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CINA STAMPA

Bitcoin e crypto PRONTE A ESPLODERE secondo questo GRAFICO. Tutti sono certi: ecco cosa SUCCEDERÀ

Il grafico a cui tutti guardano per una bullish leg su Bitcoin e crypto. Sarà vero?

Mentre tutti aspettano il ritorno dei tagli negli USA – che con ogni probabilità non arriverà neanche a maggio, a meno di catastrofi che tutti vorremmo evitare – quasi nessuno si sta occupando della situazione cinese. Pechino vive da tempo una fase di ristrettezza della liquidità che molti analisti considerano la base per tagli ai tassi nel corso del 2025. E, più volgarmente, a stampare denaro.

La situazione potrebbe essere aggravata ulteriormente dalle conseguenze della guerra commerciale con gli Stati Uniti, che difficilmente troverà una soluzione totale, ovvero il ritorno alla situazione pre-Trump, pressando su una possibilità di crescita che c’è, ma che al tempo stesso potrebbe frustrare le aspettative del Partito per il 2025.

Storicamente un maggiore lassismo da parte della Cina per quanto riguarda le politiche monetarie è stato sempre di buon auspicio per Bitcoin e criptovalute. Ed è forse in questa direzione che dovremmo guardare, invece di focalizzarci eccessivamente sulle future mosse di Federal Reserve.

La Cina è vicina… a tagliare?

La politica monetaria in Cina è affare molto più complicato di quanto lo sia dalle nostre parti. L’indipendenza politica della Banca Centrale, la PBOC, non è esattamente ai massimi e più e più volte, anche negli anni recenti, abbiamo visto suddetta banca muoversi anche con il condizionamento di certi obiettivi politici. Anche dove però la politica domina in modo assoluto e totale i mercati, c’è spazio per la realtà che soltanto i numeri possono confermare.

Per quanto in tanti vedano nelle recenti mosse di Donald Trump un danno principalmente agli USA, è innegabile che una guerra commerciale totale con la Cina sarà di impatto anche sulla crescita di Pechino.

L’alternativa più ghiotta per neutralizzare o quantomeno normalizzare l’effetto dei dazi potrebbe essere quella di ricorrere a politiche monetarie più lassiste, con maggiore liquidità immessa sui mercati e con una conseguente svalutazione dello yuan sulle piazze internazionali.

Se non lo hai ancora letto: qui il nostro report sulle autorità cinesi che vendono Bitcoin a mercato.

La situazione è complessa – ed è certamente di più difficile lettura rispetto a quanto ci capita di scorrere sui social. Ma è una delle opzioni sul tavolo. Ovvero una Cina going nuclear non con i missili (per fortuna, aggiungiamo noi), ma con l’immissione di liquidità sui mercati.

Quel grafico della liquidità globale

C’è un grafico che sta facendo il giro del web e che ciclicamente si ripropone a confortare gli animi di chi è fiaccato dalla lateralizzazione dei prezzi. Prima di passarci però, un po’ di contesto. Qui eravamo a fine febbraio 2025. Il gap con la liquidità globale era stato chiuso, e si riteneva che si potesse soltanto tornare su.

Questo non è successo, ma a difesa del semplice modello si potrà contestare che se siamo scesi tra marzo e aprile o comunque non saliti, è stato anche per i comportamenti incomprensibili delle autorità USA in tema di dazi. Ora a che punto siamo? Ecco il grafico “aggiornato” dopo 10 giorni

E ora? A che punto saremmo?

Ora su quanto siano affidabili certe previsioni… è inutile forse spendersi per ora. Se così dovesse essere, troveremmo una grande mano (il grafico sposta Bitcoin in termini di performance in anticipo, 108 giorni), e quindi ci troveremmo a vivere un’altra fase rialzista.

Il rischio – che segnaliamo – è che in realtà sia questa benzina per i più speranzosi. Le situazioni da considerare sono diverse – e per noi un ritorno della Cina al lassismo monetario è forse la migliore delle opzioni.

Sì, siamo d’accordo con Ben Zhou e Arthur Hayes.

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