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Bitcoin e Ethereum per il più grande circuito bancario europeo. Sparkassen dice sì dal 2026

Anche il pià grande gruppo bancario tedesco apre al mondo crypto!

Si tratta del più grande gruppo bancario tedesco: è il circuito delle Sparkassen – una sorta di credito cooperativo se dovessimo traslarlo nel sistema italiano – che già tempo fa aveva annunciato il desiderio di offrire crypto ai propri clienti.

Questa volta, almeno secondo quanto riporta Bloomberg, ci sarebbe l’ufficialità e tra 1 anno, nell’estate del 2026, i clienti potranno avere accesso sia a Bitcoin sia a Ethereum proprio tramite i servizi standard della banca. In passato il gruppo aveva votato – tramite il board – per l’esclusione delle criptovalute dall’ambito dei servizi proposti ai clienti.

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Ci siamo: ora anche banche retail tedesche entrano in gioco

È il circuito delle Sparkassen – in Germania – a annunciare secondo quanto è stato riportato da Bloomberg il suo ingresso nel mondo delle criptovalute. Lo farà con calma – dal 2026 in estate – con un circuito bancario che è il più utilizzato in Germania dai cosiddetti retail.

Le Sparkassen sono infatti controllate dalle municipalità, per poi fare capo a Sparkassen-Finanzgruppe – che è il più importante in tutta Europa per numero di clienti.

La taglia di questo gruppo bancario è enorme: 350 affiliati, oltre 15.000 filiali, 2.500 miliardi di asset in gestione. Un gruppo di proporzioni enormi, contro il quale nessun conglomerato bancario europeo è in grado di competere.

Cosa faranno esattamente?

Lo ha dichiarato DSGV, l’associazione bancaria tedesca, che secondo quanto riportato sempre da Bloomberg ha affermato:

Sparkassen-Finanzgruppe creerà un accesso affidabile ad un’offerta crypto regolamentata.

Per ora sembra che negli interessi del gruppo ci siano soltanto Bitcoin e Ethereum e non è chiaro per il momento se ci saranno ulteriori aperture in futuro a altri asset digitali, magari quelli dotati di maggiore liquidità.

Sarà inoltre Dekabank ad offrire l’infrastruttura necessaria affinché l’attività di compravendita crypto sia offerta direttamente tramite App.

In Italia quando?

Rimane la questione italiana: sono poche le banche, in genere neobank, ad offrire accesso al mondo crypto, con gli istituti stranieri che si sono mossi con largo anticipo. Non è chiaro per il momento se ci siano piani simili per gli istituti del nostro Paese, dove comunque risiede una quantità importante – secondo i dati OAM – di investitori in criptovalute.

Ora che il mercato è pienamente regolamentato – vedi ad esempio lo sbarco in UE di Bybit qui – non ci sarebbero più motivi ostativi, se non un certo conservatorismo, data anche l’opposizione di CONSOB e di Banca d’Italia.

Staremo a vedere se l’onda lunga partita dalla Germania sarà sufficiente per far smuovere le acque anche nel nostro Paese. Un Paese la cui storia è fatta di avanguardia finanziaria e bancaria e che potrà – con il giusto cambio di atteggiamento – tornare a dire la sua anche in questo settore. O almeno così si spera.

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