C’è una curiosa teoria del complotto che sta prendendo piede riguardo l’annuncio della possibile resurrezione di FTX, annuncio che è stato dato dal CEO in carica – che è poi chi ne sta curando anche la liquidazione. La teoria parla di una sorta di manovra organizzata per spingere in alto il prezzo di $FTT, che sarebbe ancora parte delle sostanze di FTX e che potrebbe, sempre secondo suddetta teoria, andare a favore di chi sta curando la procedura fallimentare.
Una teoria che andrà indagata perché in ballo ci sono miliardi e perché chi sta curando la liquidazione è già sotto il fuoco di fila dei media, ma che, lo anticipiamo, ha alcuni punti che non ci convincono. E questo non perché conosciamo personalmente chi sta curando il fallimento e garantiamo per lui, ma perché tali procedure hanno un funzionamento preciso.
$FTT continua ad essere al centro di movimenti speculativi che faranno la fortuna o comunque l’interesse di chi ama provare a cavalcare le onde del mercato. Chi vuole, può trovare il token su Binance – qui possiamo aprire un conto gratuito – intermediario che ci permette di investire su centinaia di cripto asset e anche di poter accedere a programmi di risparmio, sempre però tenendo conto dei rischi.
Il mondo cripto è, almeno in parte, attratto da teorie balzane e meno balzane, che comunque contrastano con la narrativa ufficiale. Ultima vittima di questo atteggiamento è la notizia della possibile ripartenza di FTX, una ripartenza che è stata dichiarata come possibile proprio ieri dal CEO attuale della compagnia, John J. Ray III.
Dato che il prezzo di $FTT è agitato da spinte rialziste e ribassiste intense da qualche giorno, c’è chi ha provato a fare 2+2 e a legare questo annuncio ad una volontà speculativa di chi sta gestendo il fallimento di FTX. Una gestione che, almeno a nostro avviso e ad avviso della legge, non può permettersi certe leggerezze.
O meglio, chi sta curando il fallimento ha bisogno di volta in volta dell’autorizzazione della corte e non può fare trading di breve, o meglio, avrebbe una certa difficoltà a cavalcare certi movimenti esplosivi.
I liquidatori che si stanno prendendo cura di quanto rimane di FTX non hanno interessi economici diretti nella possibile ripresa dell’exchange. Stanno guadagnando parcelle sostanziose e le guadagneranno, dicono gli americani, no matter what.
L’altra ipotesi, meno assurda, è che qualcuno dall’interno abbia le notizie in anticipo e faccia dunque trading di $FTT in leggero anticipo rispetto alla pubblicazione delle notizie.
È possibile? Assolutamente sì. È probabile? A nostro avviso no. Qualcuno ne ha le prove? Assolutamente no. È da qui che si deve ripartire per studiare il caso FTX, che comunque continueremo a seguire anche quando si tratta di pettegolezzi che però potrebbero avere delle ripercussioni importanti sul mercato.
Per il momento però, prima di accusare a destra e manca di disonesta e di quelli che sono reati gravi, partiamo dai dati che abbiamo a disposizione.
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