Home / Mining Bitcoin: dazi, stati canaglia, ecologia e futuro. Su Criptovaluta.it® Jeff LaBerge di Bitdeer!

BITDEER ESCLUSIVA

Mining Bitcoin: dazi, stati canaglia, ecologia e futuro. Su Criptovaluta.it® Jeff LaBerge di Bitdeer!

La nostra intervista a Jeff LaBerge di Bitdeer: tutto sul futuro del mining, anche a livello geopolitico.

INTERVISTA CRIPTOVALUTA.IT® – Il mondo del mining sta vivendo il momento più importante della sua breve ma intensa vita. La scarsa attività onchain (con le commissioni che non stanno dando una mano), l’inevitabile concentrazione post halving e ora il problema dei dazi stanno mettendo sotto pressione tutto il comparto.

Un vecchio adagio ci ricorda che chi ha la polvere spara, e chi invece non ce l’ha è destinato a sentirne i botti. Bitdeer, società quotata al NASDAQ, che vale 1,5 miliardi di capitalizzazione e che è organizzata verticalmente – dalla produzione di ASIC per il mining al loro possibile impiego in siti propri – appartiene alla prima categoria.

Come ha raccontato Bloomberg 48 ore fa, il gruppo ha deciso di inviare le ASIC in magazzino verso gli USA e non ai clienti (che in questo momento scarseggiano), ma per fare mining per conto proprio. La questione è interessante, sia per capire cosa stia accadendo al mondo del mining di Bitcoin, sia per capire il futuro di questo comparto, mentre l’attenzione per Bitcoin, per la sua messa in sicurezza e per la sua infrastruttura è ai massimi, anche da parte degli stati.

Abbiamo intervistato per voi Jeff LaBerge, CFA di Bitdeer – che dopo un lungo trascorso nel mondo delle energie rinnovabili, nel private equity, nel settore agricolo e in quello della salute – oggi presta i suoi servizi e le sue capacità ad uno dei gruppi di mining più importanti al mondo. E, nel campo della produzione delle macchine per il mining Bitcoin, nell’Olimpo delle società al top del comparto.

Il futuro del mining nelle parole di Jeff LaBerge, Bitdeer

Criptovaluta.it: La decisione di Bitdeer di destinare gli ASIC al self-mining negli USA anziché venderli è una mossa importante, soprattutto dopo l’halving, che ha ridotto fortemente i margini. Quale è stato il fattore chiave dietro questa strategia? Prevedete un’impennata del prezzo di Bitcoin o si tratta di ottenere vantaggi operativi che altri non possono replicare?

Jeff LaBerge: La nostra decisione di destinare gli ASIC al self-mining negli Stati Uniti è frutto della flessibilità insita nell’unicità del modello di business di Bitdeer. Essere sia produttori di ASIC che miner ci consente di riallocare strategicamente le risorse in base alle condizioni di mercato.

Questo è un perfetto esempio di tale adattabilità. Sebbene manteniamo una visione rialzista sul lungo periodo riguardo al prezzo di Bitcoin, le nostre scelte operative non sono dettate da fluttuazioni di prezzo nel breve termine. Piuttosto, sfruttiamo l’agilità del nostro modello integrato verticalmente per ottimizzare le operazioni e cogliere le opportunità di mercato.


Criptovaluta.it: I dazi imposti da Trump stanno colpendo duramente le supply chain dei produttori di ASIC, e avete annunciato l’inizio della produzione negli USA a metà 2025. Come state gestendo queste pressioni sui costi nel frattempo?

Jeff LaBerge: Le operazioni di mining globalmente diversificate di Bitdeer ci offrono un vantaggio significativo nell’affrontare queste sfide legate ai dazi.

Stiamo allocando strategicamente le nostre ASIC presso i nostri siti in Norvegia e Bhutan, che sono in gran parte al riparo dai dazi statunitensi.

La transizione verso la produzione negli USA è in fase di pianificazione da tempo, con l’obiettivo di riportare posti di lavoro nel manifatturiero sul suolo americano e servire meglio la nostra clientela nazionale.

Se i dazi dovessero persistere o intensificarsi, la nostra iniziativa produttiva negli Stati Uniti rappresenterà un vantaggio strategico, in grado di ridurre la pressione sui costi e garantire una catena di approvvigionamento più resiliente.


Criptovaluta.it: Con l’halving e la bassa attività su Bitcoin che mettono sotto pressione i miner, alcuni concorrenti si stanno orientando verso l’offerta AI. Bitdeer sta valutando l’AI come attività secondaria o come un cambiamento di rotta completo? E pensate che sia una mossa sostenibile per i miner statunitensi, dato il contesto energetico e infrastrutturale?

Jeff LaBerge: Bitdeer, con un portafoglio energetico di 2,6 gigawatt – inclusi due siti statunitensi che superano i 500 megawatt ciascuno – è in una posizione unica per capitalizzare la crescente domanda di data center per il calcolo ad alte prestazioni (HPC) e l’intelligenza artificiale.

Non consideriamo questa attività né un progetto collaterale né un cambio di direzione totale, ma piuttosto una strategia di diversificazione.

Puntiamo a sfruttare la nostra infrastruttura esistente per soddisfare la domanda energetica a breve termine degli hyperscaler. Questa diversificazione ci consente di costruire un flusso di entrate più stabile e a lungo termine, che riteniamo sarà molto apprezzato dagli investitori e contribuirà a ridurre il nostro costo del capitale.


Criptovaluta.it: I politici in passato hanno attaccato il mining di Bitcoin per ragioni ambientali, citando consumo energetico ed emissioni. Con le priorità della nuova amministrazione, pensate che queste preoccupazioni stiano diminuendo, o Bitdeer si sta comunque preparando a un’intensificazione regolatoria sul fronte della sostenibilità?

Jeff LaBerge: Bitdeer riconosce che un’attività di mining di Bitcoin responsabile [in termini di impatti, NDR] possa offrire benefici significativi alla rete elettrica.

A differenza di altri grandi utenti industriali di elettricità, che hanno una domanda, i miner di Bitcoin possono ridurre il proprio consumo per alleggerire le pressioni sulla rete dovute alla fornitura intermittente, in un modo che poche (se non nessuna) altre industrie possono replicare.

Inoltre, la sostenibilità è sempre stata una nostra priorità operativa. I nostri siti in Norvegia e Bhutan, ad esempio, utilizzano energia idroelettrica priva di emissioni CO2 e non sfruttata; il nostro nuovo impianto in Alberta, Canada, utilizzerà generazione elettrica a gas naturale con tecnologia di cattura delle emissioni, raggiungendo emissioni nette pari a zero.

Continueremo a porre la sostenibilità al centro di tutti i nostri progetti. Siamo ottimisti che la nuova amministrazione si concentrerà sull’offerta di una maggiore certezza regolatoria, contribuendo così a creare un ambiente operativo più stabile e prevedibile per l’intero settore.


Criptovaluta.it: Bitcoin è considerato una piattaforma neutrale per i pagamenti globali. In un mondo post-globalizzato, con più centri finanziari e valute di riserva concorrenti, pensate che stati canaglia o indipendenti possano ricorrere al mining non solo per profitto, ma per garantire l’inserimento delle proprie transazioni nei blocchi?

Jeff LaBerge: La natura decentralizzata di Bitcoin permette, per definizione, l’elaborazione di transazioni senza autorità centrale. È possibile che diversi attori, inclusi stati sanzionati o considerati “canaglia”, possano sfruttare il mining di Bitcoin per garantire che le proprie transazioni vengano inserite nei blocchi, aggirando di fatto la censura.

Tuttavia, le notevoli esigenze infrastrutturali ed energetiche del mining rappresentano sfide significative. Inoltre, la conversione dei Bitcoin minati in riserve effettivamente utilizzabili sotto regime di sanzioni rimane un processo estremamente complesso.

Iscriviti
Notificami
guest


0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments