La descalation della cosiddetta “guerra dei 12 giorni” sta riportando il sereno sui mercati finanziari globali, comprese le crypto. Bitcoin quota 107.682 USDT e ha superato la sua resistenza vettoriale principale. Ethereum, invece, quota 2.480 USDT e si trova ancora sotto la resistenza vettoriale di breve periodo, collocata in area 2.525 USDT. Entrambi si possono acquistare qui con BONUS da 100$ su Bitget.
A livello globale stiamo rinetrando in uno scenario che si definisce di geoeconomia, ovvero l’uso strategico degli strumenti economici da parte degli Stati per raggiungere obiettivi geopolitici, salvo rotture delle tregue tra i belligeranti.
A differenza della geopolitica, che si basa su forza militare e diplomazia, la geoeconomia utilizza leve economiche come sanzioni, dazi, investimenti, e il controllo di risorse e infrastrutture critiche. Si tratta di un vero e proprio potere economico, usato per influenzare altri Paesi o consolidare la propria posizione globale.
Aspetto | Geopolitica | Geoeconomia |
---|---|---|
Strumento | Forza militare, diplomazia | Economia, commercio, finanza |
Obiettivo | Controllo territoriale o politico | Controllo economico e influenza globale |
Mezzi | Esercito, alleanze, trattati | Sanzioni, investimenti, embargo |
Esempi attuali includono la guerra commerciale USA–Cina, il ruolo della Cina sulle terre rare o le sanzioni occidentali alla Russia. La geoeconomia riflette un mondo in cui l’economia è diventata una nuova arena di conflitto e competizione.
Da notare anche come, nonostante il rischio di chiusura dello Stretto di Hormuz, il prezzo del petrolio non abbia subito particolari shock, a conferma della gestione strategica delle tensioni con accordi precedenti con i Sauditi.
Tornando alle crypto, è ancora una volta Bitcoin a distinguersi, giocando una partita a sé. Non tanto per la forza del rimbalzo partito dal minimo di giovedì, quanto per la resilienza mostrata durante le tensioni: è infatti sceso sotto i 100.000 USDT solo in intraday, chiudendo comunque il daily sopra quella soglia.
Ad oggi, Bitcoin ha chiuso sopra i 100.000 USDT per 49 giorni consecutivi, confermando il suo ruolo di riferimento anche in contesti geopolitici instabili – Di questi temi probabilmente si parlerà anche con Ben Zhou, CEO di Bybit nella live serale di questa sera, giovedì 26 giugno, alle 21:30, sul nostro canale YouTube.
Nel grafico weekly allegato possiamo osservare la discesa di Bitcoin con uno spike che ha toccato il minimo a 98.185 USDT, senza tuttavia raggiungere il primo supporto principale, situato in area 97.000 USDT.
Dal minimo è iniziato un netto rimbalzo che prosegue da quattro giorni consecutivi, portando il prezzo di BTC a una crescita del +6,50% su base weekly.
Questo movimento ha riportato in verde anche la performance da inizio giugno, che ora segna un +3,10%, mentre il rialzo da inizio 2025 si attesta a +15,20%.
Come abbiamo scritto nel nostro canale Telegram Criptovaluta.it® Premium Vip, con grafici esclusivi, l’obiettivo di BTC è un ritorno verso nuovi massimi storici, dato che il tempo ciclico disponibile lascia ancora margine per l’arrivo a un ATH.
A quel punto, sarà necessario prestare attenzione per evitare analogie con quanto avvenuto sull’ATH di gennaio, soprattutto osservando in parallelo l’S&P 500, che si sta avvicinando ai propri massimi storici.
Sul grafico daily di Bitcoin si nota chiaramente la forza del rimbalzo dal minimo a 98.185 USDT. Il prezzo ha superato con decisione la resistenza vettoriale a 104.500 USDT, calcolata dal precedente ATH al recente minimo.
Al momento di questa stesura, BTC si trova appena sotto la resistenza a 108.000 USDT, livello già evidenziato per gli utenti del nostro canale VIP. Su questo stesso livello passa anche la trend line discendente evidenziata in verde sul grafico.
Un eventuale breakout di questa resistenza rappresenterebbe un forte segnale di forza, con un obiettivo dichiarato: il ritorno sull’ATH con ricerca di eventuali segnali di inversione.
In questo scenario di geoconomia, va ricordato che il 9 luglio scade la sospensione temporanea dei dazi aggiuntivi imposti dagli Stati Uniti a vari Paesi, tra cui Unione Europea, Regno Unito e Giappone. Se entro quella data non verranno raggiunti nuovi accordi commerciali, Washington potrebbe riattivare tariffe elevate fino al 50% su numerosi beni importati. La Cina è esclusa dalla sospensione.
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