Dalle piazze di analisi on-chain della blockchain di Ethereum arriva una grande notizia, che rende queste giornate di price action meno deludenti del previsto per gli holders di ether. Durante gli ultimi giorni c’è stata infatti una fervida attività di acquisto da parte delle cosiddette whale, ovvero indirizzi che detengono grandi quantità di ETH e che di solito agiscono nei momenti chiave del mercato. Storicamente queste coorti tornano sul pezzo proprio durante le fasi anticipatorie dei rally, mentre il trend è ancora indeciso.
Ecco che il comportamento delle whale ricorda da vicino quanto accadde nel 2017, quando l’accumulo silenzioso anticipò uno dei rally più potenti della storia di Ethereum. Anche oggi, mentre il mercato resta incerto, queste entità si stanno muovendo con decisione, offrendo uno spunto interessante in vista di possibili movimenti di prezzo all’orizzonte.
Nonostante la chiara incapacità delle quotazioni di Ethereum di prendere in pugno la situazione ed andare a stampare nuovi massimi, sembra che ci sia qualche segnale incoraggiante nell’aria. Secondo quanto riportato dalla metrica Glassnode “Ethereum: Whale Net position Change”, nell’ultima settimana di contrattazioni abbiamo assistito ad una grossa accumulazione da parte delle whale, in particolare quelle che detengono partecipazioni comprese tra 1.000 ETH e 10.0000 ETH. Il ritmo di buy di queste entità è assimilabile a quello del 2017, quando ether scambiava ancora sotto i $1.000.
Andando più da vicino, possiamo notare come l’accumulo netto giornaliero delle whale pare abbia superato gli 800.000 ETH per una settimana di fila. Complessivamente gli smart money di Ethereum si sono assicurati una scorta da 14,3 milioni di ETH, pari ad un controvalore di $36 miliardi, che sarà verosimilmente impiegata a fasce più elevate di prezzo. Il giorno più denso di acquisti è stato il 12 giugno, quando le balene hanno raggiunto il valore positivo di 871.000 ETH. Parliamo del maggiore afflusso netto mai osservato fino ad ora nel 2025.
Curioso notare come questa spinta latente si sia verificata in concomitanza di un’ondata di acquisti positivi da parte degli ETF spot Ethereum, che da metà maggio in poi hanno iniziato a spingere sull’acceleratore. Solo il 18 giugno gli istituzionali hanno portato inflow positivi per oltre $870 milioni, il valore più alto da fine 2024. Ora vedremo se questo fermento da parte dei grandi operatori si tradurrà in un impennata di prezzo per ETH o accompagnerà un ulteriore fase di distribuzione/lateralità.
Ethereum si trova intrappolato ormai da diverse settimane all’interno del range che va dai $2.350 fino ai $2.850, senza riuscire a prendere una direzione significativa. La scorsa settimana la criptovaluta aveva tentato un assalto al rialzo, fallendo però miserabilmente con gli orsi che hanno assorbito l’intero movimento. In quel frangente avevamo avvisato di quanto fosse importante resistere al di sopra di certe quotazioni per mantenere uno slancio rialzista prolungato. Invece si è verificata l’ennesima spike dei prezzi che ha riportato i tori con i piedi per terra.
È chiaro che ora il momentum di Ethereum si sia fortemente raffreddato dopo il grande recupero di fine aprile con cui è stata chiusa una candela settimanale a +39%. Non bastano le accumulazioni silenziose delle whale, che fanno il suo corso in modo indiretto sulla price action, serve qualcosa di più forte. Serve un driver o una narrativa che possa caricare FOMO anche nelle fasce di wallet più modeste rispetto alle whale multimilionarie.
In questo momento infatti, se osserviamo l’indicatore “RSI of cumulative supply per cohort”, notiamo un comportamento insolito dei vari segmenti di holders. I momentum buyers, quelli che comprano nel mezzo di un nuovo trend, stanno rallentando l’attività, mentre i convinction buyers, quelli che credono ad Ethereum nel lungo periodo, stanno iniziando a caricare una nuova ondata. Tuttavia anche i loss sellers, spesso in direzione contraria rispetto al trend, sono tornati ad acquistare timidamente, lasciando aperta una tesi di possibile ritorno in fase bear.
C’è incertezza nell’aria: Ethereum soffre purtroppo la presenza di un mercato ancora poco maturo e succube degli avvenimenti macroeconomici e geopolitici, senza che possa andare indipendentemente per la sua strada. Così come per tutti gli asset risk-on, lo stato di salute di un grafico dipende anche da fattori esterni, spesso incontrollabili dall’analisi tecnica o analisi on-chain. Ad ogni modo, così come accaduto in passato, è probabile che le tensioni esterne svaniranno dai mercati, lasciando spazio a movimenti dei prezzi più vicini alle logiche del settore crypto.
In questo scenario di “ritorno alla normalità”, ci aspettiamo un ritorno forzato in chiave bullish per Ethereum, che dopo il top del 2021 non è più tornato al di sopra della soglia del “Realized Cap”. Questa metrica valuta ogni ETH al prezzo effettivo dell’ultimo scambio on-chain, rappresentando una sorta di “prezzo medio pagato” dal mercato. Storicamente ogni bull run di Ethereum termina proprio quando l’asset supera il valore della Realized Cap. Ad oggi c’è ancora molto spazio.
Pensate che attualmente il Realized Cap di Ethereum si trova a $226 miliardi, poco sopra il livello raggiunto il top dello scorso ciclo. Così come accaduto agli albori della fase di accelerazione di gennaio 2021, quando l’indicatore ha sorpassato il massimo quadriennale precedente, è probabile che anche questa volta si aprirà una nuova finestra temporale per un rally. È solo questione di tempo, il mercato è pronto per una nuova avventura, e le whale lo sanno benissimo già da tempo.
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