Non possono gridarlo, ma in cuor loro lo sanno. Hanno sbagliato. Ma, come nel più celebre episodio di Happy Days, proprio come Fonzie non riescono a dirlo. Chi? Banchieri, grandi investitori, gestori di capitali che per anni hanno rifiutato – se non apertamente insultato – il mondo nel quale investite, credete, sognate.
Perché lo hanno fatto? E perché ora si comprano come nulla fosse? Chi invece resiste e continua a ritenere Bitcoin peggiore del veleno per topi, motivo buono per licenziare i dipendenti che lo toccano?
Una rassegna che sembrerà a tanti un lombrosario, ad altri un segnale del fatto che i tempi sono cambiati. Ad altri invece che, come in una famosa rubrica di Criptovaluta.it®… hanno la faccia come…
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Michael Saylor: da nemico a profeta di Bitcoin
Ormai è su queste pagine – e su quelle di tutte le riviste che si occupano di Bitcoin tutti i giorni. Ha circa 63 miliardi di dollari in Bitcoin con la sua Strategy, è il più grande alfiere di BTC mai visto a Wall Street e non parla davvero d’altro.
Sapete cosa ne pensava nel 2013?
Qui c’è un suo tweet di allora, che non ha mai cancellato. Cosa di cui gli va dato merito. Ha voluto così dimostrare di aver cambiato idea e di essere pronto ad ammetterlo al mondo intero.
Bitcoin ha i giorni contati. Sembra che sia solo questione di tempo prima che faccia la fine del gioco d’azzardo online.
Per la cronaca, anche il gioco d’azzardo online è vivo e vegeto. Ma di questo non ci occuperemo.
Larry Fink: da Bitcoin per il riciclaggio all’ETF più ricco di sempre
Sapete qual è l’ETF che rende di più, in termini di commissioni, per BlackRock? Sì, proprio lui, $IBIT, ovvero l’ETF su Bitcoin del gruppo guidato da Larry Fink.
Genera più ritorni di IVV, che è l’ETF dello stesso gruppo su S&P 500, e dunque sul più acquistato e gettonato degli ETF presenti sul mercato.
Sono numeri incredibili, ma sapete cosa ne pensava Larry Fink di Bitcoin e crypto nel 2017?
Le criptovalute: sono un grande credente in ciò che le crypto possono fare. Ma ciò di cui parliamo oggi è… quando penso alle criptovalute… identificano direttamente quanto riciclaggio di denaro c’è nel mondo.
E difendeva la possibilità di una valuta digitale privata e su blockchain altrettanto privata, che fosse sotto il controllo delle banche e dello stato.
Non ci credi? Eccoti il video su Bloomberg.
Di più, alla domanda se BlackRock dovesse offrire trading e prodotti sulle criptovalute Larry Fink rispose:
Non c’è domanda da parte dei nostri clienti. Non vogliono utilizzarlo. Non è un asset istituzionale, è una asset class speculativa utilizzata per il riciclaggio di denaro.
Qui invece la sua incredibile previsione per il futuro prezzo di BTC!
Le banche italiane: pentimento silenzioso
Sono state timide, forse troppo, però alla fine sono arrivate. Ci avevano abituato a chiusure dei conti per chi versava verso gli exchange, a fare dichiarazioni pubbliche contro Bitcoin e contro tutto quello che rappresentava.
Oggi però abbiamo Intesa che compra 10 Bitcoin, salvo poi avere il CEO quasi scusarsi di una mossa tanto improvvida. È per i clienti più importanti, ci dicono, che ne sono… infatuati.
È di oggi la notizia di Unicredit che propone prodotti strutturati su Bitcoin, in compagnia di un altro fulminato sulla via di Damasco, e cioè quel Larry Fink di cui abbiamo parlato prima. Anche qui, niente male come inversione a U.
C’è da dire, a discolpa delle banche italiane, che operano da sempre in un contesto di forti restrizioni da parte di Bankitalia e anche di CONSOB. E che dunque farsi vedere come grandi sostenitori di Bitcoin non è forse la migliore delle scelte. O meglio, non lo era fino a poco fa.
Warren Buffet: l’ultimo purista fiat
All’Oracolo di Omaha va riconosciuto di non aver mai cambiato idea. Lui e il suo sodale, Charlie Munger (ora passato a miglior vita), non hanno mai risparmiato attacchi e critiche, in taluni casi anche feroci.
Veleno per topi al quadrato.
Ma anche:
Non ha valore intrinseco, non produce nulla.
E ancora.
Non comprerei tutti i Bitcoin del mondo per 25 dollari.
Non ha mai cambiato idea. E dato che si avvia alla pensione, non avrà probabilmente né tempo, né voglia, né interesse di farlo.
Jamie Dimon: lo insulta e lo vende ai clienti
Ultimo nella lista – e anche a lui andrà il merito di non aver mai cambiato idea – troviamo Jamie Dimon di JPMorgan.
In successione ha detto:
Bitcoin è una truffa. Peggiore dei tulipani.
E poi ha aggiunto:
Licenzierei in tronco qualunque dipendente JPMorgan che abbia fatto trading su Bitcoin.
E poi ancora:
Personalmente penso che sia senza valore.
Pur garantendo accesso ai propri clienti.
E anche l’immancabile:
Il solo utilizzo vero di Bitcoin è per criminali, droga, evasione fiscale e riciclaggio.
Con quest’ultima che fu pronunciata addirittura al Congresso, chiedendone la proibizione.
Bene così Jamie, peccato che… tick tock, next block.