative dei mercati sui tagli a giugno. A sinistra la colonna del “sì”

L’inflazione, come è stato dimostrato dai dati di oggi, sta facendo una certa fatica a tornare sostanzialmente verso il 2%. L’ingresso dei dazi potrebbe portare inoltre a un aumento dell’inflazione almeno sul breve periodo, situazione che dovrebbe comandare complessivamente una maggiore cautela da parte di Jerome Powell.

Da qui però alla riunione di giugno ci saranno altri dati sulla disoccupazione e sul PIL che potrebbero cambiare gli equilibri che vediamo qui immortalati all’interno del grafico che stima le possibilità di un taglio. Quindi mai dire mai, per quanto per ora si parta da una situazione poco favorevole ai tagli.

Ce la possiamo fare anche senza tagli?

Il ritorno dell’entusiasmo durante gli scorsi giorni sul mondo crypto testimonia che si può fare bene anche senza avere tassi vicini allo zero o comunque in territorio espansivo.

Ricordiamo inoltre ai nostri lettori che per quanto concerne la politica monetaria siamo davanti a una situazione che vede il quantitative tightening, ovvero lo scarico a mercato di titoli da parte di Fed, ancora attivo.

No, al contrario di quanto avete letto sui social, non c’è stato alcun tipo di quantitative easing nascosto: bufale che servono a fare click e che non raccontano però la verità su quanto sta accadendo. Sul nostro Canale Telegram puoi sempre chiedere delucidazioni su quanto leggi in giro.

Altre cose da studiare

Fed ha già lasciato intendere che vorrà dei segnali dalla disoccupazione per sentirsi ok con degli eventuali tagli.

La disoccupazione rimane stabile e dunque senza alcun segnale di allarme per l’economia. Pregare che si alzi per avere un taglio o forse due, non è l’atteggiamento corretto almeno ad avviso di chi vi scrive per sperare in un ritorno potente del sentimento bullish.

Il dollaro “corregge”

Alla pubblicazione dei dati DXY, l’indice che raccoglie la forza del dollaro rispetto alle principali valute internazionali è sceso, segnalando una maggiore convinzione su tagli futuri. Si tratta però di movimenti minimi che per ora non spostano di molto le aspettative dei mercati.

Rimane però anche questo un grafico da guardare con la massima attenzione, insieme agli altri che abbiamo indicato nel corso di questo approfondimento.

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