Mentre Bitcoin segna il suo 50esimo giorno consecutivo in cui viene negoziato con una chiusura giornaliera sopra i $100.000, emergono segnali di incertezza sul fronte on-chain e sulle piazze di trading. La struttura è ancora forte, resa tra l’altro ancor più solida dall’ottima prova di forza dimostrata durante il dip del 22 giugno, ma qualcosa inizia a scricchiolare nel sofisticato marchingegno del mercato crypto.
Nel dubbio, potete sfruttare questo bonus di $100 su Bitget, disponibile solo per i nostri lettori, con cui provare a fare trading nei futures.
È come se gli investitori si fossero momentaneamente fermati, in attesa di nuovi stimoli per un riposizionamento strategico. Molti indicatori evidenziano stanchezza, sia nelle prese di profitto che nei volumi di scambio, tanto da mettere a rischio le possibilità di una nuovo rally al rialzo. Intanto Bitcoin difende con le unghie e con i denti un livello a dir poco fondamentale per il futuro a breve termine dell’asset. Cosa dobbiamo aspettarci? Lo scopriamo insieme in questo articolo.
Mercato Bitcoin in pausa: le attività on-chain si riducono
Il primo segnale che ci fa storcere il naso su Bitcoin (BTC) è quello dei profitti realizzati cumulativi degli operatori dall’inizio del 2023 ad oggi. Seguendo la metrica Glassnode “Bitcoin: Bull market Profit Realization Trend”, che analizza la media mobile a 30 giorni dei profitti realizzati on-chain, si nota un netto calo nella capacità del mercato di generare realizzi consistenti.
Durante il ciclo 2020-2022 gli investitori sono riusciti a generare complessivamente $550 miliardi di dollari di gain dalle varie gambe rialziste. Negli ultimi due anni invece le entrate realizzate sono già salite a $650 miliardi, battendo ampiamente il record precedente. Ciò che spaventa però non è tanto il numero più alto, il che potrebbe essere dovuto da una variabilità di fattori, quanto piuttosto il rallentamento che c’è stato da inizio 2025.
Se osserviamo bene la linea verde dei profitti realizzati ci accorgiamo che dopo il grande boom del Q4 2024, i traders non sono più riusciti a ripetere le stesse performance, nonostante un prezzo di Bitcoin che sia tornato a segnare nuovi massimi in seguito ad una pesante fase di ritracciamento.
Questo può significare essenzialmente due cose: o in molti stanno aspettando una nuova spinta del mercato per vendere a prezzi più elevati, oppure, il carburante dell’attuale ciclo rialzista si sta mano a mano esaurendo. Se la seconda ipotesi dovesse rivelarsi corretta, ci troveremmo di fronte ad una pericolosa fase di raffreddamento, che potrebbe precedere un lungo periodo di distribuzione a favore dell’offerta.
Gli investitori allentano le speculazioni sui derivati, diminuzione dei volumi anche nelle borse spot
Nel frattempo nelle borse dei derivati Bitcoin, leggiamo segnali contrastanti, che però confermano in parte la debolezza raccontata dai dati on-chain. I volumi futures rimangono buoni, segno che i traders sono ancora attivi e partecipo nei tentativi di breakout, come il recente assalto agli $111.000, purtroppo fallito con l’assorbimento degli orsi. Nonostante ciò notiamo comunque un graduale indebolimento delle contrattazioni in leva, rispetto al grande boom di novembre 2024.
Allo stesso tempo, possiamo vedere come sia il tasso di finanziamento annualizzato, sia il rolling basis a 3 mesi (differenza tra il prezzo dei future e il prezzo spot di Bitcoin), siano diminuiti di molto nelle ultime sessioni. Questo significa che, in un contesto speculativo incerto, gli operatori sono meno propensi ad assumere posizioni long sulla criptovaluta. Ci sono meno richieste di leva finanziaria, sinonimo di un raffreddamento del sentiment “up only”.
La visione diventa ancor più pessimista se confrontiamo l’andamento dei volumi spot degli ultimi mesi con quello delle fasi rialziste nel secondo e quarto trimestre del 2024. In quelle occasioni c’era stato un forte incremento dei volumi di scambio, segno di intensità speculativa. invece il recente ritorno ai $100.000 è stato segnato da volumi decrescenti, senza un reale spike da parte della domanda. Questo non è un buon segnale, anche se, è ancora presto per determinare la fine dei giochi.
Il trend di Bitcoin rimane bullish fino a questo livello
Bitcoin è ancora più vivo che mai, nonostante l’outlook non possa sembrare dei migliori. La criptovaluta viene negoziata al momento della stesura ad oltre $106.000 per singola unità, con diversi indicatori ( non quelli analizzati oggi) che continuano a suggerire una possibile estensione del trend positivo ai prossimi mesi. Abbiamo ad esempio un mercato delle opzioni che ci da fiducia per il modo con cui si sono posizionati gli operatori in vista delle scadenze di settembre, così come una piazza ETF che non guarda in faccia a nessuno ed accumula come se non ci fosse un domani.
Al momento la partita è ancora in gioco, con Bitcoin palesemente in vantaggio visti i risultati precedenti. Se però la criptovaluta vuole continuare il bull market, deve difendere con attenzione il range che va dai $93.000 ai $100.000. Su questo intervallo si concentrano infatti molti acquisti da parte degli investitori che hanno comprato nel primo trimestre dell’anno.
In realtà i primi problemi potrebbero arrivare già dai $98.000, livello che in precedenza abbiamo segnalato come potenzialmente pericoloso per un ipotetico drawdown. Romperla significherebbe alimentare un possibile panic-selling, visto e considerando anche la quantità stop che potrebbero saltare se i prezzi raggiungessero quell’area.