Si chiama Trump Mobile, è l’ennesima trovata ai limiti della truffa che arriva dal mondo dei meme e che cerca di sfruttare un tema popolare sui social per attirare capitali e possibilmente trovare una exit liquidity. Il meccanismo lo abbiamo visto all’opera decine, se non centinaia di volte. E proprio perché il meccanismo è noto (ma non a tutti) sarà il caso da un lato di starne alla larga, dall’altro di capire come funziona per non trovarsi invischiati in certe operazioni in futuro.
Partiamo dai numeri, nudi e crudi: nonostante volumi modesti (poco più di 1,5 milioni di dollari), il token $T1 ha guadagnato nel giro di una giornata o poco più la bellezza del 270%, tanto da guadagnarsi l’infame colonna delle crypto popolari su Coinmarketcap. I più sprovveduti ci vedranno motivo di interesse. Altri invece…
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Trump Mobile: nessuna associazione con Trump, ma…
Il meccanismo è quello che abbiamo visto all’opera centinaia, se non migliaia di volte. Si lancia un token che prende il nome da un evento particolarmente popolare nel corso delle ultime giornate, soprattutto sui social. Abbiamo visto questo tipo di operazioni con Tesla, SpaceX e con tanti altri temi che hanno popolato i social in passato.
Si crea un token su una chain a basso costo – in questo caso è Base – si lancia su un exchange decentralizzato e si spera di fare il botto, tanto sui social quanto sugli aggregatori.
È quanto successo con T1, che richiama il nome di Trump Mobile, lo smartphone annunciato dalla famiglia Trump e che sarà prodotto con licenza di utilizzare il nome del Presidente degli Stati Uniti.
Se per lo smartphone però c’è una licenza d’uso del nome, per il token no. È semplicemente squatting del nome, non c’è alcun coinvolgimento di Trump, e il nome è stato scelto nella speranza di creare confusione.
I più cinici tra i nostri lettori diranno che tanto vale tentare la fortuna, che alla fine il mondo dei meme token è tutto così. Noi però, che parliamo a decine di migliaia di persone, siamo costretti a mettervi in guardia. Perché da tali operazioni difficilmente viene fuori qualcosa di buono e perché sono all’opera meccanismi indisponibili soprattutto per chi è nuovo del settore.
Conviene “investire”?
Ognuno è certamente libero di fare ciò che vuole con il proprio denaro. Tuttavia siamo costretti a ricordarvi che certe operazioni hanno un solo beneficiario certo, ovvero chi ha lanciato il token stesso.
Il mondo dei meme piace a tanti, occhio però quando il nome lascia intendere che ci siano collegamenti che poi in realtà non ci sono, come in questo caso. Quello delle crypto è un mondo libero, che purtroppo però lascia spazio anche a operazioni che andrebbero studiate prima di renderle parte del nostro portafoglio, pena il rimanere invischiati con token poi difficili da vendere al prezzo di acquisto.
Una nota finale: occhio agli aggregatori e alle spiegazioni fornite dall’intelligenza artificiale: non riescono a capire il contesto, essendo considerazioni “automatiche”. E non sono una buona fonte per decidere se investire o meno in un determinato asset.