Bitcoin l’anti-americano. Sembra che qualcuno, anzi più di qualcuno, creda fortemente alla narrativa che ha accompagnato Bitcoin nel corso degli ultimi giorni e delle ultime settimane: quando il più potente degli imperi che abbiano mai calcato la Terra cadrà (o comunque rallenterà), ci sarà $BTC a raccogliere le spoglie.
Molto suggestivo, molto apocalittico, fa pensare e fa anche riflettere. Tuttavia – mentre su questo giornale si è sempre sostenuto il contrario (vedremo poi perché) – sembra che gli USA non siano morti e che nonostante qualche raffreddore economico siano ancora il centro di gravità permanente dell’economia globale.
E che in una giornata di lieve ripresa per il DXY e quindi per il dollaro e anche per le equity (è la parola difficile per dire azioni) americane… Bitcoin torna a soffrire, lasciando sui mercati una parte dei gain accumulati negli scorsi giorni. Questo editoriale servirà a fare il punto della situazione e anche a sbugiardare i soliti che hanno organizzato funerali in anticipo, senza che di cadavere ce ne fosse l’ombra.
Caduta è l’America, ora è il nostro momento
Chi vi scrive, attirandosi attacchi e insulti anche sul Canale Telegram di Criptovaluta.it non è mai stato granché d’accordo con i funerali senza il morto. Non è d’accordo quando li si organizza per Bitcoin, non lo è quando si organizzano per il mondo dollaro e America-centrico. E – ci sono una miriade di approfondimenti a testimoniarlo – era tra i pochi (insieme alle firme di questo giornale) a invitare tutti alla calma.
Facciamo qualche passo indietro: era il Giorno della Liberazione, il pittoresco nome scelto da Trump per il giorno in cui furono annunciati i dazi e tutti avevano dato l’America per spacciata. I calcoli erano da TSO immediato, le reazioni dei partner tra l’indispettito e il violento, la Cina con il proverbiale coltello dalla parte del manico. Tutto avrebbe lasciato intendere a chi non aspettava altro che un secolo o forse due dominio americano erano ormai ai titoli di coda.
Sfruttando l’enorme libertà che questo giornale mi concede (grazie, direttore!) vorrei però fare il saputo che ora, dati alla mano, può dire di avervelo detto. Cosa c’entra Bitcoin? Lo vedremo più avanti.
- Imparare a separare le analisi dal wishful thinking
Sì, facciamo ricorso ancora alla cultura americana e ad una meravigliosa locuzione – wishful thinking – che indica quelle analisi, quei pensieri, quelle previsioni che in realtà incorporano più i desideri che l’intelligenza dell’autore.
Con la crisi del dollaro – almeno nelle proporzioni in cui è stata raccontata anche su blasonatissimi giornali – è andata proprio in questo modo. Dato che il giogo del dollaro pesa sulle spalle di molti, dato che tanti vorrebbero ripararsi sotto l’ala di Pechino, è tutto uno scrivere di yuan che sostituirà il dollaro, di BRICS che sono sempre a un passo da, di paesi freschi e emergenti che guideranno il prossimo secolo.
Può essere, ma non oggi. Può essere, ma non domani. Può essere, ma certe inerzie ci mettono una vita a cambiare. E, aggiungo, essere la prima potenza monetaria, finanziaria e economica mondiale vuol dire potersi concedere il lusso anche di qualche calcolo da svitato. E anche concedersi più di qualche svitato al governo. Detto questo, vediamo cos’è successo.
Azioni su, Bitcoin e crypto giù: il Sol dell’Avvenire crypto dovrà pazientare ancora un po’
Questo articolo andrà online poco dopo la chiusura delle borse USA. Borse USA che hanno chiuso come segue:
- SPX500: +3,26%
- Dow Jones: +2,81%
- Nasdaq 100: +4,02%
- Small Cap 2.000: +3,45%
Senza fare l’errore degli altri, che è quello di trarre conclusioni di medio e lungo periodo da dati che rappresentano una sola giornata, il messaggio è chiaro. Anzi, i messaggi sono due:
- In tanti stanno dando credito, correttamente, a Bitcoin come alternativa alle equity USA. È un discorso complicato che affronteremo domani sul nostro Canale Telegram VIP – canale dove ci pregiamo di offrire qualche analisi più approfondita;
- Ne dobbiamo mangiare di pagnotte prima di soltanto pensare di impensierire un’America gigantesca soprattutto in termini finanziari.
È vero che c’è stato qualche sconquasso sul mercato delle obbligazioni federali USA, è vero che il dollaro ha preso una bella botta, ma è anche vero il grafico di cui sopra.
E, così come detestiamo i funerali anticipati per chi amiamo, sarà il caso di iniziare a detestare anche quelli di chi non amiamo particolarmente (se questo dovesse essere il caso di chi ci legge).
Detto questo: non è detto che la ripresa delle azioni USA sarà duratura: domani c’è l’inflazione che potrebbe portare a ulteriori tensioni. Tuttavia, ancora una volta guardando i grafici, troveremmo difficoltà a trovare anche un solo medico che dichiari che il paziente, gli USA, sia lì lì per morire.
Questo vuol dire che Bitcoin è ormai alla fine della corsa? No, niente affatto e tutto il contrario. Uno scenario dove schiviamo una recessione e anche un brutto bear market per le azioni rimane, sempre per chi vi scrive, il migliore degli scenari possibili.
Bravo Gianluca! Analisi sempre lucide e pacate… in questo mondo isterico. R
Grazie mille Renzo <3